Il miglior viaggio è un’impresa solitaria. Arrivare da soli in un paese straniero, magari di notte; addormentarsi in un letto strano, dentro una stanza dall’odore sconosciuto; poi svegliarsi e partire alla scoperta della città, senza piani né compagni che distraggano con risate ed esclamazioni fuorvianti. Odori, sapori e colori si assaporano meglio, e così le nuove amicizie. Viaggiare da soli è liberatorio: si acquisisce indipendenza, si affina la sensibilità e si va dove si vuole, seguendo il proprio ritmo. Tutto è amplificato: malinconia, tenerezza, astio, tristezza e felicità si enfatizzano, per poi ridimensionarsi – sempre quando ormai è ora di tornare a casa.
Guardate questo video di Rick Mereki, che ha speso 44 giorni, viaggiato per 38.000 miglia attraverso 11 paesi, solo per filmare un video di un minuto:
Vi è venuta voglia di partire? Sognate da tempo di visitare un certo paese, di viaggiare per un mese o più nel Sud-Est Asiatico, ma nessun amico vuole venire con voi? Benissimo, fatelo da soli! Non c’è nulla da temere, soprattutto se seguite questi miei consigli per viaggiare da soli: sono ciò che ho imparato in dodici mesi di viaggio in solitaria tra l’Asia e il Medio Oriente: 35.163 chilometri di viaggio in solitaria, da cui ho imparato quanto segue:
1. Viaggiare da soli è anche socializzare
Sfatiamo il mito del viaggiatore solitario che sta sempre da solo, triste e sconsolato: ho conosciuto più persone in questo mio anno da sola che durante i viaggi in coppia o con amiche. Quando si viaggia da soli si è più aperti all’altro, a conoscere, incontrare, parlare. Nella hall di un ostello (Vietnam), visitando un museo (Iran), facendo Couchsurfing (Vietnam e Iran), utilizzando il servizio Airbnb (Malesia), chiedendo passaggi in macchina (Oman), per non parlare dei viaggi in aereo, in autobus o in treno: ogni occasione è buona per osservare, parlare e fare amicizie. Alcune durano quanto dura il viaggio; altre continueranno negli anni a venire. Maryam, ad esempio – la ragazza iraniana che mi aveva ospitata a Tehran – è oggi una delle mie migliori amiche. Circondatevi di stranieri: non abbiate paura.
2. Non temete la solitudine
Evitare a tutti i costi di stare da soli non va bene: socializzare è importante, ma altrettanto significativo è lo stare in compagnia di se stessi. Non tutti amano la solitudine: per alcuni è un’esigenza, per altri una forzatura. Se appartenete a questi ultimi, in viaggio dovrete imparare a stare anche da soli. Apprezzate il silenzio della natura, i rumori della città, il vuoto della vostra camera d’albergo, il sottovuoto spinto del vostro cuore. Uscite da soli, passeggiate, immergetevi in un museo, prendete un autobus cittadino e lasciatevi portare in giro senza meta. Perdetevi. E quando la sera tornerete all’ostello, potrete dire a voi stessi che siete sopravvissuti alla solitudine. E non siete affatto morti.
3. Uscite a mangiare da soli
All’inizio del mio viaggio da sola, c’era una cosa che temevo, odiavo e (quando potevo) evitavo come la peste: l’andare al ristorante a mangiare da sola. Non solo mi sentivo tremendamente sola – soprattutto osservando le coppie o chi era al tavolo con gli amici – ma temevo anche che gli altri mi guardassero e pensassero “Poverina, è tutta sola, non ha neanche uno straccio di amico con cui mangiare”. Si chiama Solomangarephobia ed è la paura di mangiare da soli al ristorante.
Come fare? Prima di tutto, bisogna scegliere con cura il ristorante: niente locali per coppiette, bensì luoghi in cui vi sono possibilmente anche altri viaggiatori solitari. Non ne trovate neanche uno? Entrate, sedetevi e fregatevene: ordinate il piatto più buono che c’è, e gustate ogni singola forchettata di quel meraviglioso piatto tipico che vi è arrivato sulla tavola. Avete presente la scena del film “Mangia Prega Ama” in cui Liz addenta spaghetti con la voracità di un camionista? Ecco: emulatela, e pensate che non siete nè i primi nè gli ultimi che stanno pranzando o cenando da soli.
Evitate di maneggiare continuamente il cellulare mentre mangiate o, peggio, di fare una chiamata perchè vi sentite soli. Vi perderete tutto il bello di una cenetta romantica in compagnia di voi stessi. Meglio portare con sè un buon libro, la guida della città o un giornale locale. Oppure, fate come faccio io: osservate e scrutate la gente attorno a voi, e annotate le cose più curiose sul vostro taccuino di viaggio. Comunque, la Solomangarevattelapesca passerà da sola: quando vi sarete abituati alla vostra nuova condizione di fieri viaggiatori solitari.
4. Registrate i vostri movimenti sul sito “Dove siamo nel Mondo”
Dove siamo nel Mondo è un sito del Ministero degli Affari Esteri che consente agli italiani in viaggio all’estero di registrarsi, e segnalare così all’Unità di Crisi la loro presenza in un certo paese: in caso di emergenza, sapranno che siete lì, e potranno avvertirvi. Durante il mio viaggio in solitaria, in alcuni paesi ho segnalato la mia presenza direttamente all’Ambasciata d’Italia: mi fu consigliato dalla Console del Gambia che conobbi sull’aereo nel lontano 2000, e da allora adotto questo espediente in caso di permanenze lunghe in paesi particolari. Ad esempio, lasciai il mio numero di telefono presso l’Ambasciata d’Italia in Myanmar, e il mese successivo – mentre mi trovavo tranquilla in Thailandia – ricevetti diverse notifiche di allerta per le guerriglie in atto sul confine birmano.
5. Seguite sempre il vostro istinto
Noi esseri umani siamo dotati di uno strumento particolare e potente: l’istinto. In viaggio, seguirlo è d’obbligo. Se stiamo per entrare a casa di qualcuno e non ci sentiamo sicuri, troviamo una scusa e andiamo via. Se stiamo per mangiare qualcosa e l’istinto ci dice di lasciarlo nel piatto, lasciamolo. Se vi siete prese una sbandata per uno straniero bellissimo e affascinante incontrato in ostello e vorreste seguirlo in capo al mondo (capita), ma l’istinto vi urla di lasciarlo al suo destino, seguitelo. L’istinto, non lo straniero affascinante: quello vi spezzerà il cuore, è meglio che in capo al mondo ci vada da solo.
6. Siate sicuri di voi stessi
L’atteggiamento che tenete in viaggio è fondamentale per la vostra sicurezza: se si viaggia con l’aria di chi non sa dove sta andando o ha paura, si è più esposti a eventuali malfattori e truffatori. Meglio mostrarsi sempre sicuri di sè: il linguaggio non verbale è il segreto per passare inosservati.
Ai tempi dell’università usavo frequentare una palestra torinese situata in una zona poco raccomandabile, di spaccio e prostituzione. Mi piaceva quella palestra, che ci potevo fare? Mia sorella un giorno mi disse: “E’ ovvio che a te non capita mai niente: quando cammini in mezzo a sta gente sembra sempre che sai il fatto tuo!”. Ho mantenuto lo stesso atteggiamento anche in viaggio – anche in Iran da sola, alle 11 di sera alla stazione degli autobus: non mi è mai capitato niente.
7. Tenete strette a voi le cose di valore
Se avete una macchina fotografica, lasciatela appesa al collo e tenetela con una mano: sarà più difficile mollare la presa in caso di scippo. Io non tengo mai lo zaino sulla schiena. Invece, porto sempre con me una borsa che tengo a tracolla: voglio averla sempre sott’occhio. Se dovete prendere un autobus o un treno di notte, non smanettate con il telefono, ma nascondetevelo addosso non appena salite. Sistemate le carte di credito in una bustina (in un posto) e i soldi in un’altra busta (e un altro posto). Chiudete la felpa, mettetevi addosso una copertina e dormite tranquilli: con questo espediente, sarà più difficile per l’eventuale borseggiatore raggiungere le vostre cose.
8. Non date informazioni personali agli sconosciuti
Può capitare di entrare subito in confidenza con qualcuno: scambi due parole, e sembra che vi conosciate da una vita. E’ qui che dovete stare più attenti del solito: capita infatti di lasciarsi scappare informazioni troppo personali, magari davanti a un bicchiere di troppo. Le faccende private, così come quanti soldi abbiamo, dove li teniamo, o se non abbiamo nessuno che ci aspetta in albergo, non vanno rivelate. Mai.
9. Innamoratevi
Concedetevi qualche pazzia. Amate follemente un paese e la sua cultura. Mangiate con gusto. Baciate appassionatamente qualcuno o qualcuna, fateci l’amore, innamoratevi. Insomma: lasciatevi andare! Siete in vacanza. Se poi finirà, pazienza: vi porterete a casa il suo odore, il suo gusto, la sua risata, che andranno a mescolarsi ai ricordi di questa meraviglia che è il viaggiare da soli. Se invece non finirà, meglio: conosco gente che è poi tornata in un posto perché era sbocciato l’amore (io); ma anche gente che se non si fosse innamorata non si sarebbe ficcata in un grosso guaio (sempre io). Ma non mi sono mai, mai pentita di nulla di ciò che ho fatto.
10. Nascete un’altra volta
In viaggio da soli potete giocare a essere chi volete. Uscite allo scoperto, fate ciò che avete sempre sognato di fare. Come disse Eleanor Roosevelt, “Dovete fare le cose che pensate di non poter fare“. Ecco: fatele! Non c’è nessuno a giudicarvi, nè che si aspetta che vi comportiate in una certa maniera. Quando non c’è nessuno che guarda, ci si sente più liberi di reinventarsi. Il concetto di vergogna si riduce, le catene si sciolgono; in viaggio, le nostre resistenze diventano più morbide.
L’unico compagno di un viaggio in solitaria sei tu: puoi sempre decidere di tornare diverso.
32 Comments
Posso dirlo? Questo post è splendido! Se fosse un libro lo sottolineerei tutto.. Che ridere, anche per me all’inizio cenare da sola era un dramma, ora mi sono abituata e mi fa un baffo! Viaggiando da soli si fanno incontri unici, come trovarsi a cena con due inglesi e un sudafricano che non si conoscono e passare una serata divertentissima (mi è capitato il mese scorso)
Grazie Claudia! 😀
Sai che a volte avevo mangiato in camera un panino insipido, solo per paura di andare a cenare da sola? Ma faceva parte dell’iniziazione al viaggio in solitaria.
Gli incontri in viaggio sono spesso unici e anche divertenti: poi quando sei a casa e ci ripensi, ti torna la gioia di quei momenti.
Bello bello bello! Sono d’accordissimo con tutto quello che hai scritto con tanta chiarezza e poesia.
Specie con gli ultimi due punti, innamorarsi in viaggio è un’esperienza che consiglio a tutti 🙂
Grazie Elisa! Ah, innamorarsi in viaggio, quanto è bello! 😀
Bellissimo post, condivido tutto!
Mi viene da sorridere se penso al mio primo viaggio sola soletta…un weekend a Barcellona. Ero cosi imbarazzata a mangiare da sola, che ho preferito prendere un panino e mangiare di nascosto in ostello!
Da quel viaggio sono seguiti 8 mesi in solitaria in Australia e Asia e tanti ristoranti 🙂 Il viaggio insegna tanto..soprattutto a fare quelle cose che ci fanno paura 🙂
Ah ah io l’ho fatto pure in Myanmar, dunque non tanti anni fa 😉
Fare le cose che temiamo rinforza l’autostima, l’indipendenza e anche il proprio carattere. Se ne esce davvero più forti e motivati.
Buona giornata Mary! 😀
Ahhh bellissimo post! Concordo pienamente su tutto tranne i punti 3 e 4, infatti non ho mai sofferto di fobia del mangiare da solo in ristorante, anzi, ed evito accuratamente di lasciare recapiti e tracce alle autorità italiane, esperienze opposte passate e la voglia di non essere trovato 🙂
Viaggiare da soli e’ un’altra dimensione, una droga per molti (io).
Grande Eli sei sempre magnifica!!!
Presto ti scrivo e ti racconto tutto… Un abbraccio grande!
Glk
Grazie Glk, sì viaggiare da soli è una droga, leggera per alcuni, pesante per altri. Io mi colloco a metà della dipendenza, ma senza nessuna intenzione di ricoverarmi in un centro di Rehab! 😀
Interessante il fatto che non vuoi lasciare tracce! Comunque quell’anno in cui ho viaggiato da sola per l’Asia, prima di spostarmi mandavo – non sempre, ma quasi – un sms ai miei o a mia sorella: essendo una donna sola in viaggio, preferivo lasciare qualche traccia dei miei spostamenti.
Non vedo l’ora di ricevere una tua email di aggiornamento Thailandia experience!! 😀 Abbraccio ricembiato di cuore
Condivido, condivido, condivido, Eli, dalla prima all’ultima riga! Ho viaggiato tanto per la lavoro come inviato di vita ed ero sempre sola: è stato il più bel periodo della mia vita e il modo di viaggiare che più mi ha arricchita. Anche quando, in Giamaica e in Brasile, la sera mi hanno costretta a rimanere in albergo: non è sicuro andare in giro da soli, tanto meno per una signora 🙁
“INVIATO DI VITA”: che bella espressione! Mi devi poi raccontare un po’ della tua vita da inviata: da te c’è tanto da imparare. Buona giornata! 😀
Il tuo bellissimo post è già un viaggio di per sé, una boccata d’aria nuova. Me lo tengo da parte per ogni evenienza, casuale o intenzionale! 🙂
Grazie!! Spero che l’evenienza arriverà presto anche per te (casuale o intenzionale 😉 )
Sono d’accordissimo sul “segreto” di mostrarsi sempre sicuri di se: è un consiglio che mi fu dato per muovermi di sera da sola a Londra e ho continuato a seguirlo anche quando mi è capitato di frequentare Termini in tarda serata. E poi si, bellissimo innamorarsi in viaggio, specie se capita con un locale.. duri quel che duri, sarà sempre un qualcosa di prezioso che si porterà nel cuore.
Londra o Roma Termini è uguale, l’importante è non girovagare per le strade con aria da Cappuccetto Rosso sola nel bosco 😉
Mm non credo di essermi mai innamorata di un italiano all’estero (a parte un errore madornale compiuto quando ero in Albania): sempre locali. Quando è successo, mi ha aiutata a immergermi meglio nella lingua e nella cultura del paese, sono relazioni fortemente arricchenti. Anche sfiancanti, se vogliamo 😀 ma arricchenti da morire.
Ti ho conosciuto tramite Bassa Velocità e sono felicissima di scoprirti, grazie per questo post, mi è piaciuto moltissimo e grazie anche perchè tu, come pochi altri, dai speranza per una vita da freelance con le passioni per la scrittura e il viaggio. 🙂
Ciao Liz! E ora io ho scoperto te, che sei pure mia omonima 😉 Prima di inventare questo nome per il mio blog, il primo che mi era venuto in mente includeva anch’esso il nome LIZ! Ma poi ho cambiato idea: meno male, visto che ci sei già tu!
Grazie per le tue parole, anche se con la scrittura non riesco ancora a mantenermi, eh? Ma non demordo. Mai! 😉
Ciao Eli! Non ho proprio più dubbi eh, siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda…Bellissimo post, avrei voluto scriverlo io 🙂 Un abbraccione!
Ah ah! 😀 Sì, mi sa che lo siamo proprio: la lunghezza d’onda dei viaggiatori che non organizzano mai niente: non siamo inscatolabili in una Lonely Planet.
Bellissimo questo post! Io sono stata da sola solo per qualche giorno a Londra ma ho voglia di farlo di nuovo.. nonostante tutti pensino sia una pazza visto anche cosa si sente in giro ultimamente, a me da una carica pazzesca.. mi fa sentire bene.
Grazie Elisa! Viaggiare da soli fa sentire davvero bene. Ovviamente bisogna essere nel momento giusto per farlo: a me era capitato di andare a Londra da sola in un momento in cui, invece, avrei avuto bisogno di un amico con cui ridere e sdrammatizzare un momento particolare della mia vita. E non ero stata molto felice. Ma è stata l’unica volta 🙂
Bè direi che hai rimediato alla grande dopo in altre parti del mondo, no? 😉
Rimediato alla grande! 😀
Bello bello bello!!!! Anch’ Io essendo una globe trotter solitaria come te mi sono trovata in molte, se non in tutte ,le situazioni da te descritte e le rivivo con il sorriso!!! Grazie per farmi rivivere queste emozioni forti…….e evviva le viaggiatrici in solitaria 🙂
Ciao Cinzia!! 😀 Continuiamo a viaggiare da sole, che a stare ferme (o viaggiare in tour di gruppo organizzati) c’è sempre tempo 😉 Un abbraccio!
[…] il successo riscosso dal punto 9 (“Innamoratevi”) del post Viaggiare da soli: 10 lezioni imparate in 12 mesi sulla strada, e dopo aver ricevuto richieste varie di capire meglio come io avessi applicato tale punto ai miei […]
riguardo al famoso punto 9 (ormai più famoso del punto G)… vorrei testimoniare che è fondamentale, e per me anche un po’ inevitabile. io mi sono innamorata durante quasi tutti i miei viaggi, dalla piccola cotta momentanea all’amore che poi mi sono portata a casa… ed è cosa stranissima per me, perché non sono una di quelle facili a innamorarsi, anzi proprio l’opposto, ma si vede che in viaggio si allentano tutte quelle pugnette mentali (scusate il “romagnolismo”) che nella vita “normale” mi frenano… e lo trovo uno dei regali più belli, tra i tanti, che devo al viaggio 🙂
“Più famoso del punto G”, ah ah! Anch’io ho intrapreso pochi viaggi in cui non mi sia innamorata di qualcuno: subisco abbastanza il fascino dello straniero. Che poi a volte, passato l’idillio, abbia scoperto che fossero dei cretinetti, poco importa 🙂 Ti scusiamo il romagnolismo, in questo contesto calza a pennello 😀
Tesoro, ricordo il mio primo viaggio da sola come sai in Algarve, andavo a mangiare da sola e lo sentivo come un rifugio dagli occhi che all’esterno parevano chiedersi che ci facessi sola! Ebbene nei ristoranti si fanno tantissime conoscenze come la signora che dopo averle detto che sono italiana mi ha mostrato le sue guide di Roma Firenze e Siena, oppure il signore portoghese che mi ha fatto compagnia durante un pranzo, insomma fantastico veramente,lo rifarei! Grande Eli! 🙂
Che bello, Laura! Credo che ogni viaggio intrapreso da soli abbia le sue connotazioni che ci distinguono dagli altri. Io, ad esempio, mangiando da sola al ristorante non ho mai conosciuto nessuno, tranne a Tehran, quando un uomo si era seduto nel tavolo accanto al mio con il laptop, che faceva finta di utilizzare. In realtà, controllava cosa facessi io, col mio, e poi ha attaccato bottone facendomi un sacco di domande. Servizi segreti ben poco discreti? 😉
Fantastico, vorrei provare a viaggiare da sola, non so c’è ancora qualcosa che mi frena però.. Articolo molto utile in ogni caso!
Se c’è ancora qualcosa che ti frena vuol dire che non sei ancora pronta. Il giorno in cui il coraggio diventerà più forte delle tue paure, farai il salto! A me era successo così 😉
[…] leggere ancora qualcosa su questo argomento? Prova a dare una letta anche a questo articolo, io l’ho trovato fantastico […]