L’ultima barriera del non-connesso è stata abbattuta: l’Easa, l’ente europeo responsabile della sicurezza aerea, ha deciso che cellulari, laptop, tablet ed altri dispositivi elettronici potranno essere tenuti accesi durante il decollo, il volo e l’atterraggio di un aereo. Qualcuno l’ha titolata “Una rivoluzione”. Altri hanno esclamato il loro “Finalmente!”. E io? Io penso all’uso che ne fanno tanti viaggiatori in treno o sull’autobus. E non esulto affatto.
Sono un’amante della modalità aereo: la attivi, e nessuno ti potrà più disturbare. Sali su un aereo, e non dovrai vivere con l’ansia dei messaggini-trilli-squilli-email per tutta la durata del volo. Io, la modalità aereo, la attivo anche quando sono a casa. Quando mi concedo una passeggiata nella natura. Quando faccio la doccia o quando scrivo. Niente scocciature: sono in pausa con il mondo.
Guardate quella signora con i capelli cotonati seduta accanto a voi: ha parlato al telefono fino all’ultimo secondo prima del decollo, anche mentre le assistenti di volo erano già sistemate sui sedili con le cinture allacciate. A poco servono le vostre occhiatacce: la nostra spegne il telefono – serafica – solo quando l’aereo sfreccia sulla pista. Anzi, non lo spegne: fa finta. Eccola lì, infatti, con le mani dentro la borsa, intenta a mandare un messaggio di nascosto da voi, che intanto non l’avrete mollata un attimo. Ecco: con la nuova disposizione, vi sarà sottratto anche il piacere di regredire allo stadio infantile, per chiamare la hostess affinchè redarguisca la cotonata impertinente. Davanti a voi, che col sorriso tornerete serafici (voi, stavolta) alla lettura del giornale.
Salire sull’aereo è, per me, come prendersi un’aspettativa da tutti. E poco importa se non durerà un mese o un anno: a volte bastano quelle 6-7 ore di relax per ritrovare idee, energie o prendere una decisione importante. Se poi il volo ne dura 11, di ore, si rischia anche di arrivare a destinazione con una nuova identità. Un volo intercontinentale può cambiarti la vita: puoi partire conservatore e atterrare rivoluzionario. Partire fidanzato e atterrare single. Ma solo se non hai distrazioni.
Anche se giureremo a noi stessi di accenderlo solo un minuto per vedere se l’Antonio ha chiamato, la curiosità (e la dipendenza) avranno la meglio: passeremo la maggior parte del volo col telefonino in mano, ad aprire-chiudere-aprire-chiudere la nostra pagina Facebook, in un circolo ossessivo senza uscita. Se il telefonino e Internet sono il nuovo oppio, l’aereo era un ottimo espediente per rieducarci e riprendere il controllo di noi stessi.
Un viaggio aereo non deve diventare un eccitante: il cellulare è un caffè al ginseng, ma il volo aereo deve continuare ad essere ciò che è: una tisana alla melissa.
Sui modi per passare il tempo su un volo aereo ho già parlato.
L’uso libero del cellulare sull’aereo ci priverà di godere appieno dei piaceri regalati dal volo:
Iniziare a leggere un buon libro, o finire quello che abbiamo lasciato a metà;
Leggere tutti gli articoli della rivista della compagnia aerea, staccando la pagina della mappa con le rotte dei voli;
Controllare mille volte i piatti misteriosi elencati sul menù, incerti su cosa scegliere per cena;
Ascoltare la selezione di musica offerta dalla compagnia, scoprendo che quell’artista turco non canta affatto male;
Rivedere cinque puntate di Friends;
Appisolarsi sereni con due coperte, la mascherina sugli occhi e il cuscino appoggiato sul finestrino (e arrabbiarsi quando questi cade puntualmente all’indietro, sui piedi di un passeggero dormiente).
E’ possibile fare un utilizzo educato del cellulare in volo? Ovvero: è possibile chiamare la mamma per dirle “Ciao! Sono sull’aereo! Tra sei ore atterriamo (forse)!”, senza sbraitare? No, non credo: se urliamo al telefono quando stiamo sulla corriera e l’amico sta in una città a venti chilometri di distanza, immaginatevi quanto strilleremmo se fossimo su un Boeing 747 a 13.000 metri d’altezza.
Ho una proposta da fare alle compagnie aeree: se proprio volete lasciare la libertà ai passeggeri di telefonare in volo, proponete una terza classe, insieme alla Business e l’Economy Class: la Quiet Class. Come le Quiet Cars (Carrozze Silenziose) su certi treni americani o inglesi, anche l’aereo avrebbe la sua Classe Silenziosa, dove gli amanti della quiete potrebbero godere del viaggio aereo in santa pace, senza essere obbligati ad ascoltare i fatti e misfatti raccontati al telefono dal vicino di sedile.
La signora cotonata è avvertita.
E voi, cosa ne pensate?
22 Comments
Terribile questa cosa! Se era rimasto un luogo dove potersi staccare veramente da tutto era proprio in volo.. Era come un momento di transizione necessario per fare chiarezza nella mente e concentrarsi nella destinazione. . E concordo sulla classe silenziosa! P.S. qui in Olanda nei treni ci sono gli scompartimenti “silent”, andrebbe fatto lo stesso!
Non sapevo che ci fossero Quiet Cars anche sui treni olandesi! Dovrebbero metterle anche in Italia, visto il numero impressionante di possesseri di cellulare.
Anche io vorrei la quiet class!
Amo gli aerei perché mi permettono di mettermi in pausa col mondo, proprio come dici tu 🙂
E vorrei continuare a farlo.
Appunto… 🙂
Non sono per la quite class perché significa dare libero spazio a questa infinita discesa/ascesa della maleducazione imperante obbrobrio. ……..ok vada per la quiet class! Io adoro il silenzio, è così vivo! !
Mi hai fatta sorridere! E anche pensare: è vero che una quiet class permetterebbe quindi ai caciaroni di fare ciò che vogliono sull’aereo. Però temo che, con questa nuova concessione, saremo obbligati a lasciarglielo fare. E allora che almeno ci lascino uno spazio per il silenzio 🙂
Sono appena tornato in Italia per la Festa Nazionale Cinese e per cogliere l’occasione del mio recente matrimonio, per fare la festa all’italiana (tu che ricevi i miei aggiornamenti hai sicuramente visto anche le foto).
Proprio durante il volo Beijing-Milano ero seduto vicino ad un tale Carmelo, con cui abbiamo chiacchierato per gran parte del tempo ed anche lui mi diceva che oramai si possono tenere accesi i cellulari.
Io ancora ricordo a malincuore quando anni fa installarono i ripetitori all’interno della metropolitana milanese, che era una pausa rigenerante di mezz’ora due volte al giorno. Meglio di una medicina.
Io a volte spegnevo il cellulare apposta durante il giorno e se qualcuno si lamentava che non mi trovava reperibile rispondevo “ero in metro”. Oramai questa scusa non funziona più.
Assolutamente favorevole alla “quiet class”, sperando che non vada a costare un occhio della testa perché chic.
Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: da qui a qualche anno la “modalità aerea” come verrà chiamata?
Ciao Jacopo, sì, ho letto l’articolo: che bello, congratulazioni!! Mi è piaciuta molto la fotografia delle due mamme: vedo che la tua si è abbigliata all’orientale, davvero bella.
Sì: purtroppo certe scuse, oggi, non sono più valide. E allora mettiamo al bando le scuse e impariamo a dire semplicemente che sì, il cellulare l’avevamo spento perchè ci stavamo prendendo una pausa per noi. Senza tante storie. La gente (quella intelligente) capirà.
Non avevo pensato ad un possibile aumento del prezzo del biglietto di un’ipotetica Quiet Class: sui treni, però, il prezzo è lo stesso delle altre carrozze.
Mm… da qui a qualche anno mi sa che la modalità aerea verrà eliminata del tutto. Ci toccherà trovare altre modalità silenziose.
Che orrore! Anche per me era un posto tranquillo. E le cose elencate le faccio spesso anche io (quando non dormo!).
Questa decisione ha del preoccupante.. ci stiamo spostando verso una società e delle abitudini sempre più alienanti..
Concordo: se nemmeno in aereo potremo più stare tranquilli, osservare, ed essere stimolati a conversare con i vicini di sedile o i compagni di viaggio, siamo sempre più alla frutta. O alla sigaretta dopo il caffè.
Premesso che non sono una volatrice abituale, mi pare migliorativo che finiscano le vecchie pantomime (telefonino in bagno, per favore può spegnere, un attimo soltanto, oh credevo fosse spento) che non sortivano gli effetti sperati. Un po’ come in ospedale, dove per anni hanno appeso cartelli secondo cui il nostro cellulare poteva disturbare le apparecchiature mediche. Figurati il disastro, se fosse stato vero! In definitiva mi va bene liberalizzare l’uso del cellulare solo perché non si riesce a fare rispettare il divieto. Per il resto sono d’accordo con te: non ci servono altri momenti connessi, semmai il contrario. A parte i modi di passare il tempo che proponi, persino la sana, vecchia noia può servire al nostro spirito.
Hai ragione, Grazia: anche la sana, vecchia noia può servire. E’ una cosa che noto con gli alunni a scuola: se si annoiano impazziscono, sembra che debbano sempre essere super-impegnati, altrimenti diventano di cattivo umore. Se finiscono un compito prima degli altri, non sono in grado di aspettare. Questo è il prodotto di una società sempre attiva e connessa.
Riguardo al divieto di telefonare in volo, io viaggio molto in aereo ma non ho mai notato così tante persone che cercassero di eluderlo: solo qualcuno che tentava di fare il furbo ogni tanto.
Che dire, mi hai preceduta: brava e bel post! Allora colgo l’occasione per dire che qui il Less Is Sexy è doveroso!
Sono d’accordissimo con te, Ely, voglio anche io la quiet e silence class: siamo un popolo troppo maleducato, purtroppo, per avere rispetto di chi condivide con noi un aereo per “x” ore.
Aggiungo che questa improvvisa libertà è solo frutto del dio denaro: telefono anche in volo e pago, pago profumatamente. Ma se abbiamo smesso di fumare anche per 12/14 ore di volo perché non possiamo fare altrimenti, trovo che continuare a disintossicarsi anche dal cellulare sia un magnifico dono da fare a noi stessi e agli altri 🙂
Ciao Gloria! Sì, questo è proprio un post da Less Is Sexy 😉
Infatti: dietro a questa scelta di lasciar utilizzare i telefoni cellulari in volo c’è un motivo puramente economico, e infatti il servizio avrà un costo: non si potrà telefonare o utilizzare Internet gratis. Spero che questo fermi i più dall’utilizzarlo. Ma non ne sono troppo sicura.
Disintossicarsi da qualcosa è sempre un bel dono a se stessi e agli altri, sia essa il fumo, il cellulare, un amore sbagliato o il troppo lavoro.
Ho viaggiato recentemente da Roma a Milano con un Freccia Rossa. Casualmente ho trovato un’offerta per la Quiet Class e mi ci sono buttata a capo fitto: il problema è che l’italiano medio riesce a farsi le chiacchierate infinite al telefono anche li.. (e mi chiedo “che l’hai prenotata a fa?”) ma almeno hai tutto il diritto di incazzarti e sbraitare.
Non ho parole, Francesca: ma gli italiani non riescono manco a rispettare una Quiet Class?? Siamo allo sfacelo.
….. ora capisci qual è la parte più bella della traversata atlantica? senza POSSIBILITA’ di sentir suonare o trillare il telefono, e sei costretto a fare i conti con te stesso ma soprattutto far trascorrere quelle 24 ore che si susseguono senza sosta per 15/20 giorni…..
Che meraviglia, avere il cellulare spento non per scelta ma perchè non c’è campo. In quel modo, si è davvero obbligati ad acoltarsi, e senza la tentazione di accenderlo.
Prima o poi mi dovrò concedere una traversata atlantica, allora: sarà ciò a cui dovrò puntare se gli aerei diventeranno un call-center pressurizzato.
Non ho parole!! Ne ho parlato proprio l’altro giorno sul volo di ritorno dall’Irlanda sai?
Perché il ragazzo a fianco a noi ha “discusso” con la donna a fianco che per tutto il decollo ha avuto in mano 2 iphone (non uno!! DUE!!!) e ha continuato ad aprire, leggere, connettersi, scrivere e fare… Fino a che lui, in tono molto sarcastico, le ha detto “Ma ha un’app particolare che usa il telefono anche ora in decollo?? perché dovrebbe almeno avere il modo Offline”…. APRITI CIELO! Sembrava le avesse detto che era un mostro: ‘na pazza! ha chiamato la hostess ed ha detto che i vicini la importunavano -.-‘
E poi una volta atterrati, subito tutti a togliere l’offline quando nemmeno hai ancora tolto le cinture! Mi é venuta un nervosooooo 😀 sembra veramente che non si può più vivere senza cellulare.
Io sono una molto tecnologica, ma sento il bisogno di stare senza telefono ogni tanto: lo spengo o lo metto offline così nessuno mi disturba! Ed in volo questa cosa é sacra.. già ci sono le persone maleducate così, se poi possono anche usare il telefono siamo a posto!!
Io credo avrei chiamato la hostess chiedendole o di far rispettare le regole alla signora, o di spostarla di sedile per non importunare lei me. Roba da pazzi! Ma la hostess almeno ha fatto rispettare le regole oppure no?
Una curiosità: di che nazionalità era la signora?
Hai fatto notare una cosa triste ma vera: l’accensione del cellulare al termine di un volo aereo è una cosa che mi lascia sempre senza parole. Tutta questa fretta di dire “Sono arrivato”. Con calma: cosa cambia a dirlo 10 minuti dopo, mentre aspetti le valigie, o direttamente quando sei fuori dall’aeroporto? Io di solito non accendo il telefonino mentre aspetto di ritirare il bagaglio: quel momento per me fa ancora parte del viaggio, sono ancora da un’altra parte nel mondo, con la testa altrove, e mi piace farmi ipnotizzare dal rullo trasportatore senza farmi disturbare dai messaggi. Per quelli c’è sempre tempo.
la donna era irlandese (ed ho volato con Airlingus) ma il bello é che quando lei ha chiamato la hostess (al secondo “rimprovero” perché non contenta aveva acceso il pc appena decollati) lei tutta sorridente le ha detto che non c’era problema e che poteva tenerli accesi!!!
Mah…
Mm… leggo sul sito di Airlingus che questi dispositivi sono a uso limitato (Restricted Use)
(Devices that are prohibited during Taxi, Take Off, Initial Climb, Approach and Landing):
Laptops with CD ROM or DVD drive.
Palmtop organisers.
Handheld calculators without printers.
Portable Audio Equipment (eg Walkman, CD player, Mini disc player, iPod, MP3-Player ) must have headsets.
Computer Games.
Video cameras and recorders.
Digital Cameras.
GPS handheld receivers.
Electric shavers.
Electronic Toys (remote control toys are prohibited).
Il laptop quindi può essere acceso in volo, ma il cellulare acceso e non in Airplane Mode assolutamente no.