“Mi dispiace, ma un anno di prova per realizzare un’esperienza di una diversa attività lavorativa non glielo posso concedere. Non le spetta. Si andrebbe a cumulare con le aspettative che ha già preso. Quindi a settembre lei deve rientrare al suo posto”.
Ma il mio posto non è più qui. Il mio posto è… dov’è? Non lo sapevo più: le parole del dirigente scolastico mi avevano gelato l’anima come mille anime che si gelano, e fatto crollare la certezza con cui avevo convissuto quest’anno in Oman.
Bentornata a casa.
Poiché io restavo ferma sulla mia posizione, ci lasciammo con l’impegno reciproco di informarci ulteriormente sulla legge che regola aspettative e anno sabbatico, e arrivederci al primo luglio: “Perché se dovessimo scoprire che invece l’anno di prova lo può richiedere – cosa che dubito – la domanda me la fa entro quella data”.
Uscii dalla scuola affranta; la pioggia mi bagnava i capelli e inzuppava i vestiti, ma a me non importava nulla. Salii sulla macchina e spensi subito la musica araba, quella che ascoltavo guidando nelle dune del deserto: volevo ascoltare solo il mio cuore, sebbene me lo sentissi sottosopra come in uno shaker da cocktail alcolico doppio.
Sudori. Palpitazioni. Sveglia ogni mattina alle quattro con gli occhi sbarrati: possibile che mi fossi sbagliata? Eppure avevo letto che potevo prenderlo, sto benedetto anno di prova. Mai come in quei giorni avevo riscoperto i benefici della Meditazione Vipassana: le tachicardie erano diventate così irruenti da cogliermi non solo di notte, ma anche di giorno, obbligandomi a sessioni straordinarie di respirazione profonda che mi calmasse il battito del cuore.
Intanto mio papà aveva avuto il terzo infarto, stavolta lieve: il primo a dicembre, il secondo a marzo, il terzo un mese fa. E poi ditemi se non doveva venirmi il cardiopalma.
I giorni passavano, e io intuivo che l’anno di prova non avrei potuto prenderlo. Interpellai i rappresentanti di due sindacati diversi, dei quali uno mi rispose che non aveva tempo di aiutarmi – ma che poi alla fine, insistendo, mi disse frettolosamente che secondo lui non avrei potuto chiederlo; l’altro non mi rispose neanche. Su suggerimento di un’amica, decisi di rivolgermi a una sede decentrata della Uil, la quale si rivelò seria nell’ascoltare il problema e controllare le leggi, e nel promettere di farmi chiamare dal Segretario Provinciale in persona per il responso, di lì a pochi giorni.
Bisogna essere pronti al peggio, nella vita. Ma io non ero pronta per niente: forse neanche per ripartire.
E’ stato solo in quei giorni di attesa, infatti, che mi sono resa conto della confusione che regnava nella mia testa: volevo davvero tornare in Oman? Avevo trovato un lavoro, laggiù, e avevo anche già fatto le visite necessarie per richiedere il visto di lavoro. Eppure, c’era qualcosa che non mi convinceva: dentro al mio cuore, volevo davvero tornare nel Sultanato dell’Oman a fare la guida turistica? Era proprio ciò a cui aspiravo?
Da quando ero tornata, mi ero accorta che, seppur sovrappensiero, avevo compiuto un paio di ricerche su internet per lavorare in Myanmar o in Malesia. Perchè mai, se il lavoro l’avevo trovato in Oman?
La risposta l’ebbi in quei giorni, parlando come al solito con la mia amica Daniela (sì, sempre lei, quella che – del tutto involontariamente – mi diede la spinta a prendermi un anno sabbatico lo scorso anno). Una sera, nel panico, le dissi: “Oman sì, Oman no, basta! Quest’anno lo prendo per mettere un punto nella mia vita. Per provare a realizzare quei tre progetti che ho in testa da un paio d’anni, per poi andare a capo e ripartire serena la prossima estate”.
Daniela rispose entusiasta: “Sai che ti dico? Fai bene: perchè quando mi parli di tornare in Oman, lo dici col cervello; quando mi dici che resterai un anno qui a scrivere il libro e realizzare gli altri due progetti, lo dici col cuore. E io, da quando ti conosco, non ti ho mai vista prendere una decisione che non fosse col cuore”.
Cosa faremmo senza le amiche, nei bivi della vita?
Decisi poi di smettere di pensare (un giorno solo, non esageriamo), e di lasciare che le cose accadessero.
E fu così che, di lì a poco, ricevetti la telefonata del Segretario Provinciale della Uil: “Ho guardato le leggi, anche in base a ciò che ha già fruito fino ad oggi, e le dico che lei questo anno di prova per una diversa esperienza lavorativa lo può chiedere, perchè non si cumula con le altre aspettative”.
Ma come? Proprio ora che avevo deciso di restare!
Vedete: la vita non ci lascia mai compiere una scelta nelle condizioni che faciliterebbero il compito. Le scelte difficili, di solito, le dobbiamo fare quando possiamo scegliere tra due strade, mai una sola. Ché altrimenti non sarebbe una vera scelta, bensì quasi una costrizione. E poi potremmo sempre incolpare il fato avverso. Invece no: a scegliere siamo sempre noi, e nostra è la responsabilità della strada che decidiamo di prendere.
Mancavano pochi giorni al 1 luglio, ormai ero diventata insopportabile e le amiche mi evitavano come la peste: basta vado in Oman, no ma che ci torno a fare in quel posto noioso, basta me ne resto in Italia, ma se poi dopo un mese di scuola mi pento, quasi quasi torno in Cambogia, però quella ragazza che vive in Myanmar mi ha detto che là ci sono buone possibilità lavorative, ma no che ci vado a fare in un paese con la connessione internet a singhiozzo, vabbè allora torno a fare la guida turistica e stop, aspetta però che poi lo so che là non scrivo di nuovo e vado in depressione perchè non scrivo e…
Mia sorella – santa donna – a quel punto decise di intervenire:
1. “Ho letto che se sei indeciso tra due scelte, devi lanciare una moneta. Nel momento in cui la lancerai, saprai esattamente ciò che vuoi davvero”.
Testa: Torno in Oman. Croce: Resto in Italia.
Lanciai la moneta: venne croce. “Ma come? Io avevo pensato all’Oman!”. Mia sorella mi disse che allora ciò che volevo veramente era di tornare in Oman. Però non ero convinta: quando la moneta era atterrata, il mio cuore era andato sottosopra temendo che venisse croce. Ovvero, temendo che venisse ciò che in realtà era meglio per me, in questo momento della mia vita.
2. Alzando gli occhi al cielo, la Santa Sorella mi porse tacitamente un libro: I CHING, il libro degli oracoli cinesi. “Aprilo a caso, poi leggi con attenzione ciò che c’è scritto”.
Lo aprii con mano tremante. Ecco cosa c’era scritto:
“PO’. SGRETOLARE.
NON E’ VANTAGGIOSO AVERE UN LUOGO OVE RECARSI.
C’è qualcosa che non convince: pensieri, parole, ricordi, piccole contrarietà rendono difficile lo scorrere degli avvenimenti.
Yin, yang, yin, yang… la vita scandisce in ritmi alterni e quando si tocca il fondo c’è la spinta verso la risalita.
I tempi mutano senza che ce ne accorgiamo, le situazioni si evolvono verso la fase di assestamento, ma bisogna guardarsi attorno, cercare la strada giusta per arrivare in porto e finalmente trovare la pace.
C’è sempre qualcosa da raggiungere anche in tempi di Pò; i risultati saranno pari all’intelligenza con cui si è lavorato. il saggio si addossa questo impegno e arriva a risultati positivi per la sua paziente fatica senza cedimenti; chi è debole resta nella sua inquietudine, si conferma nella mediocrità, rinuncia perfino alle ambizioni pur di non dover combattere”.
Il luogo che ho in cui recarmi è l’Oman. Quindi non è vantaggioso recarsi là. Però non sono ancora così convinta…
3. La Santa Sorella – la cui pazienza cominciava a vacillare – mi disse allora: “Un detto giapponese dice: “La scelta giusta è quella a cui pensiamo quando facciamo il settimo respiro da quando abbiamo cominciato a scegliere”.
Provai: peccato che ormai mi veniva da ridere, e perdevo sempre il conto.
La Santa Sorella, a quel punto, mi spedì a casa mia: “La scelta devi sentirtela dentro. E adesso non scassare più i marroni”.
Alla fine vennero le 11.55 del primo luglio: il dirigente della mia scuola non sarebbe stato nel suo ufficio ancora a lungo. Chiamai senza aver deciso un fico secco. Mentre componevo il suo numero, la mia vista cadde su una busta appoggiata alla parete. Era la busta con la mancia che mi aveva dato un simpaticissimo gruppo che avevo portato in giro per l’Oman lo scorso anno.
Ecco cosa mi avevano scritto:
In quel momento il dirigente rispose, e io pensai alla mia faccia quest’anno, dopo 8 mesi di Oman: “Buongiorno, volevo solo dirle che per quest’anno ho deciso di restare in Italia”.
Il mio cuore aveva già deciso: io non voglio fare la guida turistica, almeno, non quest’anno. Io voglio prima di tutto scrivere. E in Oman ero sempre troppo impegnata e stanca per farlo, e questo mi rendeva infelice. Inoltre, ho in mente un paio di progetti da realizzare nell’ambito dell’insegnamento: o adesso o mai più. E se cominciassi di nuovo a girovagare, sarei troppo distratta dalle novità e dal cercarmi un nuovo lavoro, per combinare qualcosa.
Quindi quest’anno si resta qua.
Ma… vorrete sapere come l’ha presa il nostro Hamed, giusto?
L’ha presa così:
“I’m happy for your decision, baby! Now go and write that fucking book”.
That’s amore.
Cosa ne pensate? Lasciate il vostro parere dei commenti: i vostri pensieri potrebbero essere più utili dell’I CHING 😉
41 Comments
Quando poi pubblichi il libro voglio essere tra i primi a saperlo! Lo leggerò tutto d’un fiato… nel frattempo, non è che mi puoi ‘regalare’ il lavoro come guida turistica in Oman? LOL… a parte gli scherzi, seguire il proprio cuore è sempre la scelta migliore…. I guess. Comunque, servono qualifiche particolari per fare la guida turistica in Oman? Giusto per sapere eh…. Non si sa mai che prima o poi decida di muovermi anch’io XD
Ah ah!! Dunque: per fare la guida in Oman serve… stare in Oman, studiarsi la storia e girarlo bene da cima a fondo, deserti compresi (perchè sono due). E avere la pazienza di resistere a gruppi di italiani che si riversano felici nel Sultanato (ma quello è il meno: di solito sono brava gente 😀 ).
Fino all’anno scorso era ancora relativamente facile fare la guida freelance laggiù, ma da un po’ di mesi a questa parte le regole si sono inasprite e bisogna cercarsi uno sponsor che ti faccia il visto di lavoro, un contratto e quindi ti presenti al Ministero del Turismo omanita per dare l’esame da guida.
Un po’ complicato, ma se davvero si vuole qualcosa, si fa tutto!
confesso che mi hai completamente spiazzato! ma sembri decisa quindi evidentemente hai deciso in piena consapevolezza e in linea con il cuore..brava ragazza!
ti auguro tutto il meglio, e se ti serve un editor per il tuo book fammi un fischio 😉 baci
Eh sì, immagino ti abbia spiazzata 🙂 Però se fossi tornata in Oman so che non avrei fatto nulla, e andare in un altro paese a caso idem (soffro della sindrome della girovaga: mi distraggo e poi non combino niente). Ho l’esigenza di fare queste cose che ho in mente, per poi ripartire la prossima estate. Sarà durissima, eh? Immagina rimettermi in gabbia…
Ok per l’editing! 😀
Eli, a volte mi arriva la mail della newsletter ma gli articoli li leggo dopo. Questa mattina invece, qualcosa mi ha detto che dovevo farlo subito, ancora con un occhio mezzo chiuso.
Sono felice per te! Non vedo l’ora di leggere il tuo libro.. sono così curiosa! Avrai il tempo di dedicarti a quello che vuoi veramente e penso non ci sia cosa migliore in questo momento!
Quindi, puoi venire a Roma ogni tanto? :* Ti abbraccio
Grazie Lucia! Sì avrò più tempo per me finalmente, perchè la scuola (almeno, fino a due anni fa) non mi impegnava fisicamente e mentalmente quanto girovagare per l’Asia o fare la guida turistica in Oman. Patirò un freddo cane, però, a Torino quest’inverno: e chi ci è più abituato alle temperature sottozero? Quindi sì, credo proprio che farò delle puntate nella dolce e calda Roma 😀
spiazzata e commossa. Hai sempre il cuore chiaro e gli occhi liberi. E credo che Hamed abbia avuto la risposta più vera. Per te.
Ora però mica ci abbandoni eh? 😀
Hamed è un uomo di pochissime parole (ci sono già io che parlo troppo, a suo dire), però quando le dice di solito ci azzecca 🙂
No no, mica abbandono il blog, anzi, ora avrò più tempo per scrivere e sarò sicuramente più prolifica: sarete voi a stufarvi! Perchè ho un bel po’ di articoli di cui nel corso dell’anno avevo scritto solo il titolo, e poi li avevo lasciati in stand-by causa malessere psicologico generalizzato. Ora si riparte!
non vedo l’ora di leggere il tuo libro! 🙂
Grazie Vittoria! 😀 Spero non deluderà le aspettative.
Cara Eli! capisco le tue inquietudini, anche a me piace viaggiare (molte delle tue mete sono state anche le mie) e quando si è in giro si ha la testa piena di pensieri e di guizzi ma raramente la calma e il tempo per svilupparli.
E quando si inizia a sentire che si sta perdendo tempo questa sensazione non ci fa fare niente serenamente.
Conosci bene l’Oman, hai viaggiato e lavorato li. Da un punto di vista sarebbe stata una “ripetizione”.
Secondo me, con questa scelta ti sei data una ulteriore chance di cercare di realizzare un Tuo progetto.
E quando si fa qualcosa di costruttivo per se stessi è sempre un bene.
Quello che ti posso dire è, sii focalizzata in te stessa, frequenta le persone che ti vogliono bene e che ti incoraggiano, che non dubitano del tuo valore e non cercano di sminuirlo. Stai alla larga dalle persone che ti sembrano poco serie e poco corrette. Ce ne sono troppe in Italia in questo momento. Diffida da chi non ti incoraggia perché in fondo è invidioso della tua libertà, del tuo coraggio e del tuo anticonformismo. Resta informata ma non guardare troppi telegiornali e trasmissioni politiche, soprattutto a ora di cena! Sei una persona speciale, non permettere a nessuno di metterlo in discussione.
Lu, che belle parole! Grazie di cuore! Non ci conosciamo, ma sembra che tu mi legga dentro: i tuoi pensieri sono anche i miei.
E’ vero: ho passato più di un anno con la testa proprio piena di guizzi, ogni mattina in Oman mi svegliavo con un’idea nuova, che però non avevo mai il tempo (e la forza) di metterla in pratica, e così ho accumulato idee senza mai combinare nulla di concreto. Sì, vorrei darmi una chance quest’anno, e spero di riuscirci (poi la vita non si sa mai dove ci porta, magari poi non combino nulla neanche da qui, eh?). L’Oman sarebbe stata una ripetizione e lo era già stato, in parte, perchè ci avevo già passato l’anno precedente un bel po’ di mesi, e a fare le stesse cose. Non mi andava quindi di “sprecare” questo anno di prova per un nuovo lavoro, un lavoro che però nuovo non era affatto.
Ho già avuto modo di tastare il terreno a scuola sentendo parlare una collega con parole ruvide, ma onestamente io vado dritta per la mia strada: l’invidia altrui non mi tocca, specialmente quella di chi non ha importanza nella mia vita.
Sai che io a casa ho una tv vecchia che era di mia nonna e già non funzionava bene due anni fa, figurati ora! Proprio non mi piacciono i tg perchè mi deprimono, le trasmissioni politiche non le ho mai guardate. Ammetto di aver guardato un TG1 un paio di volte quando ero in Oman, presa dalla nostalgia di casa: mi era passata subito.
Grazie ancora per il bellissimo commento e l’incoraggiamento. Un abbraccio!
Mi sento spesso anche io come te. Lasciamo perdere se poi rimanendo non si riesce a dare uno sbocco concreto ai progetti. Della serie, quando si viaggia: tempo sottratto al lavoro. Quando si lavora: tempo sottratto ai viaggi. Aggiungiamo poi i sensi di colpa personali e creati da altri… E vai con gli occhi sbarrati alle cinque di mattina!
“ Se resto sul lido,
Se sciolgo le vele,
Infido, crudele
mi sento chiamar:
E intanto confuso
Nel dubbio funesto,
Non parto, non resto,
Ma provo il martire
Che avrei nel partire,
che avrei nel restar.”
Metastasio
Bellissima! Non la conoscevo, ma rende benissimo l’idea di chi, indeciso sul partire o restare, non fa nè l’uno nè l’altro. Ora me la copio sul mio taccuino degli appunti di viaggio e di vita.
Nooo anche tu con gli occhi sbarrati alle cinque di mattina, dovremmo fondare un club! Però devo dire che da quando ho preso una decisione, dormo un’oretta in più 😉 Il senso di colpa – questo nostro giudice interiore – è ciò che più blocca nella realizzazione personale: ma per rinascere lo si deve sconfiggere.
Cara collega, ti appoggio in tutto…e poi il nostro mestiere è il migliore per chi ha la sindrome del girovago (non so se ce l’ho perché sono insegnante o se sono insegnante perché ce l’ho!) e per chi voglia provare a realizzare qualche progetto (tipo scrivere).
Comunque mi sa tanto che i maggiori benefici di questa tua scelta l’avranno le “bestioline” che seguirai l’anno prossimo 😉
In bocca al lupo!!
P.S. l’anno appena passato è stato quello di straordinariato, il prossimo dovrò vedere dove andrò a finire, mi sono da poco comprato casa e me la voglio godere…ma tanto un anno sabbatico (probabilmente anche io in Asia) e/o di incarico all’estero me lo farò sicuramente.
Ciao Alessio! Che bello il tuo blog, lo scopro solo ora. Mi inchino all’astrofisico (bright) che c’è in te: avessi dovuto iscrivermi alla tua facoltà, credo che sarei ancora lì leggermente fuori corso 😀 Le bestioline che mi avranno come insegnante di inglese da settembre (spero di inglese, se mi daranno l’assegnazione provvisoria), bimbi dai sei agli undici anni, si dovranno aspettare una teacher un po’ fuori dalle righe, nel senso che sono completamente sballata dagli ultimi due anni in viaggio: sarà dura rientrare negli schemi!
Tu insegni all’università? L’anno sabbatico non potrà sicuramente mancare nella carriera di un ramingo dentro.
Sono sicura che i tuoi alunni adoreranno il tuo essere ‘sballata’… quando gli ricapita un’insegnante che ha vissuto in Asia e in Oman e che ha un sacco di foto e cose da raccontargli? 🙂
Beh sì in effetti… 😀
Grazie per i complimenti cara. Penso che i bambini si divertiranno molto con una prof “sballata”. L’università era un mondo che non faceva molto per me, e appena presa la laurea sono fuggito, ora sono prof. di ruolo alle superiori, insegno elettronica (e puoi immaginare come sono le mie di bestioline visto che è materia solo da istituto tecnico…bestioline con tanti peli). In teoria sarei di ruolo ai corsi serali, e mi trovo benissimo, ma forse riuscirò a farmi avvicinare a casa…sotto casa in effetti. Un abbraccio.
Istituto tecnico = il pelo sullo stomaco ce l’hai tu, non loro! 😀 Sotto casa? Che fortuna! Ma la vera fortuna è vivere in una città come Roma: hai tutta la mia invidia. A prestissimo!
Come ti capisco! Io sono la Regina dell’Indecisione: talmente tale che anche al supermercato non so mai se scegliere tra lo skimmed or semi-skimmed milk.. Non ti dico il resto… Comunque sembra la scelta giusta, un libro (come ho scoperto da me) non lo si riesce a scrivere in corsa…Un grosso in bocca al lupo per questa tua nuova fase e un abbraccio!
Ah ah! Io evito i grandi supermercati come la peste, in modo da avere poca scelta e fare prima 😉 Eh sì, io sono due anni che provo a scriverlo, ma non ho mai cominciato: sempre troppo presa a fare altro e scoprire il mondo. Ma hai scritto un libro? Dimmi dimmi!
Un abbraccio anche a te!
Eh immagino, ma qui a Londra anche i mini supermercati li riempiono di opzioni assurde solo per confonderti!! Il libro? l’ho sto scrivendo..a scatti..capitoli che scivolano veloci e senza paura per settimane e poi parole che sgocciolano lentamente e dolorosamente per mesi. Diciamo che e’ sempre stata la mia passione sacrificata negli angoli più piccoli della mia vita.. Ora vediamo se con la svolta che prenderà nel 2015 riuscira’ veramente a prendere finalmente forma. Lo spero!
Ricordo dei miei viaggi a Londra in cui mi perdevo anche nei più piccoli supermercati. Pure al Tesco Express! Ma nel mio caso è curiosità pura per le merci straniere, che rivelano i gusti e le abitudini consumistiche di un popolo (gente interessante, gli inglesi). Quando ancora da noi non importavano in Italia i biscotti Oreo, ricordo che a New York riempii la valigia di questi cookies super calorici 😉
Erica Jong afferma che la creatività richiede tempo libero e ozio. Temo quindi che o troverò uno sceicco che mi mantenga e io – nel tempo libero e ozio – creo, oppure mi sa che quest’anno dovrò scrivere tra una lezione e l’altra. Vista la mia repulsione per gli sceicchi, credo dovrò adattarmi all’ultima soluzione.
In bocca al lupo per la tua vita londinese! Ma cosa stai facendo attualmente in quella ridente città britannica?
Buongiorno cara! Grazie!! Mi hai stampato il primo sorriso della giornata! 🙂 io uno sceicco me lo prenderei, ma pure un principino britannico pur di aver più tempo libero per dedicarmi alle mie due passioni (fotografia & scrittura).. diciamo che gli annunci che ho messo sul Telegraph finora non hanno funzionato. Sto solo sperando di beccare Harry su Tinder ora 😉
Io son qui dal 2008.. che faccio? Be, tra un sogno ad occhi aperti di me a Sydney e l’altro di me che viaggia per l’Asia, lavoricchio per quella grossa azienda Americana che vende libri, dvd, vestiti, spazio online, automobili e pure mia madre se mi distraggo un attimo…. 😀
Meglio un principino britannico che uno sceicco, credimi! Poi ci sono le eccezioni, ma da quanto ho potuto osservare in due anni di full immersion nel mondo arabo, preferirei mettermi con un idraulico cingalese piuttosto che con un riccone arabo 😀
“Grossa azienza americana che venderebbe pure mia padre”, ah ah ah!!! Stavolta mi hai strappato una risata tu, di prima mattina! Noi continuiamo a sognare, che prima o poi i sogni si avverano.
Te l’ho detto già una volta ma te lo ripeto: sei mitica! Intanto io sono approdato in terra parigina da 10 gg! Speriamo bene. …..! Spero di leggere il prima possibile il tuo libro 🙂 a bientôt
Che bello! Dai il meglio di te a Parigi, e pensami qui in Italia ingabbiata per un po’, mentre tu te la spassi 😉 😀 A presto!
Io ti dico innanzitutto che voglio leggere il tuo “fucking book”.. quindi, per favore, scrivilo in fretta!
Poi ti dico che avevo troppo sonno per immergermi in un post lunghissimo e senza foto, eppure ce l’ho fatta. Sono arrivata fino in fondo, curiosissima di leggere la tua decisione finale. E quindi brava, mi hai tenuta sveglia all’una di notte dopo una lunga giornata di mare! 😀
E poi, in ultimo – ma non per importanza, EVVAI! Dici che ci becchiamo in giro per l’Italia quest’anno?
Sì, mi farebbe molto piacere.
Ma quello che mi sento di dirti è soprattutto BRAVA per la tua scelta. Perchè a volte è anche giusto restare, coltivare i progetti e poi metterli in pratica.
E dopo quest’anno a casa deciderai cosa fare della tua vita.
Intanto dai un’altra chance all’Italia.. non deve essere così male se riesce a farti scrivere un bel libro – e sono certa che sarà così!
Ti abbraccio
Questo fucking book sarà un parto, conoscendomi! Perchè io riesco a farmi distrarre pure dal paesino di 3000 anime in cui dovrò stare quest’anno.
Ovvio che ci becchiamo, eh? Troveremo sicuramente una città di mezzo in cui incontrarci tutte, io te Lucia (Respirare con la pancia) e chi vorrà accodarsi al nostro BloggerTour 😀
Vero, non è così male l’Italia: da quando sono tornata ho preso mezzo chilo, e ti assicuro che far ingrassare me è un’impresa non da poco.
Ricambio l’abbraccio di cuore!
No! non vale!
Stavo leggendo con estremo interesse il tuo vagabondare per l’Asia, sicuro che quest’estate ci saremmo incrociati davanti ad un piatto di Noodles, in qualche ristorantino sperduto in Cocincina… Invece scopro che sei tornata alla base.
Posso ripiegare proponendo una coppa di Charlotte Creole da Fiorio (anch’io abito a Torino), ma non sono certo sia la stessa cosa…
Scherzi a parte, sono contento che una scelta così difficile alla fine sia stata presa con (relativa) semplicità.
Probabilmente è andata così perchè questa era la scelta più giusta 😉
Ah ah! Mi spiace! Ma è tutto finalizzato a ripartire, eh? Pensa che la valigia non l’ho manco ancora disfatta, e conoscendomi, rimarrà là piantata per terra nel mio studio con tutte le cose mezze dentro e mezze fuori, fino alla prossima estate.
Fiorio? Veramente il mio gelataio torinese preferito è Roma già Talmone in Piazza Carlo Felice 🙂 Noodles e gelato italiano non saranno la stessa cosa, ma ti assicuro che dopo due anni a mangiare riso e pollo, se mi date un qualsiasi gelato Sammontana farete la mia felicità.
PS. Ma sei in partenza per l’Indocina?
Roma già Talmone, ottimo gelato davvero… ma la Charlotte Creole di Fiorio resta inarrivabile.
Provare per credere 😉
Mai mangiata in vita mia: mi toccherà provarla 🙂
Ciao Elisabeth, è proprio quando sei in corsa e non hai più tempo per analizzare, pensare, calcolare e scegliere…che l’istinto ti porta a fare il salto nella direzione giusta. Anche un solo dubbio dà indicazioni utili. Ah, poi già ti avevano detto che non potevi prendere un’altra aspettativa e ripartire…il resto è stata una prova di forza e quando si vuole forzare senza fidarsi di quanto è già arrivato, allora si sbaglia. Già verificato. Sono lieta della tua decisione. Bacione
Ciao Claudia! Infatti, le scelte giusto di solito non sono quelle fatte dopo calcoli e ricalcoli: sono quelle che ti vengono spontanee dal cuore ben prima che si cominci a calcolare. Sono d’accordo con il tuo pensiero: mai forzare il destino. Anche se comunque alla fine il preside della mia scuola non si era informato bene e avevo ragione io. Però ormai il calcio al destino ero stato dato. Un abbraccio grande! Spero che tu stia bene.
Si, va tutto bene…work in progress! Una volta che ti metti in ascolto della tua anima, i sogni diventano grandi e così anche i percorsi:-)…e a volte capita anche che se si sbaglia strada, c’è sempre qualcosa o qualcuno che ti riconduce all “ovile”! La fede poi sorregge la mia grande volontà. Vedo che anche tu non scherzi…quello che intuisci come scintilla viene dal tuo Sé, realizzalo! Grande abbraccio! Ps. Continuo a seguire i tuoi racconti;-)!!
E’ vero, Claudia: il difficile è iniziare ad ascoltare la propria anima, fare il primo passo; ma una volta fatto, tutto scorrerà più fluido.
Anch’io ho la volontà sorretta dalla fede, una fede che abbraccia molte fedi, però è forte. Grazie per continuare a seguirmi!!
Bene! Missione riuscita (quella di strapparti una risata di prima mattina).
Noi, sognatori, continuamo a sognare sempre. Che se sognamo abbastanza forte, i sogni si avverano sempre. Un abbraccio.
Ciao Ely! A volte è così difficile capire cosa ci voglia dire la nostra vocina interiore, anche se ci impegniamo con tutti noi stessi per ascoltarla! Ti auguro di vivere un bellissimo ritorno a casa.. E aspetto il tuo libro, eh! 😉
Sì, non sempre è facile ascoltare quella vocina, soprattutto perchè spesso non vogliamo ascoltarla perchè ci spaventa uscire dalla nostra zona di comfort.
Grazie dell’augurio! 😀