Chi è viaggio-dipendente lo sa: passato un mese dal ritorno di un viaggio, si comincia a diventare irritabili, irascibili, intrattabili. Nulla fa stare bene quanto il pensiero di avere già un altro viaggio pronto nel cassetto, un hotel prenotato, un biglietto acquistato.
Noi viaggiatori siamo stupidi: torniamo con l’illusione che lo stato di ebbrezza duri quanto una luna piena, quando la felicità provocata da un viaggio non resiste oltre il primo giorno in cui si torna al lavoro.
Viaggiare, come tutte le droghe, provoca dipendenza. Potresti esserne affetto anche tu. Non lo sai? Ti aiuto.
Sai di essere diventato dipendente dai viaggi quando:
Lavori solo per pagare le spese del tuo prossimo viaggio.
Prenotare un viaggio ti dà più adrenalina che fare l’amore con il tuo ragazzo.
Gli altri pensano a quando andranno in pensione, tu pensi a quando ti licenzierai per mollare tutto e viaggiare.
Kayak o Skyscanner sono la tua homepage.
Hai lo studio e la camera da letto tappezzati di mappe.
Tutto ti annoia, e pensi a come ti divertiresti, se fossi in un altro paese.
Leggi solo libri che ti fanno venire voglia di partire.
Sei in macchina e ascolti solo le canzoni del paese da cui sei appena tornato.
Controlli continuamente i siti Booking e Airbnb per cercare la sistemazione per il prossimo viaggio.
Appena entri in un aeroporto, ti destreggi con naturalezza come se fossi entrato a casa dei nonni.
Parli in italiano ma la risposta “Sì” ti viene sempre in un’altra lingua.
Ti senti più a tuo agio sullo Skytrain di Bangkok che sulla metro della tua città.
Esci di casa e temi più che i ladri ti rubino il passaporto piuttosto che il computer, il cellulare, il tablet e l’oro ereditato dalla nonna, messi insieme.
Nella borsa continui a portarti le salviettine profumate come fossi sempre in viaggio.
I tuoi amici parlano e tu rispondi “Quando ero in Thailandia…”
Hai più amici stranieri che italiani.
Se lui non è straniero, non ti innamori.
Hai a casa almeno un paio di tazze da tè con i simboli di Londra, New York o Dubai.
Vai a comprarti qualcosa e pensi “Con questi soldi, in Cambogia, mi comprerei almeno cinque magliette e un paio di bermuda”.
Nel portafogli tieni le banconote dei paesi che hai visitato, insieme agli euro.
Hai pagato il tuo panettiere con una moneta straniera, e hai chiesto scusa perché eri appena arrivato da un viaggio (in realtà eri già arrivato da sei mesi).
Insieme alle tessere dei supermercati tieni almeno cinque tessere di raccolta miglia di compagnie aeree (pur non avendo mai vinto niente).
Non ascolti più le istruzioni della hostess prima del decollo, ma cominci subito a sistemarti la mascherina e il cuscino per dormire.
Quando c’è una turbolenza, guardi il vicino che si agita come fosse un marziano.
Chiami Kuala Lumpur “KL” e Phnom Penh “PP”, passando da “BKK”.
Ti perdi a Torino, ma sai perfettamente dove andare quando sei a Londra.
I tuoi colleghi, in riunione, ascoltano e intervengono, mentre tu pensi al tuo prossimo viaggio.
Stai cercando segretamente (ma non lo ammetti) un lavoro da nomade digitale.
Quando leggi le riviste delle compagnie aeree sul volo di andata, ti fermi sulla pagina delle rotte e pensi già a dove andare nel prossimo viaggio.
Lo stesso nel beauty-case, pur sapendo che quei saponcini, shampoo e bagnoschiuma non li userai mai.
Tieni quel dentifricio comprato a Katmandu come fosse una reliquia.
Sai fare una valigia perfetta in meno di un’ora.
Torni da un viaggio e non disfi mai la valigia del tutto.
Sei all’aeroporto e fai scorta di sacchetti di plastica in cui sigillare i liquidi per il tuo prossimo viaggio.
I tuoi amici farebbero una colletta per pagarti loro, quel viaggio, pur di vederti di nuovo felice.
I tuoi genitori si chiedono cos’hanno fatto di male il giorno in cui ti hanno concepito.
Ma soprattutto:
Passi i sabati sera a casa a leggere blog come questo, e sognare la tua prossima meta.
51 Comments
Splendido!!! Li ho.. TUTTI!!! Ahahah!! In particolare mi sono concentrata sul .”.Se lui non è straniero non ti innamori” 😉 Io ancora devo partire e già penso a dove posso andare dopo!! Sono incurabile .. E infatti leggo te il sabato sera!!
Ah ah ah!! Dani mi hai fatta ridere! Ti ho pensata, infatti, quando ho scritto la storia dello straniero 😉
ahahha, presente!! Eccomi di sabato sera a sognare nuove mete!! Dici che sto messa male?!?:P
Comunque, mi hai fatta morire!!!:D
E cosa credi che stia facendo, io, stasera? 😉
Sono contenta di averti fatta ridere!!
Ho riso tanto perché con certe frasi mi sono proprio riconosciuta. Hanno già aperto il reparto per curare questa grave forma di dipendenza? Prendo il numerino….
Il reparto per curare questa dipendenza lo trovi dritto davanti a te, superato il bancone del check-in 🙂
A prescindere che condivido ogni singola parola: dal chiamare Kuala Lumpur kl , Bangkok BKK, al guardare il vicino durante le turbolenze, al sentirsi più a proprio agio sullo Skytrain di bkk che a casa, al lavorare SOLO per il prossimo viaggio fino al sabato sera a casa a risparmiare per il prossimo viaggio e morire dal ridere leggendo questo post!!
Sono malata di travel addicting allo stadio terminale
Ero convinta di essere solo io, a guardare il vicino terrorizzato quando invece sta semplicemente scendendo il carrello di atterraggio dell’aereo!
Le ho TUTTE!!! ma proprio TUTTE
E mi piaccio cosi 🙂
Anch’io mi piaccio così! 😀
Sono una drogata di viaggi anch’io! Eli che post divertente.. mi ritrovo in tantissimi punti, anche se per alcuni sarebbe meglio di no 😛
per questo “male” c’è solo una cura, ed è viaggiare!!
Grazie Chiara e hai ragione, non c’è proprio altra medicina che ci possa curare. Le ho provate tutte ma niente, alla fine devo sempre fare un altro biglietto…
Mi rispecchio nel 99%.. ed infatti eccomi qui a leggerti stasera!
Ah ah! Buongiorno Francesca!
Non proprio tutte ma quasi… Buona serata a tutte!
Ciao Alessandra! Buona domenica 🙂
Temo di non mancare all’appello di quelle che il sabato sera sono qui a leggerti, però la valigia in un’ora quella non ce la posso fare. Non vado su Skyscanner (non voliamo) ma su Homelink (scambiocasa), googlemaps è la prima finestra che apro sul computer, Booking, Air B&B ci sono sempre per le tappe intermedie tra uno scambio e l’altro, il regalo più bello una guida/libro di viaggio anche se di un posto che non visiterò mai. Ed infine si, più amici all’estero che in Italia. Ma che ti risulti abbiamo qualche speranza? Buona notte e grazie, al solito è un piacere leggerti 😉
Facciamo che la valigia la prepariamo almeno in due ore, và! 🙂
No, non abbiamo speranza!
Infatti: non è che ti andrebbe di scrivere un guest-post per il mio sito, su Homelink? Non lo conosco ma sarebbe bello approfondire per farlo conoscere. E non ci sarebbe metodo migliore che farlo conoscere con il tuo stile inconfondibile e il tuo senso dell’humour.
Let me know!
Cara Eli, si ti ho promesso il post sullo scambio casa, ma ai tempi dei turisti per sbaglio che ci mettono 2 settimane a fare le valigie… Diciamo fine prossima settimana? Sono decisamente indietro su tanti fronti, come da normale amministrazione ;). Se hai qualche domanda specifica sullo scambio farà per me da traccia al post, diversamente procedo freestyle 🙂
Roby, fai con calma! Dovresti vedere i miei, di tempi, quando mi chiedono un guest post: a differenza tua, non corrispondono affatto al tempo in cui ci metto a fare la valigia 😀 Procedi pure freestyle, non do mai tracce, e poi la tua scrittura freestyle è unica.
Grazie!
Ma care amiche, si perche’ vedo solo risposte di donne…come mai?????? vi chiedo..parlate che avete piu’ amici all’estero che in Italia!!! come mai??? mi sembrate tutte brillanti, indipendenti, , coraggiose, con grandi prospettive….Ma chissa’ perche’, per me naturalmente, la parola amici è troppo importante e prima di dichiarare una persona amica (con la A maiuscola…..) ce ne vuole!!! non è che questi amici in giro per il mondo siano solo virtuali??? io ho tanti amici, con cui vado a teatro, al cinema, a passeggiare, a fare viaggi e quotidianamente gli parlo, vedo gli occhi, gli sfioro le mani…questi per me sono veri amici………- Mi sembra che questo nel vostro ….intimo……..
Ciao Bilancia, era un po’ che non ti si vedeva da queste parti, a punzecchiare me e chi mi legge con i tuoi commenti che, in ogni caso, fanno sempre riflettere.
Io posso risponderti parlando di me: sono d’accordo che per chiamare qualcuno “amico” ci vogliono tempo, fiducia, pazienza, conoscenza, affinità e amore.
Gli amici di cui parlo nell’articolo non sono quelli virtuali, ovviamente, bensì reali. Ad esempio, due delle mie amiche (e le mie vere amiche sono poche) sono albanesi e vivono una in Albania e una in Turchia, e oggi ci sentiamo regolarmente tramite telefono, skype e messaggi, e ci si vede quando si riesce. La nostra amicizia ha basi solide perché nata quando io ho vissuto e lavorato in Albania, dal 2002 al 2005, e continuata fino ad oggi. Magari non è sbocciata subito, c’è voluto del tempo per fidarsi reciprocamente. Oggi posso dire che Aferdita e Rafaela sono due delle persone di cui mi fido di più al mondo, a cui darei la mia vita in mano, che mi hanno aiutata e supportata sempre, senza interesse personale e senza altro motivo se non l’amicizia che ci lega.
Le amicizie virtuali sono un’altra cosa.
Ho parecchi sintomi e sto peggiorando sempre più!!!
Siamo tutti in via di peggioramento… 😉
(ora che ti firmi di nuovo Pe, ti posso riconoscere immediatamente!)
“Stai cercando segretamente (ma non lo ammetti) un lavoro da nomade digitale.”
“I tuoi genitori si chiedono cos’hanno fatto di male il giorno in cui ti hanno concepito.”
Colpita e affondata… 🙂
Bene, Ughetta!! E spero (segretamente) che tu possa davvero trovarlo un lavoro da nomade digitale. O magari inventartelo su misura dei tuoi sogni e delle tue passioni 😉
Grazie…e dita incrociate… 😉
Sarà una nomade-digitale molto atipica… l’atipicità è nei suoi geni. Un bacio a tutte e due 🙂
Quando torno da un viaggio io ho i cinque stadi del dolore:
Negazione, a qualche giorno dalla partenza: ogni volta mi dico “ma no, stavolta mollo davvero tutto e resto qui”.
Rabbia: quando mi rendo conto che o non ho il coraggio o non ho i mezzi per fare quanto detto sopra…
Contrattazione: mentre faccio la valigia e cerco di convincermi che quando tornerò sarò diversa, che il viaggio è una condizione dell’essere, che mi porterò dentro un bagaglio di esperienze meravigliose e blablabla…
Depressione: appena rientrata in casa è l’acme della catastrofe. Qualsiasi cosa mi ricorda quello che facevo o non facevo quando ero lontana…e scoppio in lacrime ogni tre quarti d’ora, proprio come quella tizia in quel noto spot che piange nella vasca pensando alla crociera da sogno…
Accettazione: dopo 15-20 giorni ricomincio a muovermi e smetto di avercela su col posto in cui vivo. Generalmente questo è dovuto alla consolazione che mi da il pensiero di poter fare un altro viaggio, appunto 😀
Comunque mi hai dato una grandissima idea che devo proprio appuntarmi: far scorta di bustine di plastica per sigillare i liquidi (che non sono mai pochi, considerando tutte le schifezze per la gastrite che mi porto dietro ogni volta che parto e che poi puntualmente non userò perchè… si sa…l’aria di un posto nuovo cura tutti i mali). Ogni volta che preparo la valigia è l’unico punto che mi mette in difficoltà!
Per il resto ho tutti i sintomi! 😀
Allora la fase dell’accettazione è tutta una finta! 😀
Io di queste bustine di plastica per sigillare i liquidi ho il bagno pieno, le utilizzo per tutto ciò che tengo in borsa e ci imbusto anche i liquidi che tengo nel bagaglio in stiva.
La gastrite è il mal del viaggiatore che ha un biglietto aereo di andata e ritorno 😉
Bellissimo questo post … Sapessi scrivere come te … Anche io ho molti di questi sintomi.
P.S. Ho già in tasca il biglietto per BKK per agosto
Grazie Roberto! Hai già preso il biglietto? Evviva! Buona Thailandia: ora vado a leggermi il tuo blog 🙂
Grazie a te Ely per essere fonte di ispirazione e grazie se mi leggerai. Il mio blog non è certo bello come il tuo, ma pensa che fino a l’anno scorso non sapevo neanche cosa fosse un blog
Ogni blog è bello perché ognuno ha il suo stile. Tu hai il tuo stile… Thai! 😉 Siamo tutti qui per imparare, ognuno fa il suo percorso: di scrittura, di vita, di tutto. L’importante è essere sempre aperti, allegri e con tanta voglia di vivere. E di viaggiare 🙂
Hai ragione … e a me la voglia di viaggiare non manca di certo!
Oddio, una valigia in un’ora? Credo che sarei così presa dall’ansia che mi siederei sul letto a piangere! Sono un’amante dell’avventura solo se è proposta con calma… 😉
Bella l’idea dell’avventura proposta con calma: devo dire che si addice anche a me, e forse è come vivo io i miei viaggi. Proprio un’avventura con calma.
Sei proprio una scrittrice: dai sempre la definizione giusta alle cose!
Mi occorrono anche meno di 60 minuti se accanto alla valigia c’è un biglietto per qualsiasi destinazione, possibilmente ricevuto in dono e quindi super apprezzato 🙂 Sì, anche io posseggo tutti questi incurabili sintomi e confesso che non vanno via nemmeno quando capita che, per motivi di forza maggiore, sei costretto/a a viaggiare meno di quello che vorresti. Non c’è cura!
No no, non c’è proprio cura! Forse perché, per quelli come noi, viaggiare è vita.
Ci siamo anche noi…io e mio marito…tornati a fine novembre dal nostro viaggio di nozze in giro per il mondo durato 32 giorni…a dicembre mio marito aveva già pianificato il prossimo viaggio e a fine settembre si riparte!!!
P.s. io in un’ora di valigie devo prepararne 2
Benvenuti, Babi & husband! Un viaggio di nozze di 32 giorni, che meraviglia!
Non riuscirei a preparare due valigie in un’ora neanche con una carabina puntata alla tempia 🙂
ha ha ha!!! che ridere!!!!! facciamo a gara chi prepara la valigia in meno di un’ora??? io ci sto!!!! 40 minuti…calcolati!!!!!! solo che vorrei raccomandare alle signore di prendere su meno roba!!! Vi portate dietro tutta la casa!!!! cosa avete paura di non trovare sul posto le cose?????? sicuramente nel primo albergo che andrete, troverete tutto..dal dentifricio..a tutto quello che serve per l’igiene!!! ho un’amica che riempie la valigia di fazzoletti di carta!!!!!! Vi serve una camicia, una maglietta’ un paio di mutande?? cosa c’è di piu bello andare subito in un mercato o negozio a spendere pochissimi soldini per comperare tutto e mano a manoche la roba si sporca, lasciarla la!!! provate per credere!!! partite a valigia quasi vuota e ritornerete…un po’ piena, pero’, con le cose che avrete acquistato la!!!
Ah ah Bilancia con questo commento mi hai fatta ridere, stavolta! Hai proprio ragione: forse abbiamo paura di non trovare sul posto le nostre, di cose! E pensiamo di non poter sopravvivere senza QUELLA maglietta, QUEL paio di sandali, e addirittura QUEL dentifricio! Quando invece potremmo benissimo goderci la gioia della valigia semi-vuota, per una volta, e poi riempirla di cose comprate in loco, dei sorrisi della gente, delle emozioni vissute in viaggio. Il resto si può anche buttare!
Riguardo ai fazzoletti di carta, ahimé, quanto la capisco la tua amica: negli anni Novanta me ne portavo dietro almeno sempre cinque pacchetti, ah ah!! Oggi SOLO tre 😀
Comunque quest’estate in India proverò a seguire il tuo consiglio: mi porterò pochissima roba. Se poi però non troverò vestiti in loco che mi garbano (mutande comprese), so poi a chi addossare la colpa 😉
concordo pienamente con te, sebbene ci sia tutta la volontà di tenerci il calore dell’India dentro di noi e non riadattarci ai musi lunghi!!!
Dopo un viaggio lungo in un luogo magico, non ci si riadatta mai più ai musi lunghi dell’occidente 😉
I sintomi che hai elencato li ho quasi tutti, ma da questa “patologia” che si e’ manifestata in modo subdolo io NON DESIDERO GUARIRE!!! Anche se e’ veramente dura ogni volta che si torna a casa ritornare alla solita routine il solo pensiero di un nuovo viaggio ti sostiene e ti aiuta ad affrontare la quotidianita’. Meno male che il VIAGGIO esiste! Complimenti per il post: bellissimo!
Grazie Criss! 😀 Anch’io non desidero guarire: sto tanto bene così, con tutti questi sintomi che mi fanno sentire viva. Sì, meno male che esiste il viaggio!
ciao ho scoperto il tuo sito per caso e volevo farti i complimenti perché ti capisco pienamente. il mio ultimo anno è stato 3 mesi in Argentina, 4 in Italia e 5 in Svizzera e ora che il mio Erasmus sta per finire sto già pianificando la mia prossima meta perchè non posso stare ferma. solo quando sono all’estero i miei amici mi dicono che i miei occhi sorridono!
Ciao Francesca! Grazie!
Gli occhi che sorridono sono la bussola per capire che sei sulla strada giusta 🙂
Riparti!!
Io leggo blogs come questo per addormentarmi! Anche questo è un sintomo?!
Bellissimo, ah ah! 😀 Sì, un bel sintomo coi fiocchi.