La valigia, stavolta, è stata preparata tre giorni prima. Con calma.
Avevo bisogno di mettere tutte le mie cose sul letto, per poi togliere il superfluo. Come ho fatto quest’anno che sono tornata.
Questo è stato l’anno del rinnovamento interiore, e
Ho lasciato andare:
– amicizie che non erano tali;
– un amore grande che non riusciva a proseguire;
– un modo di vivere che non mi apparteneva più.
Così ho aperto l’armadio e ho lasciato a casa tutto ciò che non sono:
– roba elegante (ma davvero indossavo quei pantaloni a sigaretta?);
– scarpe col tacco;
– jeans e magliette che non mi rappresentavano più.
Via. Aria. Buttare.
Anche quelle mutande orrende che tengo nel cassetto da anni, che potrebbe solo più mettere la zia Adalberta.
E così, nuova, stamattina lascio casa mia. Un ultimo sguardo alla giraffa di legno, ricordo di un Kenya lontano; il frigo sbrinato e semiaperto; il letto fouton coperto da un lenzuolo bianco per non prendere la polvere; la sedia-sdraio del terrazzo piegata e riposta vicino al tavolo della cucina; la scrivania bianca nello studio piena di post-it verdi e rosa con titoli di articoli che poi alla fine non ho mai scritto. Guarderò queste cose con altri occhi, al mio ritorno. Lo so già. Un groppo in gola. Poi suona il campanello.
La mia amica Monica, pellegrina ma in terra propria, sale col sorriso e l’allegria di sempre, per accompagnarmi alla prima porta del mio nuovo cammino. “Allora, sei pronta?”.
Ho dimenticato di bloccare la lettura del gas! Basta non voglio più andare! Ok va bene vado. Solo un’ultima occhiata alla camera da letto! Ho chiuso le imposte del bagno? Sì ok basta la pianto di trovare scuse. Andiamo via.
Un respiro deciso, chiudo la porta e giro la chiave nella toppa. E’ andata. Quello che è stato è stato. Ciao casa. Ciao.
Parto con la gastrite ancora da guarire. Un buco nella gengiva sotto un dente. Occhiaie profonde che non andranno mai più via, testimoni di notti insonni a rigirarmi chiedendomi diversi perché.
E parto con attacchi di panico che vanno e vengono come le piogge in primavera. Si può soffrire di attacchi di panico e viaggiare da sole, senza per questo essere scambiate per matte? Certo che si può: basta aver affinato le proprie tecniche personali per stroncarli appena arrivano. E poi, come mi disse la mia dottoressa un giorno, “tu basta che sali su un aereo e chiudi quella casa e sei a posto”.
Sarò a posto?
Passiamo a casa dei miei genitori per un ultimo saluto.
Mio papà è nell’orto – quattro infarti e lui alle dieci del mattino è nell’orto tutto sudato sotto il sole cocente a piantare insalata, e certo, da chi avrei preso se no a fare quello che voglio nonostante tutto?
Mia mamma mi viene incontro nel cortile, con il vestito estivo che tiene in casa, il grembiule e tutto. Mamma mamma, lo so che ti fa male questa mia partenza, di nuovo. Mamma, come vorrei non essere così. Eppure io sono questa, come faccio a essere un’altra? Scusami mamma…
Lei parla con Monica come fosse un giorno come gli altri, come se non stessi per partire, come se sulla mappa del mondo appesa alla parete dello studio non avesse già segnato dov’è Dharamshala su un’India che a lei fa paura tanto quanto a me.
Poi sale mio papà. Eccolo, mio papà. Un uomo forte, un ex politico che ha sempre tenuto alla sua dignità, che l’ultima volta che ha avuto un infarto e l’hanno cambiato di ospedale si è fatto trovare in reparto in pigiama e mocassini, “perché io mica esco in ciabatte, eh?”. Papà, lo so che tu pensi che io torni a settembre… ma forse hai già capito che il mio biglietto è di nuovo di sola andata. Non so se tornerò… Papà, come vorrei non essere così. Eppure io sono questa, come faccio a essere un’altra? Anche tu non avresti potuto che fare il politico, anche tu hai fatto ciò che amavi, anche tu hai inseguito la passione, papà… Scusami. Scusami tanto se parto ancora.
Cerco la gatta e la trovo addormentata sul letto. E’ un angelo quando dorme, la mia gatta. Quando dorme? Ma non sta dormendo. Ha un occhio chiuso e uno aperto. Ha le orecchie che girano come un radar mentre fa finta di dormire, ma in realtà non dorme. E’ come mia mamma, la gatta: sente tutto, anche se fa finta di niente. Anche lei sa che parto, pur senza segnarlo su una mappa. E anziché guardarmi, gira gli occhi verso la parete.
“Monica, vieni a dirmi quanto peso, poi quanto peso con lo zaino addosso, poi fai la sottrazione e dimmi quanto pesa sto cavolo di bagaglio a mano!”. Certo: perché mi sono portata tre libri uno più spesso dell’altro, “Non posso vivere senza i miei libri! Questo libro mi serve per farmi venire voglia di scrivere! Questo per tirarmi su di morale! Questo per convincermi che non sono solo io la matta!”. E poi ho un bagaglio a mano che pesa come il piombo.
E’ tardi, devo andare.
Do due baci a mia mamma, mentre annuso un’ultima volta l’odore del suo collo; e lei guarda verso la parete. Come la gatta. Do due baci a mio papà, che serio mi dà anche la mano. “Non ho ancora capito perché devi andare fino in India solo per fare OHM!”.
Poi salgo in macchina, cerco di ricompormi mentre quel groppo maledetto non mi abbandona. Tocco la borsa per sincerarmi di aver preso la boccetta di Xanax. Tanto lo so che quello stupido ansiolitico non lo toccherò nemmeno. Però
La macchina svolta in direzione Torino, e questo piccolo paese di provincia, con i suoi abitanti stanchi e curiosi, il mio paese odiato quando torno, amato quando parto, è già un ricordo lontano. Col pullman andrò a Malpensa dove un aereo mi porterà a Delhi, e da lì un aereo minuscolo mi porterà ai piedi dell’Himalaya, a McLeod Ganj, dove ha la residenza il Dalai Lama, e dove mi eclisserò per un mese e mezzo a studiare yoga e meditazione.
E dopo? Dopo si vedrà.
Quando si cerca di inseguire un sogno è sufficiente chiudere bene a chiave la porta di una vita che non ci appartiene più.
E poi fidarsi del proprio istinto e vedere come andrà a finire.
[Scritto sull’aereo Istanbul-Delhi, con le lacrime agli occhi]
63 Comments
Ti leggo e ho le lacrime che scendono a fiumi.
Sento il tuo groppo in gola e l’adrenalina che proverei se fossi nella tua situazione.
Immagino lo strazio dei saluti e la forza che serve per lasciare tutto indietro.
Parlo spesso di te offline, alla gente che continua a ripetermi che bisogna adeguarsi, farsi andar bene lavoro e compromessi.
Parlo di te e sogno di poter fare, a modo mio, come hai fatto te.
Ti auguro di vivere un’altra avventura grandiosa, di trovare i tuoi perché ed essere felice!
E quando avrai tempo, raccontaci tutto, emozioni, paure, attacchi di panico.. saró qui a leggere!!!
Danila.
Ciao Daniela, felice di averti commossa! 🙂
Sì è stato uno strazio non indifferente. Brava, diffondi il verbo: non bisogna mai adeguarsi, non fa bene alla salute!
Va bene, racconterò tutto! Tanto non riesco mai a tenermi 😉
Grazie di cuore!
Per me sarai Super Super Eli,
io che sono così diversa da te. ..legata alle mie radici e a tutte le mie abitudini ..rimango totalmente affascinata dal tuo essere te! Raccontaci tutto perché è meraviglioso leggerti e vai! Spero,comunque, d’incontrarti di nuovo a giugmo nel corridoio della nostra scuola per sentire e vivere così una piccola briciola delle tue avventure. ..katia
Ma grazie Katia!
Sarà un po’ impossibile incontrarmi a giugno perché l’aspettativa scadrà il 30, ma forse se faccio una tappa a casa prima di allora verrò senz’altro a trovare i bambini a scuola, e allora passerò anche da te! Sono felice che mi segui da laggiù 🙂
Un abbraccio grande!
In inglese potrei dirti ‘been there, done that’ ma non è così, perchè le esperienze sono tutte diverse. Io ero talmente eccitata che nemmeno versai una lacrima quando partii 6 anni fa, le ho viste solo versare. Forse per me la partenza è stata più improvvisa e più ‘desiderata’ (20 anni di aspettativa è tanto!!)…….
E mamma, che tenerezza, la roba elegante e le scarpe col tacco le andò a ricercare e se le mise nel suo armadio, dopo che io le avevo ‘dismesse’ perchè tanto non mi sarebbero servite più. Pensa, le ha conservate gelosamente fino a che non mi sono sposata e poi le ha inviate. Forse inutile spiegarle che la mia vita è un’altra e quelle cose non mi servono più….
La salute? Hahaha dai, vedrai che ti ‘sani’ appena sei lì!! Ma non ti fermare altrimenti ritorna tutto indietro!! 😀
Un abbraccio e un grosso in bocca al lupo da una britannica ex globetrotter e col mal di denti!!
xxxx
Grazie per condividere sempre un pezzettino di te sul mio blog, è sempre bellissimo leggerti! Tua mamma è tenerissima! La mia non va a mettere il naso in casa mia altrimenti sa che pianto un urlo che arriva in diretta dall’India a Torino passando sull’Iraq 😀 Lo spero di sanarmi, al momento sto solo spurgando, ma sono fiduciosa che dopo lo spurgo arriverà il sole 🙂
Ah già, il tuo mal di denti irrisolto!!
Un abbracciooo!
Eli vai, fa paura, come sempre , ma non per questo non partiamo. Partiamo con l’ansia, col xanax, con entusiasmo, con rammarico, con meraviglia… Ma ti prego Eli, se riesci , non chiedere scusa per come sei, nemmeno ai tuoi genitori. La vita è tua, sei grande abbastanza, possono non condividere, possono avere timore, possono essere amareggiati. Ma non chiedere scusa di essere un essere umano curioso e aperto. Ti abbraccio
Grazie Patty per le bellissime parole che mi fanno rilfettere, come sempre.
Je t’adore! 🙂
“…. il mio paese odiato quando torno, amato quando parto” è come se con questa frase mi avessi letta dentro. E’ bello leggerti Eli, ogni volta, mi fai capire che mi devo sentire meno sola in questa mia inadeguatezza a vivere quando torno a casa. Ma forse la chiave sarà trovare, un giorno, un posto da dove non voler più partire.
Goditi l’India, che sono sicura ti sconvolgerà un po’ (l’ho letto non ricordo dove, che se non vieni distrutto un po’ è come se tu non fossi mai partito) e poi ti farà rinascere :*
Ciao Chiara, sentiti meno sola perché siamo in tante a sentirci così!
Mi auguro di rinascere dalle mie ceneri! A te l’India ha sconvolto un po’? 😉
No, non potresti essere un’altra: tu sei così, sei te stessa. E, soprattutto, hai il coraggio di esserlo.
In bocca al lupo Eli!!!
Un abbraccio
Grazie mille Serena!!
<3
Parole che dalla testa si tuffano dritte al cuore,ti auguro il lungo viaggio meraviglioso che meriti e sai di meritare!
Il destino non aspetta nessuno e un giorno,magari con lo stesso palpitante coraggio che stai dimostrando tu,riuscirò a fare della mia vita,l’ennesima partenza splendida che da’ un vero senso a tutto!
A 26 anni, in questo momento,l’unica barca che riesco a prendere è quella per sbarcare il lunario!
Ma presto tutto cambierà!
Attendo i tuoi scritti con immensa gioia,sei una grande carezza all’anima!
Buon viaggio Eli!
Vanessa
Grazie delle tue parole, Vanessa! Sono una carezza dell’anima per me, le tue 🙂
A 26 anni hai tutto davanti a te: sono sicura che farai cose grandi, quando verrà il momento!
Un abbraccio forte!
Daje Eli….:-))
Sei una forza della natura.
Saluta il Dalai.
AH AH te lo saluto sicuramente… se lo vedo!! 😀
buona permanenza, meditazione, e pace!
hug
Andre
HUG!
Grazie!
Gli addii sono la parte più straziante di ogni partenza, la vita comincia di nuovo un passo dopo. Concordo con quel che dice Patty “ti prego Eli, se riesci , non chiedere scusa per come sei, nemmeno ai tuoi genitori. La vita è tua, sei grande abbastanza, possono non condividere, possono avere timore, possono essere amareggiati. Ma non chiedere scusa di essere un essere umano curioso e aperto”. Chiariamolo non è una strada ovvia quella che hai scelto, non è una strada facile, è un percorso che ti aprirai ogni giorno senza la dannazione/certezza di sapere cosa ti attende domani. Fossi mia figlia sarei fiera di te, e vinto il dolore della partenza, sono certa che, magari pur non ammettendolo i tuoi genitori sono fieri di te. Buon cammino.
Grazie anche a te per le parole che mi arrivano dritto al cuore 🙂
Auguri per tutta la vita che hai davanti. Mi ricordi Elizabeth l’autrice del libro Mangia Prega Ama, che ho letto da poco.
Il paragone mi piace, Speranzah! 😀
Grazie dell’augurio!
Meravigliosa…in bocca al lupo
GRAZIE!!
E chi li ferma adesso questi lacrimoni? Ho due occhi gonfi come due acquari!!! Immagino spesso come sarà per me quel momento (sto combattendo per arrivarci!) e le tue parole – così semplici e profonde – hanno rimescolato tante emozioni e tanti pensieri che già ora mi tengono sveglia.
Coraggio!!! Sei forte e bellissima, come solo può esserlo una donna ogni volta che prende in mano la propria vita.
Ti abbraccio e spero di leggerti presto!
Giulia
🙂 Che dolce!
E’ vero: si è forti e belle, qualunque sia il proprio aspetto fisico, quando si prende in mano la propria vita e si cerca di ricominciare da capo.
Grazie di cuore!
meravigliosa India, il mio sogno poterci andare in questa vita, un forte abbraccio a te cara Ely
Mari
Allora ti auguro di coronare il tuo sogno! E ricambio l’abbraccio di cuore
Caro papa’ se potessi scriverti una lettera inizierebbe cosi…non so cosa faro’, dopo le promesse di restare finche’ hai ritrovato la tua serenita’…ma io non voglio perdere la mia che ho conquistato con tanta fatica. E’ inutile girare su inutili discorsi e fandonie di buon senso…li’ ho casa ma non mi sono mai sentita veramente a casa in quell’ambiente. Ultimamente tu sai il pressante bisogno di fuggire, si’ fuggire e’ la parola adeguata, tu conosci le mie paure e le mie pene e sai quanto mi si contorce lo stomaco a pensare a certi eventi sofferti del passato. Tu ci sei passato con me e mi hai tenuto la mano ma io sono caduta tante volte, e non deve accadere piu’! Non esistono mai gli addii definitivi ma a queste sensazioni voglio dire un addio per sempre…sto pensando proprio oggi al nostro imminente ritorno e pensavo sinceramente di esserne piu’ felice invece provo tanta amarezza e insicurezza, umanamente e debolmente parlando. Non voglio che il freddo inverno mi accolga stringendomi nella sua morsa, voglio essere piu’ forte io e superarlo.Non so cosa faro’ ma non mi spaventa, mi spaventa sapere di piu’ cio’ che faro’ ossia niente di utile per la mia vita. Ma sono certa che questo ritorno non sara’ inutile e che Dio mi aiutera’ a occupare il tempo e farlo passare velocemente. Deve essere cosi per la mia salute psicologica e fisica santo Cielo! Non so cosa faro’ ma credo che questa sia in fondo la ricetta della felicita’ perche’ sapere gia’ tutto che bello e’? che mi importa se non avro’ una vita scontata e perfetta, se non avro’ le comodita’ frutto del duro lavoro che sacrifica l’esistenza, io voglio sentirmi come il vento, libera di andare e venire…lasciando un segno oppure no.
Voglio evitare di avvisare sempre, fare entrate trionfali, cerimonie di bentornata…sono stufa dei luoghi comuni e dei modi ripetitivi di discutere con gente che non capisce e crede che l’unico baluardo dell’esistenza sia la pensione in banca alla fine della carriera lavorativa o qualche bevuta il sabato sera per quelli della mia eta’…sono certa non sia tutto qui. Non so cosa faro’ e questo mi piace e mi fa sentire viva. Sai quanto mi sento viva qui papa’? come non mi sono mai sentita, mi viene da piangere disperatamente se ci penso perche’ io SONO cosi’ e nessuno puo’ cambiare questa verita’ della mia esistenza. Non sono troppo felice di tornare mentre al contempo sono felice di rivedervi…un frullato di incoerenza come lo sono sempre stata! Pero’ e’ questo che voglio dirti. Io qui sto bene e ho trovato il mio Paradiso in Terra e niente e nessuno mi togliera’ l’India dal cuore e la voglia di tornarci…presto o tardi.
Non so cosa faro’ ma credo di sapere cio’ che non faro’ ossia lasciarmi vincere dalla noia, transumanza di pensieri sempre uguali che si rincorrono sui binari dell’ossessione, gioco di carte sempre uguale con l’essenza perduta del destino che va dileguandosi dietro una bandiera bucata dalla tempesta, azioni fatte per il mero scopo di vivere o sopravvivere che fanno a pugni con l’attimo fuggente che ha voglia di essere rincorso da me…l’insensatezza di dover rendere conto agli sguardi di gente che non capisce e non capira’ mai perche’ per loro vivere ha il solo scopo di riprodursi e mangiare…
Non so cosa faro’ ma voglio togliermi la presunzione dalla bocca, la stupidita’ dalla faccia, la rabbia dal cuore e l’indifferenza dall’anima, voglio continuare a vivere la mia vita, standovi accanto anche se non sempre fisicamente, voglio poter decidere liberamente della mia vita e a Dio piacendo fare delle scelte che non debbano piacere agli altri ma che seguano l’onda che porto dentro e mi fa sempre dolcemente riposare sulle rive di un mare ogni volta diverso ma infinitamente intenso che si chiama Liberta’.
Leggendo il tuo post mi è venuta in mente questa lettera che scrissi a febbraio a mio padre poco prima di partire dall’India x tornare in Italia…Non ho ancora avuto il coraggio di fargliela leggere
Avanti tutta Eli! Sono con te 🙂
Laura, sei una grande ad aver condiviso questa tua lettera qui. Davvero.
Io non so se la mia, di lettera, a mio papà avrò mai il coraggio di darla. Ma forse dovremmo invece fare quel passo e avvicinarci a loro, che in fondo soffrono e amano proprio come noi.
Un abbraccio dal cuore!
ti ringrazio dall’anima Eli, ho voluto condividerla perchè credo che noi donne in viaggio abbiamo sempre avuto quella cosa da dire ma non avevamo il coraggio e magari abbiamo affidato le nostre emozioni alla tastiera del computer e lasciato salvato tra i nostri documenti senza mai consegnare ai genitori…
vuoi che l’ho stampata e i miei l’hanno trovata sulla scrivania ma non hanno detto niente almeno per ora,forse ci stanno meditando su…
eh sì, noi viaggiatrici lasciamo sempre tracce in giro… se i tuoi sono come i miei, fanno finta di niente ma hanno letto tutto 😉
Ely, amo il tuo modo di scrivere. Tocchi le corde emotive più sopite. Perché sì, parli di te, ma quando si parla di sè come fai tu, si parla di tutti noi, della nostra umana umanità. E ti emozioni e ci emozioni.
Non posso che riadottarti nuovamente!
Buon viaggio e buona ricerca 🙂
#adotta1blogger
Grazie di cuore Sonia, le tue parole mi fanno bene! Che bello essere di nuovo adottata 😉 Buona giornata di sole dall’India!
E le tue fanno bene a noi che leggiamo 🙂 buona giornata a te dall’afosa Torino!
… stasera ho sentito mia mamma che mi ha detto del caldo di Torino e mi mancava quell’afa lì!
Comunque se sei di Torino quando torno ci vediamo di sicuro!
Ma molto molto volentieri!!!
Ci conto :))
Grazie Eli per come sei, per ciò che fai, per ciò che scrivi e per come lo scrivi, e grazie a tutte voi, autrici dei vari post, ricchi di preziosi contenuti e profonde riflessioni.
Anche a me, leggendo quanto hai scritto cara Eli, sono venute le lacrime agli occhi; parole che leggo e rileggo per sentirmi meno sola di come mi senta in questo momento (da giorni..) Distrutta dall’insopportabile canicola milanese che mi rende una sorta di zombi che vaga in casa tra letto-doccia-divano, divano-doccia-letto, doccia-letto-divano, debilitata per l’assoluta inappetenza (mangio quasi niente da tre giorni..), xanax per superare le mie mille paure, la mia ansia perenne, i miei attacchi di panico continui, che mi impediscono di lasciare la mia comfort zone…
Sogno di viaggiare, scrivere di viaggi, aprire un blog, cambiare vita, insomma assomigliare a te, mia preziosa musa ispiratrice…
Ma mi sento così fragile e così incapace di affrontare la vita…! Temo di stare per cadere in una brutta depressione, ma leggendoti, e leggendo tutte voi, credo di riuscire a evitare il Prozac…
Dal profondo del cuore GRAZIE!
Namasté…
Sara! Hai fatto venire tu le lacrime agli occhi a me, con questo tuo commento. Ti abbraccerei se fossi lì, ma visto che non lo posso fare fisicamente, lo faccio con le parole dicendoti che c’è sempre una via d’uscita. Anche dallo Xanax. Per non finire nel Prozac e rovinarsi la vita, è meglio darsi una mossa e dire: “E adesso mi sono rotta. Prendo in mano le redini della mia vita come piace a me”. Sogni di viaggiare, scrivere un blog, cambiare vita? Fai tutti i piccoli passi necessari per arrivare a farlo, un giorno.
Anch’io ho cominciato in piccolo, con un piccolo passo che mi ha salvato la vita.
NAMASTE’!
Grazie infinite cara Eli per il tuo abbraccio di parole incoraggianti…
Considero già un primo piccolo passo l’essere uscita dal mio isolamento e l’aver espresso pubblicamente il mio attuale malessere. Non l’avevo mai fatto, in un blog.
Ricambio l’abbraccio e …niente lacrime agli occhi: sorrid!, tu che sei felice (come hai scritto). Te la meriti la felicità, carissima Ei, e ti auguro di cuore sia tua eterna compagna dei tuoi vari viaggi e del tuo Viaggio della Vita…
Namastè!
Auguro felicità anche a tutte voi che scrivete commenti tanto belli, che mi confortano. Grazie.
Quando si augurano felicità e cose belle agli altri, poi ci torna tutto indietro e raddoppiato. Grazie e continua così, forte e decisa, verso la tua vita, e abbracciala tutta senza paure.
Un bacio dall’Himalaya!
Meno male, Eli, ero un po’ preoccupata perché per un periodo (quello di scrutini ed esami?) non hai pubblicato post. E siccome da un post precedente ci avevi fatto sapere di essere tornata, sia pure temporaneamente, a scuola, mi domandavo preoccupata, appunto, se non ci avevi ripensato.
Ora che ho letto e riletto il post della tua partenza mi sento più tranquilla!
Che la tua strada profumi di esperienze meravigliose, perché sei tu la strada.
( parafrasando Gramellini) Fai bei post, li stiamo già pregustando
Maria Grazia
Ma che carina, Maria Grazia, che ti eri preoccupata per me! Sì, non avevo scritto per un mese non proprio a causa degli scrutini e le cose scolastiche, bensì perché ero piuttosto in tilt per cose successe e per l’imminente partenza. Ma ora che sono in viaggio l’ispirazione è tornata e con essa la gioia di vivere la vita come piace a me. Bellissima questa citazione di Gramellini (che adoro)!
Un abbraccio grande!
[…] Partenza per l’India: quando il futuro entra in una valigia. di Eli Sunday Siyabi […]
È la cosa giusta quella che hai fatto e stai facendo, la tua dottoressa ha detto una grande verità. Scommetto che lo Xanax non lo userai mai ma proprio mai 🙂 un bacio
Infatti chi lo sta usando? Ho resistito al panico del primo giorno senza toccare la boccetta, mi sa che prima o poi la butterò nell’immondizia senza rimpianti 😀
Un bacio anche a te!
So già che stai rinascendo nuovamente con questa esperienza e non avevo dubbi. Grande Ely adoro leggerti ed emozionarmi con te! 😉
Grazie Dany!! Anch’io adoro emozionarmi con te, quando ti leggo volo in Olanda e in Kenya e sogno anch’io 🙂
Cara Eli,
hai scritto un bellissimo articolo, pieno di emozioni e di sentimenti.
Non è mai facile partire, per me è la cosa più difficile in un viaggio: partire è come lasciare le proprie certezze, per qualsiasi periodo sia destinato durare, e affrontare un nuovo capitolo, senza ancore, senza sicurezze. Eppure, se ha qualcuno questo spaventa, ci sono persone che amano partire, lasciare tutto e lanciarsi verso il futuro. Io, come te, come chissà quante altre persone, siamo fatte così e viaggiamo perchè non ci basta mai, perchè non ne abbiamo mai abbastanza. Perchè viaggiare ci rende libere e felici. E c’è qualcosa di più importante della propria felicità?
Buon viaggio, quindi, Cara Eli.
Ti auguro di vivere ogni istante al massimo, senza guardare indietro. Mio papà, un giorno, prima di un viaggio, quando avevo il groppo in gola e le lacrime agli occhi, mi disse: il futuro è avanti. E ha ragione, ora, col senno di poi, lo capisco come non mai.
Buon viaggio, quindi, Cara Eli.
Ti auguro tutto il meglio per questa nuova avventura, per questo nuovo capitolo appena iniziato. Noi travel bloggers, faremo il tifo per te.
Ti abbraccio stretta,
Enrica
Mi sono venuti gli occhi lucidi a leggere questo tuo commento, Enrica! Grazie per queste bellissime parole, per l’augurio, e poi per questa frase dolcissima “Noi travel bloggers faremo il tifo per te” 🙂 Ricambio l’abbraccio (stretto) di cuore!
[…] arrivata in India una settimana fa, e per una settimana sono rimasta chiusa nella scuola di yoga a studiare teoria e pratica, ad […]
Ti stimo tanto, davvero. La cosa più straordinaria però, per me che di attacchi di panico purtroppo ne so qualcosa, é come tu riesca a fare tutto questo con “loro” presenti.
A me hanno chiuso letteralmente in gabbia, altro che girare il mondo. Già una fatica prendere il treno per 40 min per andare a vedere una mostra in una città vicina..
Ciao Milla! Grazie!
Attacchi di panico come hai tu mi erano presi tanti anni fa, e poi sono guarita. Ma restano i miei compagni di viaggio che tornano nelle situazioni che mi creano ansia. Con gli anni ho imparato ad ascoltarli, e a comportarmi di conseguenza. E tu? Li ascolti? Cosa ti stanno dicendo? Non far sì che vincano loro: vinci tu andando loro incontro e risolvendo ciò che ti fa stare male. Prova! E vedrai che pian piano il treno per andare a vedere una mostra lo prenderai senza più paura.
Ti abbraccio forte!
Troppe volte ti leggo con le lacrime agli occhi, Eli. Che sia un buon cammino! 🙂
Grazia, che bello che sei passata di nuovo di qua per piangere un po’ 😉 Grazie di cuore e buon cammino anche a te!
Lo xanax e gli attacchi di panico, gli occhi chiari arrossati dalle lacrime e scuriti dalle occhiaie di notti ansiose maledette, grandi amori che non decollano, strade che non si sanno prendere…
…e strade che si incontrano. Ti sto seguendo da un po su Facebook e ora ho scoperto il tuo blog . M
Credo che alcune caratteristiche accomunino noi che prendiamo strade diverse, che decidiamo di partire e non tornare più…
Mi sei subito piaciuta e ora che trovo questo blog inizio a capire e affinità che ho sentito a pelle anche se divise dal web è da continenti
Continuerò a seguirti volentieri. Ma come hai fatto a lasciare tutto e andare ? Intendo dire all’atto pratico . Tipo hai preso aspettativa o eri già freelance ?
Un abbraccio e namaste
Namaste! Grazie per le tue parole!
Sì ho preso diverse aspettative, e quella attuale è l’ultima (almeno, credo). Sono poi stata freelance dopo, quando ho lavorato come guida turistica in Oman. Ora è tutto in mano al destino, che costruisco pian piano.
Un abbraccio grande!
Mi limito ad augurarti un buon viaggio!
GRAZIE!!! 😉
Che bel racconto Eli, ogni volta che mi scarico vengo nel tuo blog a cercare una tua storia, anche di tanto tempo fa, e mi ricarica e vorrei tanto avere il tuo coraggio, lasciare
un lavoro che non mi soddisfa, dove passo troppe ore e troppo a lungo, con un ambiente di pettegoli e gente con cui non passerei nemmeno una mezza giornata, ai quali starei volentierissimo lontana.
Quando dici, hai chiuso amicizie che non erano tali…tu, che negli ultimi anni sei stata molto all’estero, riguardo all’amicizia, ti è mai capitato di vivere periodi malinconici legati alle amicizie per il fatto
di sentire di non essere cercata da amiche? (che credo siano amiche comunque non quelle da tagliare) ma per ragioni logistiche (si sono trasferite in altre città) non si fanno sentire come vorresti per cui, dopo varie volte che ti fai sentire tu e loro ti rispondono, magari con entusiasmo, poi passano mesi che, nonostante la tecnologia avanzata, non si fanno sentire. Anche queste secondo te sono amicizie da tagliare o è naturale che sia così, col tempo? Ci si allontana? Non ci si sente più?
Complimenti per le tue storie, mi fanno sognare. Grazie.
Un’altra curiosità, mi ha incuriosita il discorso dei libri, anche io sono amante dei libri!
Quali titoli erano quelli che ti ispiravano a scrivere, tirarti su di morale e convincerti che non sei solo tu la matta? : D