Lei è Paola, autrice del blog Pasta Pizza & Scones, e in questo post vi racconta la sua storia con il suo attuale compagno e dei fraintendimenti che si possono avere quando si frequenta uno straniero. Lei è italiana, Tom è italo-inglese, e talvolta le loro differenze li fanno ammattire. Li seguo da un po’ e muoio dalle risate: ecco l’amore ai tempi della Brexit.

Fino a qualche anno fa ero una single felice e vivevo benissimo questa situazione, soprattutto dopo aver realizzato che noi donne siamo in grado di fare tutto da sole. La mia vita girava intorno a casa, lavoro, gatti e viaggi, fino a quando una storiella estiva si è trasformata senza preavviso in qualcosa di più impegnativo. Da quel momento ho ripreso lo studio dell’inglese e vissuto da pendolare tra casa mia a Torino e casa sua in Inghilterra, fino a quando non ho chiesto un anno di aspettativa per trasferirmi su.

Il primo incontro a diciassette anni
Io e Tom ci siamo incontrati la prima volta quasi vent’anni fa, quando i miei genitori decisero di mandarmi in Inghilterra a studiare inglese, a casa della sua famiglia non per caso. Tanto love per due settimane estive, poi ci siamo persi di vista e infine ritrovati grazie a Facebook. Insomma, vi posso raccontare una storia degna delle migliori telenovele.
I nostri genitori si conoscevano perché entrambi i nostri padri erano cresciuti nello stesso paese sperduto del torinese, e da giovani erano migliori amici. Sia io che Tom siamo cresciuti sentendo le storie epiche della loro gioventù e dei loro viaggi in tenda e 500 in giro per l’Europa. Erano così amici che il padre di Tom è stato addirittura testimone di nozze dei miei genitori, prima di spostarsi a Milano per lavoro e poi in Inghilterra (la madre di Tom è inglese).
Negli anni i nostri genitori si erano persi di vista come succede spesso, ma per qualche motivo il padre di Tom era venuto in Italia per visitare i parenti e gli amici torinesi proprio nel momento in cui i miei genitori avevano deciso di mandarmi in vacanza studio in Inghilterra. Per caso i suoi avevano invece iniziato ad ospitare studenti italiani a casa loro.
Grazie a questa serie di fortunate coincidenze mi ero vinta due settimane in Inghilterra e, a diciassette anni, alle prese con il mio primo viaggio davvero da sola senza nessun accompagnatore, non vedevo l’ora di partire!
A Gatwick erano venuti ad aspettarmi Tom e suo padre, ed io ero spaesatissima in un mondo completamente diverso in cui non capivo una parola. Tom invece aveva la mia età ed era biondissimo, con gli occhi blu e ci eravamo subito piaciuti molto. Per due settimane ci siamo tenuti per mano e baciati di nascosto. Eravamo due adolescenti timidi, e lui mi piaceva tantissimo. Dopo il mio ritorno in Italia ci eravamo scritti forse qualche lettera, prima di smettere di sentirci.
A costo di sembrare vecchissima devo ricordarvi che all’epoca le telefonate con il prefisso internazionale avevano costi proibitivi, i cellulari venivano usati solo dai super manager, Facebook e WhatsApp non esistevano ed internet stesso era ancora una roba da ricercatori universitari. Per farvi capire quanto erano selvaggi quei tempi, io ho avuto la mia prima connessione a 56K almeno tre anni dopo!
Mantenere una relazione a distanza era impossibile.

Lowestoft
Come e quando ci siamo ritrovati dopo quasi un ventennio
A questo punto vi chiedo di fare un salto temporale di diciassette anni, in stile Martin McFly con la DeLorean, e atterrare a due anni fa con noi che siamo diventati grandi, e ognuno di noi si era sposato (con persone diverse) per poi divorziare lo stesso anno. Se tutte queste coincidenze ancora non vi hanno convinto del fattore soap opera che permea tutta la nostra storia, mentre stavo perdendo tempo su Facebook a vedere quanto erano invecchiati male i miei ex compagni di classe, o qualcosa di ugualmente utile e importante per l’umanità, suo fratello era finito tra le “persone che potresti conoscere”, confermando in pieno la teoria dei sei gradi di separazione.
Sono subito corsa a vedere come era diventato il mio amore inglese per poi diventare amici su Facebook. Dopo una doverosa stalkerata delle foto alla ricerca di tracce di fidanzati/e o figli, abbiamo iniziare a parlare per scoprire che ci piacevamo ancora.
Prima che lui ammettesse che all’inizio non si ricordava di me, ma che aveva iniziato a scrivermi perché gli piacevo in foto, siamo finiti a fare una serie di conversazioni infinite su WhatsApp e Skype. Nonostante tutto lo zucchero che passava nei nostri messaggi, la relazione via internet, chat e messaggini iniziava a starci stretta e volevamo vederci dal vivo così alla fine ho fatto la pazzia di prendere un volo low cost per andare a trovarlo, correndo il rischio che potesse essere un maniaco o non piacermi (oppure avrei potuto non piacergli io!).
Invece quando ci siamo visti, ci siamo di nuovo piaciuti tantissimo e innamorati come non immaginavamo neanche.

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Vivere insieme e differenze culturali
Fare avanti e indietro tra Italia e Inghilterra non mi dispiaceva, l’unico problema era la mancanza di ferie, unita al costo di voli, treni e benzina che iniziava a diventare una spesa costante, per cui avevo deciso di sfruttare un anno di aspettativa per trasferirmi in Regno Unito.
Vivere insieme però è molto diverso rispetto ad una storia a distanza. Quando si devono dividere gli stessi spazi emerge tutta l’incompatibilità di carattere, oltre al fastidio che si prova a dover modificare le proprie abitudini.
Vi ricordate la trasmissione televisiva che mandava un maniaco del pulito a casa di un accumulatore seriale? Ecco, siamo noi.
Immaginate me che vorrei pulire casa con un lanciafiamme per far fuori moquette e rubinetti doppi in un colpo solo, e lui che sembra non poter fare a meno di ogni soprammobile, oltre ad avere l’abitudine di voler conservare qualsiasi cosa. Il nostro primo vero litigio è avvenuto dopo che ho buttato via una tazza sbeccata che secondo lui era ancora perfettamente utilizzabile.

In parte queste differenze sono anche culturali.
Tom è totalmente inglese come modi di fare anche se è nato in Italia e mi sono resa conto solo vivendo all’estero di quanta importanza noi italiani diamo alla casa. In Inghilterra non prestano troppa attenzione a nascondere i passaggi dei cavi o degli scarichi, soprattutto nelle case in affitto. I pavimenti poi di solito sono rivestiti con moquette e linoleum, cosa che noi italiani viviamo quasi come un’offesa personale. Per non parlare dei mobili o dei servizi di piatti completi e coordinati, che per molti inglesi sono solo dettagli trascurabili.
Per i piatti ho agito di forza e a Natale è apparso un servizio carino direttamente nel mobile della cucina con la scusa che non avevamo abbastanza piatti per invitare i suoi genitori a cena. Per tutto il resto ci stiamo ancora lavorando.
Ci sono poi anche alcuni nostri aspetti culturali che sono del tutto alieni agli inglesi, come l’idea della “bella figura”, intesa sia come vestirsi in modo appropriato al contesto che nel comportarci in modo educato di fronte a qualcuno che detestiamo. In compenso, gli inglesi che si vantano della loro sincerità diretta hanno un modo incredibilmente fastidioso di dimostrare disappunto solo dicendo excuse me.
Infine, ho scoperto che noi italiani siamo i maestri dell’overreacting e non siamo in grado di essere subtle nel senso in cui lo intendono loro.
Avere un compagno straniero per me è stimolante sotto tanti aspetti perché ti arricchisce di una cultura diversa, ma è una sfida costante nel cercare di capirsi. Grazie a queste differenze stiamo collezionando una serie di episodi divertenti come quando stavo parlando con mia madre di qualcuno che conoscevamo entrambe e Tom ci chiese in modo serissimo di smettere di litigare. L’abbiamo guardato come se fosse matto.

Se volete leggere le stupidate che dico io in inglese, Tom ha appena aperto un account Twitter in cui riporta le mie perle.
Per conoscere il seguito della nostra personale soap opera c’è Pasta Pizza & Scones e il mio profilo Instagram.
Paola
2 Comments
Bell’articolo e interessante blog, che ho già inserito in Feedreader. Se qualcuno accosta Italia e Inghilterra, devo esserci! Grazie a entrambe. 😉
😀 bene, il blog di Paola merita di essere conosciuto!