Era una settimana che non stavo in piedi, respiravo a fatica e mi girava la testa. “Strano”, ho detto alla dottoressa, “ero in formissima, e poi di colpo è cominciata una tachicardia che non mi fa dormire. E ho anche un dolore al petto: non è che mi viene un infarto?”. La dottoressa mi ha prescritto subito un elettrocardiogramma. Risultato? Il battito è regolare, tutto nella norma. Allora ho fatto un esame del sangue, non sia mai che la tachicardia sia dovuta alla tiroide. Risultato? Sono sana come un pesce.
Mentre stavo uscendo dal suo studio, la dottoressa mi ha chiamata:
“Signorina?”. “Si?”. “Le passerà tutto quando smetterà di fare un lavoro che non le piace”.
Com’è che quando sono in giro per il mondo non mi ammalo mai, e quando sono in Italia ne ho sempre una? Come dice mio padre, “Mangi da noi e ti viene la gastrite, mangi mais e fagioli in Kenya dal piatto dei bambini, e non ti prendi niente”.
Benvenuta nel mondo delle malattie psicosomatiche.
Come se non le conoscessi già! L’ho capito da tempo: il mio inconscio comunica con me in questo modo. Anche (e soprattutto) quando non lo voglio ascoltare. Perché io per non ascoltarlo faccio di tutto: mi inganno da sola che vada tutto bene, che sì sono felice come una Pasqua, no non c’è nessun problema, in amore va tutto alla grande, il lavoro, poi, è proprio quello che volevo! Ah che meraviglia la mia vita! E proprio quando si tenta di ingannare se stessi, arriva lei: la malattia psicosomatica, a farci capire che ci stiamo prendendo in giro.
Anni fa, mentre mi trovavo in Cambogia a fare volontariato, e ancora non avevo risolto un certo senso di soffocamento, trovai un interessante documento sulle malattie psicosomatiche, redatto dallo psicoterapeuta Claudio Bonipozzi. Egli afferma che “quando l’ansia e lo stress prendono il sopravvento, il lavoro perde la sua positività e si trasforma in un peso che opprime anziché arricchire”. Se vi siete già sentiti così, sapete di cosa parla.
Bonipozzi ha elencato il linguaggio simbolico di alcuni organi: ogni sintomo, un messaggio.
Ve ne riporto alcuni:
Articolazioni
Le persone che soffrono di dolori articolari sono quasi sempre molto esigenti nei confronti di se stessi o della propria cerchia. A volte appaiono agli altri come molto flessibili, ma la loro docilità è dettata dalla paura e da una sensazione di impotenza di fronte a figure autoritarie. Sono presenti in queste persone sentimenti di collera e da un senso di rivolta, tenuti entrambi sotto silenzio, ma inevitabilmente espressi dal corpo per mezzo di questo particolare disagio.
Mal di schiena
Il nostro corpo, sotto l’effetto di una umiliazione, tende a “piegarsi” o meglio a “ripiegarsi” su noi stessi. La schiena ricurvata segue frequentemente profondi disagi affettivi: la sofferenza ci “piega” (fardelli troppo pesanti da portare).
Il ginocchio (condizione di inferiorità)
Il dolore può esprimere il grande disagio a vivere delle situazioni “umilianti”: rifiuto di sottomettersi.
Apparato respiratorio
Le vie respiratorie sono le vie di comunicazione (scambio tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno), dove entra la vita, che verrà poi distribuita dal sangue in tutto l’organismo. Le malattie degli organi della respirazione traducono gli scambi con l’ambiente circostante per quel che riguarda il nostro bisogno di “aria”, spazio e autonomia. Ci possono segnalare un’assenza di gusto per la vita, la perdita di desiderio di continuare a vivere, o anche un senso di colpa devastante.
Laringite (infiammazione del canale respiratorio)
E’ un modo di soffocare la comunicazione quando dobbiamo parlare con qualcuno che è vissuto come l’autorità.
Gastrite (infiammazione della mucosa dello stomaco)
Collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati per quanto valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili. Il famoso “bruciore allo stomaco” parla della presenza di un fuoco che brucia all’interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione (rabbia inespressa).
Insonnia
Solitamente è un soggetto sempre in movimento durante il giorno, sempre impegnato, con notevoli difficoltà a delegare e a staccarsi da pensieri che circolano continuamente nella sua testa. L’insonne non riesce assolutamente a lasciarsi andare neppure di notte e tenta di portare con sé nel mondo del sonno, tutto quello che appartiene alla sua esistenza diurna. Ha comunque molti volti, ma esistono elementi comuni: insoddisfazione ed attese. L’insoddisfazione riguarda i problemi quotidiani, angoscia di non essere all’altezza, affetti che non “guardiamo”. C’è sempre un timore a lasciarsi andare; indica debolezza e vulnerabilità (uomo); diventa sinonimo di sudditanza e prevaricazioni (donna). Nelle ore diurne sempre c’è movimento, non riesce a staccarsi dalle cose anche se sono deteriorate (rapporti sentimentali, amicizie, ecc.) non perde mai il controllo (aggressività e sentimenti), rimane continuamente legato al passato. Nella difficoltà a prendere sonno una “parte di noi” (l’Io) non vuole perdere il controllo perché teme di incontrare le emozioni profonde (che durante il giorno riesce a tenere sotto controllo). Il risveglio notturno, invece, indica semplicemente che si sta realizzando quello che non si è riuscito a fare durante il giorno; rimuginare su ciò che è accaduto durante il giorno o invaso dalla tristezza, dalla rabbia e dalla paura.
Psoriasi (una spessa corazza per isolarsi dal mondo)
Vengono colpite, in genere, persone ipersensibili che hanno un gran bisogno dell’amore degli altri.
Candida e Herpes vaginale
Il bruciore dell’herpes richiama, a livello simbolico, il “fuoco” e al bisogno costante di purificazione. Per certi versi questa sintomatologia consente al soggetto di espiare certe esperienze peccaminose. Se invece l’herpes si associa anche alla Candida, il dualismo regola-trasgressione, santità-peccato viene rafforzato da un “imbianchimento” (fungo): manifestando tutto il suo “candore” come se si volesse mostrare la sua pulizia morale, a dispetto del comportamento particolarmente trasgressivo.
Tachicardia
E’ un’improvvisa accelerazione del ritmo cardiaco: emozioni che in qualche modo cercano di emergere, di esprimersi, in pratica risalire a galla.
Interessante, vero?
Chissà se vi siete rivisti in certi comportamenti da lui elencati?
Di gastrite ho sofferto per anni; di laringite ogni tanto; di tachicardia ne ho sofferto qualche giorno fa. Che cosa sta cercando di dirmi? Una cosa che so benissimo, ma non voglio ammettere a me stessa.
Quando mi passerà? Quando affronterò il problema, e lo risolverò. Eliminando la causa che sta alla base della malattia psicosomatica di solito si guarisce. Come scrive lo psichiatra Fausto Manara:
Vi riporto un suo passo illuminante:
“Quando si rimane sordi alla sua voce, l’esperienza non insegna nulla. E’ anche per questo che ci impegniamo più volte in progetti del tutto estranei ai nostri desideri, magari per compiacere coloro da cui vorremmo amore, sapendo in anticipo che, anche se li realizzeremo, non ci porteranno vera gioia. E’ ancora per questo che ci neghiamo la libertà in nome del quieto vivere, quando ben sappiamo che non è così facendo che il vivere sarà mai davvero quieto”.
Quante volte siete diventati schiavi del quieto vivere? Io lo stavo diventando, e poi ho deciso di uscirne. Come? Decidendo di ascoltare una malattia psicosomatica (il senso di soffocamento e l’attacco di panico) come fosse un angelo custode. Tre mesi dopo il mio arrivo in Cambogia, il senso di soffocamento sparì come per incanto. Ma non fu un incanto: scelsi solo di lasciare per un anno il lavoro di insegnante (che mi soffocava) per inseguire un sogno (darmi gratuitamente agli altri, anche se avevo mio padre contro – e non solo lui).
Raffaele Morelli lo dice chiaro:
Non sopporto più il fidanzato, che non mi lascia essere me? Ecco che mi viene la colite! Un’amica insegnante aveva avuto un alunno a scuola che non voleva continuare gli studi scientifici dopo la scuola superiore: lui voleva suonare il sassofono, era un artista, ma non riusciva a dirlo a suo padre. Il risultato? Spesso arrivava a scuola senza voce.
Lo psichiatra e creatore della bioenergetica Alexander Lowen parlava di una sua paziente che aveva sempre una sensazione di soffocamento. Come mai? Perché stava soffocando la sua protesta: quando era giovane, non era stata capace di protestare contro l’atteggamento dei suoi genitori, nè aveva osato gridare contro di loro: lei soffocò il grido, e le si era chiusa la gola.
Si può vivere così, con una sensazione costante di insoddisfazione, che ti corrode la vita? No, non si può. Che vita sarebbe?
Stanca di stare male, avevo speso l’anno prima della grande decisione leggendo libri psicologici e motivazionali per comprendere cosa stesse cercando di dirmi il mio inconscio; siccome non lo ascoltavo, aveva cominciato a urlare – ne avevo parlato anche qui: Non sentirti turbato se la mente pensa (e il corpo risponde).
Alla fine avevo deciso di accogliere la malattia psicosomatica e di ascoltarla: stavo male perché non solo ero invischiata in una relazione d’amore che non faceva per me, ma anche perché non stavo mettendo a frutto i miei talenti, ciò che io ero veramente. Mi stavo soffocando, e di conseguenza non respiravo più.
Ho imparato che si può sempre scegliere: di continuare a fare finta di niente (e stare sempre peggio), o di ascoltare i sintomi della malattia psicosomatica, e diventare ciò che siamo. Purché, come afferma Manara, “si abbia il coraggio di uscire dal territorio cupo dell’ormai per entrare in quello luminoso del perché no?“.
E tu, hai mai sofferto di malattie psicosomatiche? Le hai ascoltate? Come bisogna reagire quando il nostro corpo ci parla, secondo te?
Bibliografia: Claudio Bonipozzi, La medicina psicosomatica in Articoli e pubblicazioni Georg Groddeck, Il libro dell’Es, Adelphi, 1961
Alexander Lowen, Paura di vivere, Astrolabio, 1980
Fausto Manara, Occhiali per l’anima, Sperling & Kupfer, 2005
Raffaele Morelli, Puoi fidarti di te, Mondadori, 2009
Fonte immagine
160 Comments
Carissima Eli,
proprio in questo periodo sto soffrendo un po’ di tachicardia pensavo fosse qualche problema di tiroide. Mi sa che devo farmi due domande;)
Una volta esclusi problemi di cuore o tiroide, le domande bisogna proprio farsele. Io me ne sono fatte più di due 😀
ciao care io non lavoro al momento..università.. ho sempre senso di nausea,mal di testa,mal di pancia …consigli?
Anny ho appena risposto a Giuseppina Campoli sul mal di testa…
Cara Eli,
Mentre leggevo l’elenco mi sentivo come se stessi guardando delle figurine: ce l’ho, ce l’ho, mi manca…
Diciamo che la gastrite è “la mia number one”… Incanalo tutto lo stress, il senso di ribellione (che non posso concedermi, soprattutto al lavoro) e quando meno me lo aspetto, quando sto “fin bene” ecco li che appaiono i dolori lancinanti che piegano in 2… Ospedale, analisi e… Sana come un pesciolino felice! Giuro che le prime volte pensavo di essere pazza, poi il mio dottore, pure lui, mi ha detto “sei stressata. Impara a meditare e a farti scivolare le cose, se non riesci, cambia”. Eh già, “cambia”. Ho pensato di cambiare tante volte ma quando le porte si chiudevano di nuovo ricomparivano gli stati d’ansia.. Un cane che si morde la coda…
Ho deciso di provare viaggiando di più, più spesso. Mi da felicità e conforto!
Poi, sembra da quel che ho scritto che sia super depressa quando non lo sono, solo non del tutto felice. Ricercare la felicità anche nelle piccole cose, questo faccio. E per ora funziona…
Un bacio
Anche per me la gastrite resta number one, purtroppo: quando succede qualcosa, mi si riflette sempre sullo stomaco. La meditazione aiuta tantissimo, il tuo dottore ha ragione. Io pratico la meditazione vipassana, però non sono costante come dovrei. Dopo aver meditato, però, bisogna anche passare all’azione per cambiare ciò che ci scatena il malessere. Se ricompariva l’ansia, voleva dire che la soluzione non era propriamente quella giusta per te. Viaggiare di più è sicuramente un bel modo per evadere dalla situazione che non ti va giù, cercare la felicità nelle piccole cose, quello è da fare sempre!
Poi, quando non funzionerà più, prenderai il volo e via 🙂
Ciao.Io soffro molto perchè ho un lavoro che non mi piace più a causa del mio capo che sottomette e mi maltratta.sono nel privato in una multinazionale. non posso ribellarmi perderei il lavoro e ho duenfigli da mandare avanti da sola. sto terminando una malattia durata 20 giorni r già stasera una sua mail da cafone mi ha messa nuovamente ko. è bello quello che dici ma quamdo non hai scelta …..come si fa?
Ciao Annetta,
mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo: mi pare di capire che tu sia vittima di Mobbing da parte del tuo capo. Ho trovato un testo redatto dall’Università di Firenze, che potrebbe fare la caso tuo: a pag.25 trovi delle strategie per difenderti dal mobbing e reagire: http://www.unifi.it/upload/sub/pariopp/mobbing_online_libro.pdf. Prova a dare un’occhiata. A pag.29 si afferma infine che non ci si deve mai sentire soli/e, pertanto è bene rivolgersi a sindacati, punto di ascolto del Comitato delle Pari Opportunità, Garante o Consigliera/e di fiducia (se presente) o Consigliera di Parità.
Devi reagire, Annetta!
Se vuoi, puoi cominciare leggendo una storia vera, simile alla tua, scritta dalla mia amica Claudia Mengoli, del cui libro avevo scritto la recensione qui:
https://www.toohappytobehomesick.com/la-mia-trasformazione-un-libro-per-cambiare-vita/
Lei ne è uscita: secondo me, se tiri fuori tutta la tua forza, ne puoi uscire anche tu.
Ciao o..mi chiamo Chiara. .vivo Anch io una situazione simile.. ma vivo sola. .completamente sola.. Non ho amici. ne famiglia non posso sbilanciarmi alle uscite altrimenti non arrivò a fine mese..affitto di casa e tante spese tutto completatanente sola..il mio corpo non fa altro che ingrassare.. Come faccio a cambiare vita?Non ho scelta Come posso uscire da questa situazione e sentirmi felice
ciao..
scusate ma ho letto questo suo articolo molto interessante..
davvero!!!
ma poi mi sono prolungataprolungata sui commenti..
sono stata colpita da Annette..
come delegato sindacale anch’io mi sento di dirti rivolgiti ai sindacati o consigliera delle pari opportunità..
Io sono stata vittima fino a poco tempo fa ..
x via della mia posizione..ho tutelato tante persone che forse non lo meritavano neanche..
creandomi solo ostacoli..
anch’io ho 2 bimbi..
e mi hanno anche colpito sugli orari..
loro uscivano da scuola io entravo al lavoro..
ho fatto una malattia..
ma dopo mi sono decisa e ho vertenza..
certo non sarà facile xché devo essere consapevole del fatto che non finirà presto..
ma almeno 6 tutelata..
Ciao cara…….comprendo perplessità sul cambiare lavoro……io ce l’ho fatta ed ora sto decisamente meglio in caso ti interessa l’azienda x cui lavoro cerca…..lavoro in autonomia come quando voglio io e posso seguire mio figlio…sono separata……
Contattami in caso ti interessa……buona vita
Grazie mille Raffaella!
Annetta, se ti interessasse, contattami in privato da “Contact” e ti giro l’email di Raffaela.
Ciao a tutte! Eccomi, sono una di voi…sono a casa da una settimana con una tosse tremenda e senza voce…credo proprio che questo voglia dire qualcosa.
Anche io lavoro in un ambiente che non mi piace, e non riesco a trovare la forza per uscirne e fare qualcosa per me…ma ho la mia piccola Lucia , la mia bimba ,e devo pensarci praticamente da sola .
Quanta fatica….
Ciao Anna, welcome! 🙂
Bene, ora che sei a casa senza voce, potrai fare silenzio e meditare sui tuoi perché… 😉
Quanta fatica, sì! A volte ci si interroga sul perché, ma poi penso che, con una bella bimba come immagino sia la tua piccola Lucia, tu reagirai alla tua situazione, pensando che tua figlia meriti di avere accanto una mamma felice.
Ciao o..mi chiamo Chiara. .vivo Anch io una situazione simile.. ma vivo sola. .completamente sola.. Non ho amici. ne famiglia non posso sbilanciarmi alle uscite altrimenti non arrivò a fine mese..affitto di casa e tante spese tutto completatanente sola..il mio corpo non fa altro che ingrassare.. Come faccio a cambiare vita?Non ho scelta Come posso uscire da questa situazione e sentirmi felice
smetti di sottostare al “cafone” fagli capire che sei una madre, ed esigi rispetto, ed educazione, fagli capire che altrimenti te ne vai, (e cmq cerca un altro posto nel frattempo tanto se è cafone cafone rimane), oppure tu non sai farti rispettare, il resto sono scuse, anch’io non sopporto i cafoni e le “cafone”( sono un uomo ) prima o poi ci litigo e poi chiudo i rapporti, è inutile parlare con cafoni o grezzi dentro, ti faranno sempre arrabbiare, e capire che ti stai sprecando tempo e fiato per loro.
Ciao
Concordo pienamemte con il tuo discorso . Io soffro con lo stomaco da alcuni anni e non ostante abbia fatto anche la gastroscopia che mi ha dato l’ esito negativo .( niente ) io continuo ad avere i dolori allo stomaco che mi svegliano durante il sonno . È un dolore fastidioso che mi porta vomito e malessere .insomma e a dirpoco una vera tortura .
Ciao Rosa, allora credo proprio che tu debba indagare meglio cos’è che ti porta questi dolori allo stomaco, e cercare di cambiare ciò che non ti sta più bene, se puoi.
Io sto male a chi rivolgermi?
Salve. …..come dici tu. …scrivi mi ritrovo come te…..ora anche mamma mia una paura tremenda dinuovo dolori al petto. …..momentaneamente sto impazzendo. ….x favore rispondetemi
Ciao Mary,
prima di tutto respira con calma, sciacquati il viso e i polsi con acqua fredda. Poi distenditi con due cuscini. E lasciati andare. Molla la presa e accetta questo attacco di panico. Non stai assolutamente impazzendo, né hai un infarto. E’ solo il tuo inconscio che cerca di farsi ascoltare. Se lo ascolti, se lo accogli, vedrai che andrà subito meglio. Affrontalo, dì a questa tachicardia, a questi dolori al petto “Cosa volete dirmi?” e impara ad ascoltarti, per vedere dov’è che non sei felice, cos’è che ti soffoca.
Questi attacchi forti di ansia non sono nient’altro che la mancanza di qualcosa, spesso di libertà.
Tutto passa, anche i dolori al petto. Ma per farli passare del tutto, li devi ascoltare e non averne paura, che tanto né morirai né impazzirai. Ci siamo passati in tanti, anche io, e tante volte.
Ascolta questo dolore al petto: da dove nasce? Come ti prende? E come, poi, scompare?
Ti abbraccio, stai tranquilla e affronta il problema che sta a monte.
Quanto hai ragione cara Eli. Ho imparato anche io ad ascoltare il mio corpo. Lui non mente mai. Da pochi mesi ho scoperto la Metamedicina ed è diventato il mio punto di riferimento. Se ho un disturbo vado subito a leggere il Dizionario di Metamedicina di Claudia Rainville. Ci sono tutti i disturbi con le domande giuste per accedere alle risposte utili ad affrontare il disturbo stesso.
E ci prende sempre. …
Grazie per questo post. Lo condivido perché è bene diffondere queste riflessioni.
Grazie per la condivisione, Assunta! E anche per aver citato la Metamedicina, che non conosco: curiosa come sono, vado subito a cercare cos’è.
Trovi qualcosa anche sul mio blog… ho partecipato a un seminario illuminante della Rainville…
“Guarire interpretando i messaggi del corpo”, “una medicina di compassione e di risveglio della coscienza”: molto interessante! http://it.metamedicina.it/benvenuto.php
Grazie Eli molto interessante 🙂
Prego! 🙂
Molto interessante! In un certo senso si ricollega agli articoli di Gloria sul’incertezza che diventa possibilità di cambiare, sulla paura che diventa una fonte di energia. Sono d’accordo, anche i messaggi del nostro corpo – che troppo spesso consideriamo solo un veicolo per il resto – sono nostri alleati, se solo impariamo a comprenderli. Mi fai pensare alla mia asma eterna che sta migliorando ultimamente… 😉
Asma: Il rifiuto di prendere contatto con qualcuno (o qualcosa) attraverso il respiro, si esprime mediante uno spasmo respiratorio (il polmone ha una superficie interna di circa 70 metri quadrati: è il maggior organo di contatto). I modi di dire, che hanno a che fare con l’aria e la respirazione, spiegano esattamente questo concetto: “si è a corto d’aria o non si può più respirare liberamente”. In questo modo inevitabilmente tocchiamo il tema della libertà e della limitazione (si comincia la vita con un respiro, terminiamo con l’ultimo). L’asmatico, quindi, utilizza i propri sintomi per esercitare un dominio sul mondo circostante. Se uno fatica a respirare si spaventa; e tutte le forti emozioni “mozzano il fiato”. Quando si supera una situazione difficile la prima cosa che facciamo è respirare profondamente e, soprattutto, liberamente. Anche in questa patologia si presenta il tema della dipendenza. Un bisogno di trattenere dentro di sé un nutrimento sottile” (aria), rimandando al mondo neonatale, quando respiro, cibo e amore materno erano tutt’uno (si veda la descrizione del malato psicosomatico).
Nei bambini: solitamente l’ambiente familiare è decisamente opprimente e soffocante, come se vivesse in una “gabbia completamente dorata”. Si sente accudito solamente “grazie” alla patologia che favorisce scambi affettivi tra lui e i familiari, altrimenti inesistenti.
(Claudio Bonipozzi)
Però, se è in via di miglioramento… 😉
La mia maggiore difficoltà era espirare, non inspirare. Quando il mio maestro di yoga ha detto che espirare significa lasciare andare ho avuto una piccola illuminazione (5 watt, tipo ;)). L’asma migliora – credo – da quando ho iniziato ad accettare di non avere il controllo totale sulla mia vita e su quella delle persone chi mi sono vicine.
Avrei anch’io questo “piccolo” problema, Grazia: il voler controllare ciò che mi accade, anche in amore. Invece, bisogna lasciare che le cose scorrano senza interferire o gestire le vite degli altri. Bisogna imparare a distaccarsi, e lasciar andare. Credo sia questo il segreto per vivere sereni.
ciao Eli,
molto bello e interessante quello che hai scritto, soprattutto perché rafforza ancor di piu’ la mia scelta.
vivevo il mio lavoro con sofferenza, sforzi di vomito quando mi svegliavo, mal di schiena costanti e bruciori di stomaco per tutta la giornata. Allora ho deciso di licenziarmi, mandare tutti al diavolo, mi sentivo sfruttato e poco valutato. Adesso sto benissimo, sorrido e mi sento libero….IO HO SCELTO DI VIVERE! Grazie e buona giornata.
Bravo Salvatore! Quel rifiuto per un lavoro che non faceva per te ti stava proprio uccidendo: chissà che brutto periodo devi aver passato. Ma, per rinascere, bisogna sempre toccare prima il fondo. Scegliere di vivere è il regalo più bello che una persona possa fare a se stessa. Che bel messaggio di positività!
E come hai trovato altro? Io mi sono licenziata perche mi stavo ammalando dopo anni di lavoro nella malattia mentale e disabilita. Ma ho 2 figli e ora sono angosciata perche non trovo lavoro. Ansia paura e depressione
Eli, quanta ragione. Hai fatto benissimo a scrivere questo post.
Ci concentriamo sempre sulle singole cause quando invece il malessere è un qualcosa di più completo. Rispecchia (spesso) un bisogno del corpo di esprimersi soprattutto quando ha subito delle privazioni. Ogni “dolore” riflette, quindi, un atteggiamento mentale che rifiutiamo ma che continuiamo a fare.
Il corpo ci parla e, come dici tu, bisogna porsi due domande.
ps. Troppi dolori ho sentito anche io! 😀
Grazie Lucia! A volte il corpo sussurra, altre invece prende proprio un megafono: se nel primo caso si può far finta di niente, nel secondo bisogna trovare un modo per zittirlo. L’unico è quello di ascoltarlo, prima. E andare nella direzione che ci indica, poi. Se si vuole, dai dolori si può sempre uscire. Fallo anche tu!!
Si Eli, io cerco di ascoltarlo sempre ormai. Certo, a volte non è semplice interpretare tutto, ma è il modo migliore per vivere bene. 🙂
Leggere post come il tuo aiuta a focalizzare l’attenzione su ciò che è buono fare per se stessi. Grazie, sempre
Il tuo articolo mi ha rincuorato! Ti ho scoperto durante il mio periodo londinese che mi ha liberato per un po’ da tutte le malattie psicosomatiche… poi son dovuta rientrare e badabam!!! Piano piano torna tutto e mi ritrovo alla situazione di partenza! La cosa difficile delle malattie psicosomatiche é che per un po’ ti immobilizzano… sembra che ti si fermi il mondo e ripartire sembra una impresa da giganti! 🙁
Com’é difficile capire se stessi? Come non aver paura di fronte alle manifestazioni del nostro corpo?
Ciao Martina! Se pian piano è tornato tutto (come ti capisco, mi è successo per anni), è perché probabilmente quella di rientrare non è stata la soluzione più giusta per ciò che sei e ciò che vuoi davvero. Credo proprio che tu debba rivedere i tuoi piani! Cosa ne pensi?
E’ proprio vero: le malattie psicosomatiche ti immobilizzano. Se è un attacco d’ansia, ti toglie le forze; se ti senti soffocare, sei sempre KO; se hai la gastrite, provi un disagio perenne perché hai sempre bruciori di stomaco che non ti fanno neanche venire voglia di uscire. Ripartire è proprio un’impresa titanica e richiede tutto il nostro sforzo mentale (prima che fisico) per dire: “Ma chi cavolo vuole vivere una vita così bloccata? Ora basta, reagisco!”. Ecco: il momento cruciale è quando non se ne può più, e si decide di fare qualcosa.
Anch’io, quando il corpo mi parla, sono presa dalla paura, perché subito è quasi impossibile capirne le ragioni. Per capirmi, io faccio silenzio intorno a me, nè radio nè telefonate nè niente. Leggo, faccio yoga (se non sto troppo male) e faccio meditazione. La risposta, di solito, mi arriva così.
Eccomi presente! Io avuto attacchi di panico, gastrite, tachicardia e ora extrasistole e aura visiva.le ho provate tutte. All epoca degli attacchi di panico stavo con il mio ex, credo di aver avuto il terrore di nn ess amata e paura di perderlo e .. L ho perso. Da li in poi la disfatta. Ho dedicato anni alle relazioni. Ma finite tutte, immancabilmente nn mi bastava mai. Ma il vuoto e’ il mio. Ora sn proprio alla frutta. Sn mamma di un bimbo stupendo. Ma fatto con l uomo sbagliato. Reduce di divorzio e freddo e troppo diverso da me. Chissa’ cosa ho visto. Forse la voglia di riscatto. Ma ora sn qui, senza alcuna realizzaz professionale ne personale. E il mio futuro nn ha senso. Io che vorrei ess medico e da tutta lavita che desidero famiglia normale. Ma ho fallito e nn ho piu’ forze. Ho quasi 40 anni e il mio mondo l ho lasciato la’. Qui per me nn c e nulla. Il mio bimbo meritava una famiglia normale. Grazie per l attenzione grazie davvero
Ciao Eli…. proprio vero tutto quello che hai scritto.
proprio in questi giorni ne parlavo con delle mie colleghe/amiche ,che tutti i giorni stanno male ,per un motivo o per l’altro ,e sopperiscono ai loro malesseri con tante medicine… giusto per tamponare il momento.
Parlo spesso di te di fronte alla loro insoddisfazione, alla loro disperazione.
racconto del tuo coraggio, dei tuoi momenti, dei tuoi risvolti ,e dei tuoi progetti.
Ti ammirano come se tu fossi un eroina, e in qualche modo già loro invidiano me (in senso buono) per questi piccoli spazi che mi sto creando, queste piccole evasioni.
in questo caso i loro malesseri cercano di ricordare ogni giorno che sono in un posto di lavoro che odiano! Ma che non hanno il coraggio di lasciare. perché si sa in Italia la situazione non è facile.
e come rispondere alle loro domande:
_ ma dove vado? e cosa faccio che non so fare niente? non so Nessun’altra lingua… e dove vado da sola?_
io a queste domande non so dare risposta e le vedo logorarsi giorno per giorno………
Ciao Barbara, siamo tutte eroine, nel nostro piccolo! Cerchiamo di affrontare la vita e le nostre paure, gli insuccessi e i momenti di gioia, e di trovare un senso a tutto ciò che ci accade. Sono atti eroici quotidiani, i nostri.
Le medicine – così come i tranquillanti e gli ansiolitici – sono solo un modo veloce per mettere a tacere il tutto. Un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto. Ma poi rimane sempre lì, latente, a ricordarci che non si deve soffocare, bensì liberare.
Le tue colleghe dovrebbero cominciare in piccolo, non andando da nessuna parte, ma facendo piccoli passi. Il primo potrebbe essere quello di capire cosa sanno fare, scoprire il loro talento naturale. Non c’è nessuno che non sa fare niente! Ci sono solo persone che non sanno come scoprire ciò che sanno fare. Di solito sono le cose che ci vengono più facili fare, quelle che releghiamo a hobby, o quelle che gli altri ci dicono siamo brave a fare.
Cosa sognavamo da bambini? Partire da lì. E cominciare a progettare.
Voglio andare all’estero? Mi iscrivo a un corso di lingua di un anno. Vorrei restare? Mi informo su come potrei fare a sviluppare i miei talenti. Anche il volontariato può essere un’ottima partenza. C’è sempre un modo per uscire dal logorio, ma quando si è troppo giù non si vede la luce al fondo del tunnel. Eppure c’è: è il riuscire a fare ciò che ci fa sentire vivi.
Grazie Eli. È proprio così. e non devo dimenticarlo mai
Hai proprio ragione e io cambierei stile di vita anche subito… Ma non posso! Devo prima prendere questa maledetta laurea, accidenti…
Non vedo l’ora di lasciarmi alle spalle questi maledetti tubi, compressori e scambiatori di calore. Spero che poi riuscirò a cambiare direzione e a fare una professione che non mi sembri una gabbia.
Ciao Dramaqueen,
la laurea la devi prendere, ormai sei in ballo, e poi serve sempre averla lì.
Tubi e compressori? Aiuto!! Se già un lavoro legato alla tua laurea ti appare come una gabbia ancor prima di cominciare, fai di tutto per inseguire il tuo sogno. La direzione si può sempre cambiare: abbiamo sette e più vite come i gatti, si rinasce tante volte ma non ce ne accorgiamo. Io ne ho già cambiate non so quante, di direzioni 😉
ti ho appena scoperta e… sei stata illuminante! GRAZIE
Ciao Fabrizia, grazie a te! 🙂
Ciao Eli,
ho sofferto anni fa di attacchi di panico e ansia … fino a perdere il lavoro, marito e casa.
Purtroppo ora stanno riaffiorando proprio ora che finalmente ho trovato un lavoro che mi permettere di vivere decentemente a me e mia figlia. Non posso permettermi di perderlo, non saprei come vivere.
Ma il mio problema principale è che io non so cosa so fare, non so qual’è il mio talento naturale e ormai ho 40 anni non sono più una ragazzina.
La mia ansia, la mia asma e il mio panico stanno lentamente aumentando, facendomi sentire come una tigre impotente dentro una gabbia. Non so come muovermi, dove muovermi e cosa fare. Solo una sensazione di vuoto vertiginoso che non mi permette di respirare … non riesco più a credere in nulla.
Io non mi ricordo cosa sognavo da bambina, io non so da che parte iniziare …
Ciao Confusa, capisco bene il tuo stato d’animo e ti do questo consiglio.
Quando avevo sofferto di attacchi di panico tanti anni fa, vedendo che non riuscivo a uscirne da sola, mi ero rivolta a una psicologa specializzata in problemi legati ai disturbi d’ansia. Non faceva psicanalisi: agiva sull’oggi. Mi ero rivolta a lei perché faceva sedute di Training Autogeno, e tra una seduta e l’altra, parlando con lei di ciò che mi affliggeva, ne ero uscita, e anche in breve tempo.
Quando si vede che non si riesce a migliorare da soli e si fatica a respirare, bisogna chiedere aiuto. Una brava psicologa può aiutare a capire cosa genera questi attacchi di panico, e aiutarci a guarirne. Una volta affrontati e risolti, si proseguirà la propria strada da soli: se torneranno, la prossima volta sapremo come affrontarli, perché uno specialista ci avrà dato gli strumenti per farlo. Oggi, da momenti di ansia ne esco da sola grazie al lavoro fatto con quella psicologa anni fa.
Ciao Eli,
ho trovato il tuo articolo per caso, navigando in internet. Il titolo mi ha catturata e, continuandone la lettura, non ho potuto far altro che leggermi dentro.. ma con un sorriso. Sono stata 7 anni con un uomo apparentemente stupendo, era bello come il sole, premuroso, innamorato.. o almeno così sembrava. Avevamo UN grande problema: la sua famiglia, che ha fatto l’impossibile per dividerci, in balìa dell’egoismo puro. Questo per dire che… tutto ciò che hai scritto è pura verità: fino due anni fa prendevo 2 pillole al giorno per la tachicardia, sono stata ricoverata più volte per gastriti dalle origini inspiegabili, candidosi a non finire e i capelli…. mi cadevano i capelli da testa e pesavo 45 kg. Ora quelle persone non fanno più parte della mia vita: ho rimesso peso, capelli, il mio viso è più luminoso, sono tranquilla, rilassata con un uomo meraviglioso e una famiglia per bene, attenta alla felicità del prossimo. come ho fatto ad affrontare le mie malattie psicosomatiche? Anche io eliminandone la causa. Si può fare!
E grazie per le delucidazioni che ci hai dato
Ciao Arynoa, non solo un lavoro sbagliato può farci ammalare, ma anche una relazione sbagliata. Ne so qualcosa, purtroppo, e anch’io quando in passato me ne liberai, tornai luminosa. Prima non mangiavo quasi più e altre cose non piacevoli. Eliminata la relazione malata, eliminati tutti i problemi di salute! Certe relazioni lasciano strascichi, ma quando si comincia a stare meglio, il corpo rifiorisce come un fiore con l’acqua.
Se quell’uomo fosse stato premuroso e innamorato davvero, penso che non avrebbe permesso alla sua famiglia di intromettersi. O no? Chi lo sa, noi esseri umani siamo complicati. Però non vale la pena ammalarsi per un uomo: quando accade, bisogna avere la forza di lasciar perdere. Perché ce ne sarà un altro ad aspettarci, da qualche parte, e sarà colui che ci farà stare bene. Un amore sano non ha radici nella paura e nell’angoscia.
Grazie per aver lasciato qui la tua testimonianza!
Il ginocchio (condizione di inferiorità): il dolore può esprimere il grande disagio a vivere delle situazioni “umilianti”: rifiuto di sottomettersi.
Ecco, credo che non potevo avere altro dolore di un ginocchio sinistro operato tre volte e ridotto al lumicino in fatto di cartilagine. Il rifiuto di sottomettermi è forte dopo anni di sottomissione, Eli. Ho semplicemente imparato a volermi bene: il mio ginocchio mi invita a farlo da quando avevo 15 anni e mi sono spaccata il menisco in una gara di sci. E in uno speciale finì la mia storia agonistica. Di tempo per volermi bene ce ne ho messo, però!
Grazie per questo post: lo terrò sempre a portata di lettura!
Brava Gloria che hai reagito: il tuo ginocchio ti stava proprio parlando chiaro.
E quale reazione è migliore se non cominciare a volersi bene? Devo proprio imparare da te 😉
non ci posso credere! noon credevo che ci fossero cosi’ tante persone ad avere i miei stessi sintomi. Non so come sono arrivata fin qui,ma so che adesso iniziero ad ascoltarmi un po di piu’, almeno spero.Io comunque so cosa mi fA STARE MALE, MA è COME ,HA GIA SCRITTO QUALCUNO, IL CANE CHE SI MORDE LA CODA peche’ non riesco a prendere la decisione di dire BASTA e continuo a fare gli stessi errori quotidianamente.Sono circa 15 giorni che prendo un farmaco per la tachicardia che è comparsa improvvisamente, pero’ so gia di avere problemi di tiroide, poi mi cadono i capelli ormai da anni ,ma la cosa strana è che non rimango senza cioè ne rispuntano di nuovi , ( anche se drammaticamente tutti bianchi,e poiu la gastrite che non avevo da anni ,e i lancinanti mal di testa … insomma tutti i sintomi sopra descritti mi rappresentano. è bello sapere di non essere soli , che qualcuno ti capisce e non ti addita pensando che tu sia affetta da grave forma di esaurimento. grazie ciao fra
Ciao Francy, mi sa che se i capelli ti rispuntano (anche io non sono diventata calva, come puoi vedere dalle foto 😉 vuol dire che è proprio un problema di stress. E pare che quindi tu abbia la forza di reagire al problema che ti sta causando tutte queste reazioni psicosomatiche. Fare gli stessi errori è abbastanza nella norma, non siamo perfetti nè Iron women o Iron men. Però quando si arriva al punto di vedere che un problema ci sta rovinando la vita e la salute, beh, allora si deve reagire e dire proprio un bel “BASTA”.
Spesso non si tratta affatto di esaurimento, una psicologa anni fa mi disse “Non esiste l'”Esaurimento”, esiste solo una persona che deve reagire a una situazione che le causa un malessere.
Ciao Francy, hai scritto quello che avrei voluto scrivere io. Da 8 mesi ho incubi e tachicardia notturna quasi tutte le notti. Dopo una corsa al pronto soccorso durante il primo episodio ho fatto tutti gli esami e i controlli possibili. I medici dicono “ansia” e “ormoni sballati” (sono in pre-menopausa) ma io so che non sono avvilita, che non sono felice della mia vita, che mi sento bloccata e sono arrabbiata con me stessa per non aver messo a frutto la mia laurea, per non essermi realizzata, per essermi rinchiusa con le mie stesse mani in una specie di prigione. Da anni soffro di gastrite nervosa e colite. Da qualche giorno prendo delle medicine contro l’ansia ma la tachicardia notturna c’è ancora e mi rovina la vita. E’ proprio un cane che si morde la coda! Non so che fare, come uscire da tutto questo, come ritrovare un po’ di serenità, come poter dormire almeno 6 ore di fila (sono 8 mesi che non dormo come dovrei). Voglio provare con la meditazione ma vorrei riuscire a trovare la via per sentirmi serena. Almeno adesso, dopo aver letto i vostri commenti, mi sono resa conto di non essere sola! Un saluto!
ciao, ho trovato per caso questo bellissimo blog e me lo sto rileggendo da ore.
capisco perfettamente quello che dici,io attualmente somatizzo parecchio in termini di ansia ed è la quarta volta che accade nella mia vita e proprio in questo periodo ho capito che la ragione principale sta tutta in ciò che scrivi tu.
Pratico il Buddismo da 24 anni e ho affrontato tante cose ma su questo punto per paura ho sempre rimandato. Vorrei dedicarmi agli altri e allo scrivere, mia grande passione, ma poi finisco sempre a fare l’impiegato e ogni volta che sto male e somatizzo e quindi cambio lavoro dopo due/tre anni sono allo stesso punto di prima.
Ora DEVO cambiare anche se ho 49 anni e due bambine , ci devo provare. Non posso fuggire o mettermi in aspettativa con una bambina di 6 anni e una di due mesi …ma posso cominciare a provare a stare bene dove sono con l’idea che si tratta di una situazione temporanea perchè nello stesso tempo inizierò a scrivere e a cercare altre strade per essere me stesso. Inizierò a concretizzare i miei sogni , inizialmente nel tempo libero ma a BREVE, per sempre
Per ora grazie e a presto !
Mauro
Che bella testimonianza, Mauro! Grazie per averla condivisa qui.
Quando si è impossibilitati di mollare tutto e buttarsi nell’incerto, il modo migliore per iniziare il cambiamento è farlo a piccoli passi, senza lasciare il proprio lavoro. Cominciare ad alzarsi presto al mattino e scrivere. Dedicarsi alla propria passione come “side job”, e vedere se si riesce pian piano a farlo diventare un lavoro a tempo pieno. Si deve sempre cominciare a stare bene dove si è, hai detto bene!
Ti consiglio di dare un’occhiata al sito di Jeff Goins, se sai l’inglese: http://goinswriter.com/
E di leggere il libro di John Williams “Mollo tutto! E faccio solo quello che mi pare”, De Agostini. Davvero illuminante per darci una mossa e iniziare a fare ciò che vorremmo davvero. Senza più scuse.
In bocca al lupo!
Grazie della risposta! A presto !
Ciao, bell’articolo… condivido in tutto, quasi tutto… Io ho sofferto per anni di psoriasi, ma devo dirti che non è una malattia solo psicosomatica, ma è genetica. Certo si scatena quando hai subito o subisci forti traumi, o anche solo ti senti soffocare o sei particolarmente ansiosa, oppurenon ti senti amata abbastanza… tuttavia, quando ho capito e scelto che dovevo stare meglio, ho deciso di curarla. E’ stato come un bisogno di sopravvivenza. La prima cosa che comunque mi hanno detto i dottori è che è genetica (insisto sulla genetica perché è ora di capire che la psoriasi non è una malattia solo psicosomatica… La dermatite semmai lo è… lo stress mi veniva solo a sentirmi dire che macchie giganti hai!!!! allora io come “risposta” raccontavo di cosa si trattava, cosa fare per migliorarla, “pipponi” di 20 minuti e la gente si dimenticava che avevo le macchie… e cominciava a guardarmi in modo normale) e quindi alla fine di tutto per tutta la vita devo conviverci… Da lì ho iniziato a guardarla non più come una nemica, ma come una “persona” con la quale avrei dovuto stare per sempre… e da quel momento ho iniziato a curarmi. Ho curato il 98% della psoriasi che avevo, ma tutto è partito perché mi sono messa in gioco (che in sostanza è quello che dici tu nell’articolo) e ho più di tutto imparato ad amare me stessa… è partito tutto da lì, con tutte le difficoltà correlate perchè amarsi è la cosa più complessa. Essere onesti con se stessi è l’altra parte più complessa, ma è quella che ti permette di riconoscere ed accettare i propri limiti, di ascoltare alla voce più interna… di fare delle scelte che vanno contro tutto e tutti, spesso, ma che sono la tua voce vera… Consiglio a tutti di ascoltarsi… di imparare a farlo… di respirare e accettarsi così come si è. la vita di ognuno solo così potrà cambiare. La consapevolezza rende più forti, anche se dovesse far male, ma alla fine sei più serena… e anche la luce dei tuoi occhi cambia (potrei parlare per ore…) Grazie del tuo articolo, approfondirò anche alcuni temi, ti seguirò e porterò anche la mia voce. Un abbraccio a tutti
Grazie Patrizia di questa tua bella testimonianza di vita, e per aver approfondito le cause della psoriasi. Davvero interessante, anche il fatto che la dermatite è psicosomatica, mentre la psoriasi è anche genetica.
Mettersi in gioco partendo dal volersi bene (“ho più di tutto imparato ad amare me stessa”), anche se è difficile è ciò che poi porta alla guarigione. Accettarsi come si è viene di conseguenza.
Un abbraccio anche a te!
Ciao,
mi sono rivista nel mal di schiena e nei risvegli notturni. Debbo confermare quando affermato nell’articolo, però ho una domanda da rivolgere: anche se si mangia pochissimo e s’ingrassa può rientrare nelle malattie psicosomatiche? Se sì, qual è la causa?
Grazie…
Sandra
Ciao Sandra,
ti riporto ciò che ho trovato, scritto dal Dott.Claudio Bonipozzi, in merito all’ingrassare: “Togliamo dalla mente i bocconi amari”:
“Quando i problemi della vita si fanno “pesanti”, anche il corpo, con la sua difficoltà a “digerire”, lentamente si fa carico di una vistosa ed inutile zavorra; una vita “piatta”, vissuta nell’anonimato, che non emoziona più, allarga la cintura, fa lievitare pancia e fianchi… fa perdere la linea. L’alimentazione, infatti, può rientrare in questo intricato meccanismo psicosomatico, è legata al benessere, non solo fisico ma anche mentale; più si escludono dalla vita i veri interessi, i desideri profondi, più l’orco con tutta la sua voracità, risorto prepotentemente dagli inferi, si scatenerà a tavola facendo piazza pulita di ogni cosa. Durante il giorno, con gli altri, sempre ben misurati, ordinati, scrupolosi, responsabili, controllati, ossessivamente attenti all’immagine, mentre di sera, al rientro, invece di godersi un meritato riposo, l’aggressività repressa, finalmente, trova la sua modalità espressiva, ogni tensione accumulata improvvisamente esplode: i ruoli svaniscono, i veli di colpo cadono, ci si trova completamente privati della maschera quotidiana, spogliati, nudi, faccia a faccia con il vuoto profondo, travolti e confusi da quelle paure vaghe da tempo trascurate, mai espresse, calati in una atmosfera affettiva e sociale che dà veramente poco, convinti di non valere, il timore di non riuscire, di rimanere soli, di perdere quel che si ha… tutto si colora di sofferenza e disistima. Per calmare la grande inquietudine, dunque, è necessario azzittire questa allarmante confusione ecco, allora, presentarsi un potente ansiolitico, la soluzione è lì a portata di bocca… la grande abbuffata, è pronta e servita. Un altro tratto caratteristico di chi tende ad ingrassare è quello di non riuscire a dimenticare ipotetiche umiliazioni, eventuali sconfitte, presunte offese o torti subiti: si lega ogni cosa al dito, lasciando sempre – attraverso un estenuante rimuginare – tutto in sospeso. Più la vita lascia il comando alla noia, ai sacrifici e alle rinunce, più si cerca la felicità, la compensazione e il piacere nel piatto… in questo modo il giustiziere della dispensa può operare indisturbato. Cibo, emozioni e atteggiamenti mentali agiscono sempre in maniera sinergica. Il cibo non è solo materia da cui trarre proteine e vitamine ma è connesso – metabolismo e tiroide permettendo – a bisogni emotivi, con le parti più profonde del mondo infantile; é legato, spesso, a tendenze svalutative, a valori familiari, alla sensazione di infelicità, a quella insaziabile fame d’amore che non abbandona mai… nemmeno di notte. Quando poi il cibo è sempre in testa, oltre a diventare l’unico motivo di consolazione, può trasformarsi in un comodo e potente analgesico nei confronti di una vita spenta, priva di vitalità, che per quanto ci si impegni non emoziona più… soprattutto, quando si è a “dieta” di gratificazioni e di libertà. Il piacere, il divertimento, l’innamorarsi perdutamente, il riscoprire la passione sono gli ingredienti fondamentali utili a modellare il corpo, il vero ed unico antidoto ai chili di troppo… fanno dimenticare di mangiare e bloccano veramente l’ago della bilancia. Il cibo è, erroneamente, un “buon” rifugio contro l’ansia e l’insicurezza, un “vero” antidepressivo, mette a tacere sofferenze, abbandoni, mancanze, rimpianti, delusioni e privazioni affettive; un’abitudine negativa che, prima o poi, si fa sentire con voce grossa per riscuotere i “sospesi”, da tempo depositati nel corpo e nella mente… sempre, però, con gli “interessi”. Cosa fare. Poiché una esperienza simile espone sempre a una potenziale fragilità e vulnerabilità, nel corpo e nella mente, addentrarsi in tale avventura è possibile solo quando si è davvero convinti, sereni e tranquilli: sentire il desiderio di cambiamento, la voglia di liberarsi di vecchie abitudini e condizionamenti vari; trattarsi e volersi bene al punto di cambiare non certo per gli altri ma per se stessi, riscoprire quel senso di benessere che si è perduto nella routine e nella banalità. Quando le giornate sono “alleggerite” e gli stati emozionali più clementi, sarà più facile raggiungere fino in fondo gli obiettivi… sempre con i risultati sperati.”
Ciao Elisa, bell articolo.
Io ho provato a rimettermi in gioco a 30 anni iniziando l universita.
Fortunatamente vivo in affitto in delle case comunali con i miei genitori, quindi non ho l ansia di un mutuo o altro.
Tuttavia l università dove seguo in corsi è quella di una grande cittá dove i professori spiegano poco e chiedono tanto e incredibilmente ho l ansia di una 20 enne per gli esami ,sopratutto perchè ho la costante impressione di non avere pieno potere su cose che voglio imparare ma che non vengono insegnate adeguatamente.Non credo di avere i mezzi giusti per arrivare con tranquillitá a sapere ció che serve per superare l esame solo che, a differenza di un lavoro, io pago per non esser seguita o supportata con del materiale didattico o servizi di formazione che un universitá dovrebbe offrire.
La conclusione è che dopo 3 mesi, faccio incubi la notte, ho male alla schiena continuo e l’interesse che avevo per la ripresa degli studi sta svanendo per quanto invece sia per me importante e una strada da percorrere.
Non esistono sindacati studenti(almeno non esistono organi nella mia università) ;quando un tentativo di cambiare vita sembra fallire cosa si puó fare? Cambiare università? Abbandonare una ripresa universitaria?
Buona domenica
Ciao Andy,
sono felice che tu abbia avuto la forza di rimetterti in gioco: non farti frenare assolutamente dalle difficoltà!
Io direi di non abbandonare l’università, perché temo che poi staresti peggio perché la prenderesti come un fallimento. Potresti invece provare a cambiare università. Magari, prima di farlo, vai a sentire qualche lezione, informati con gli studenti dei corsi che dovresti fare se si trovano bene o male.
Magari invece hai scelto una facoltà che non va bene per te?
In ogni caso, di fronte alle difficoltà, abbandonare tutto è solo scappare. Meglio tirare fuori il coraggio (per non usare un altro termine 😉 e andare avanti nel nostro obiettivo. Si può sempre riaggiustare il tiro.
In bocca al lupo e fammi sapere!
Ciao Eli..proprio stamattina per lavoro mi trovavo ad un convegno sulle missioni. Fare volontariato è sempre stato uno dei miei sogni nascosti, di quelli che ogni tanto tiri fuori, li spolveri un po’ fantasticandoci su e poi li rimetti li, ben riposti a marcire. E poi ora mi imbatto nel tuo blog. Da quando avevo 19 anni combatto con l’acne con alti e bassi…ora ne ho 33 e sono ormai quasi tre anni che non solo non riesco a debellarla ma qualsiasi cura io faccia continua a peggiorare. Io le domande sull’origine emotiva di questa malattia, che per me è diventata una vera ossessione nonche’ una buona ragione per rovinarmi la vita limitando i miei contatti con il mondo esterno, me le faccio ormai da tempo. Sebbene con un grande lavoro energetico e psicoterapeutico credevo di essere arrivata al nocciolo della questione ( la fine della convivenza col mio compagno, il ritorno a casa dai miei, il rapporto con i miei genitori) la guarigione sembra ancora ben lontana. Ma oggi so la ragione. Non basta guardarsi dentro e scoprire l’origine del nostro male. L’unica guarigione e’ il cambiamento…e non parlo semplicemente di una trasformazione interiore, ma di prendere in mano la propria vita e cambiarne direzione, con azioni concrete e non con le parole e le intenzioni. Ma solo oggi leggendo il tuo blog prendo in considerazione una nuova domanda : “fai davvero il lavoro che ami?”. La risposta è ovviamente no. Ma le obiezioni della mia mente puoi immaginarle:con un posto fisso conquistato dopo 9 anni di precariato e un’Italia che va a rotoli vuoi lasciare l’unica certezza che hai al momento nella vita per inseguire la guarigione dell’anima? E qui la risposta dovrebbe essere un SI a caratteri cubitali. Il buon senso pero’ bisogna farselo amico, anche se spesso è il nostro peggior consigliere. CAMBIARE non solo si puo’. Cambiare SI DEVE. E non significa alzarsi una mattina e rassegnare le dimissioni. Ma dare il giusto peso ad ogni azione che compiamo. Dare il giusto valore ad ogni minuto di ogni giornata. Muoversi nella direzione dei nostri sogni a passi piccoli ma decisi. Perche’ sono convinta che pochi passi ci ritroveremo ad aver aperto ali che nemmeno sapevamo di possedere. Da oggi inizia il mio viaggio. Dalla consapevolezza che è già movimento! Grazie Eli.
Manuela! Grazie per il tuo resoconto di vita: condivido la tua riflessione. Non si può alzarsi al mattino e dare le dimissioni, ma fare piccoli passi che ci portino un giorno a faro, questo sì. Non bisogna rinunciare a un sogno, soprattutto quando questo si fa sentire agendo sul nostro corpo.
Non so quale lavoro tu faccia, ma se avevi il sogno di fare volontariato in una missione, informati se hai la possibilità di chiedere un anno sabbatico o una aspettativa. Se sei un’insegnante, hai tutto, anche la possibilità di prenderti un anno per missione cattolica, nel caso in cui insegnassi alla scuola elementare. Il tuo sogno è mascosto? Portalo allo scoperto! Vedrai che l’acne se ne andrà come per miracolo. Un abbraccio!
Da ieri è come se si fosse rischiarato un cielo terso di nubi!
non solo ho la passione per i viaggi e il sogno di fare volontariato…ho anche una bella laurea 110 e lode in lingue chiusa anche lei nel cassetto insieme ai sogni da quando ho iniziato a lavorare! il primo passo ora per me è ritrovare l’equilibrio, tornare a vivere da sola e prendere il diploma per insegnare yoga Kundalini (fondamentale nel permettermi di riconquistare l’ equilibrio) , il percorso formativo per poter fare volontariato e di conseguenza..l’anno sabatico! Questo è il programma, ma sento già le ali sotto ai piedi…ti terrò aggiornata…
molto interessante lo chiamerei il viaggio della consapevolezza
il viaggio piu’ importante che ognuno dovrebbe intraprendere nella propria vita!
Verissimo: il viaggio della consapevolezza dura proprio una vita.
Salve, è molto interessante questo sito. Io ho la fibromialgia e mi sono sempre curata con l’omeopatia cerando di ascoltarmi il più possibile. Anche io non amo il mio lavoro ma mi è necessario per il mutuo da pagare ed un figlio da mantenere da sola, inoltre faccio la pendolare ogni giorno col treno ed è davvero stancante. Comunque cerco di trovare tempo per ascoltarmi e fare qualche attività fisica ma spesso sono stanca e mi perdo in passatempi più mentali e perciò di poco movimento… ultimamente ho l’alluce del piede sinistro che mi duole e si sta piegando come se volesse diventare valgo. Ho letto dei significati in proposito ma vorrei sapere qual’è secondo le tue fonti. Grazie dello spazio e della condivisione. Sono molto utili questi scambi… Patri
Buongiorno Patri,
il Dott.Bonipozzi parla di “Alluce: 1° Chakra (sicurezza: casa, lavoro, denaro)”. Forse sono queste le tue principali preoccupazioni?
Egli afferma che i piedi sono legati alla nostra sicurezza, stabilità, libertà e al rifiuto di andare avanti nella vita: paura per il futuro e delle responsabilità (incertezza prodotta dalla sua personalità o inculcata da altri), timore di perdere le proprie posizioni materiali affermate e conosciute (lavoro, soldi), capacità di affermare le proprie conquiste o le proprie opinioni (non si dice forse:”stare sulle spine” o “tirarsi la zappa sui piedi”).
Potrebbe rispecchiare il tuo malessere interiore?
si mi ci ritrovo…
ti ringrazio infinitamente…
ciao patri, anche a me è stata diagnosticata la fibromialgia e sono caduta in una disperazione totale, il mio ortopedico mi ha dato una cura di 30 gg ma mi sta uccidendo lo stomaco., che tipo di cura omeopatica stai facendo? come hai reagito di fronte al problema? io mi sento in grande difficoltà, credo che se continuo così finirò per cadere in depressione. Ora ho visto il blog e ho letto i commenti fino a qui, fino a te!
Che tipo di personalita’ ha un paziente che soffre di colite ulcerosa?
Ciao Franca, ho trovato questo, sempre del Dott.Bonipozzi, a proposito della colite:
“Quando si parla di colite si fa riferimento a un malessere che presenta diversi “volti” e che tende a manifestarsi in maniera soggettiva. Imparare a leggere il suo linguaggio è essenziale per comprendere e affrontare il disagio, tutt’altro che banale, come la colite. Ogni colite è un fatto a sé, anche se all’interno delle diverse manifestazioni sintomatologiche è possibile individuale tratti comuni che aiutano a capire il senso profondo di questo disturbo, spesso, particolarmente invalidante. E’ ben diversa infatti una colite che colpisce nel pieno della notte con crampi, da una che si manifesta prima di affrontare situazioni stressanti o compromettenti. Occorre, inoltre, prestare attenzione anche ai momenti e alle fasi evolutive (della vita) in cui questo malessere si manifesta. Crampi dolorosi, ventre gonfio, attacchi di diarrea o costipazione ostinata. E’ questo il linguaggio d’organo attraverso il quale l’intestino racconta il malessere e il profondo disagio di chi soffre di colite. Conflitti aperti ma negati e una personalità complessa e tendente all’introversione sono tratti tipici del colitico che manifesta difficoltà ad interagire con il proprio ambiente in modo fiducioso e sereno. Attraverso un’accurata analisi dei simboli legati al mondo intestinale emergono varie caratteristiche connesse in chi soffre di stipsi e di colite. Chi soffre di disturbi intestinali è difficile che si conceda ad acquisti spensierati, o doni consistenti. Tranne in qualche raro momento per pentirsene subito dopo. Il suo spiccato senso di possesso lo porta a trattenere avidamente tutto ciò che è suo. Tipica di questo carattere è la tendenza a collezionare ogni cosa e a non buttar via nulla, neppure le cose vecchie o inutili. Relazioni finite, amicizie concluse, ricordi abitudini ormai inadeguate: tutto va tenuto e conservato. Il colitico sviluppa un vero e proprio attaccamento verso il vecchio, da cui non riesce a separarsi. I ricordi e i cimeli del passato ingombrano la sua vita come scorie tossiche, esattamente come fanno le feci nell’intestino. E gli impediscono di fare spazio al nuovo, di evolvere e cambiare con il tempo. Risultare “a modo”, “per bene”, è molto importante per il colitico che ci tiene a dare un’immagine di se “pulita” e sempre impeccabile (di tanto in tanto chiunque può essere sfiorato da queste caratteristiche, ma per il colitico esse sono dominanti e continuative: sono pochi i momenti di sollievo). Movenze e gesti sono studiati e trattenuti, fino a risultare talvolta artefatti e innaturali. La naturalezza (spontaneità) è scambiata spesso, a torto, per volgarità e mancanza di raffinatezza e viene poco apprezzata anche negli altri. L’atteggiamento controllato e difensivo verso il nuovo traspare anche nei rapporti con gli altri. Ama confrontarsi con persone che percepisce simili a lui, difficilmente si lascia attrarre da persone diverse, per quanto in fondo lo incuriosiscono. Preferisce muoversi su un percorso o un terreno conosciuto e rifiuta tutte quelle situazioni che potenzialmente potrebbero farlo cambiare. Il colitico, il più delle volte, ha un atteggiamento moralista che gli fa assumere posizioni inflessibili verso errori e debolezze proprie ed altrui. Ci tiene molto alla buona educazione e a risultare corretto e onesto. Spesso il suo idealismo sconfina in un atteggiamento mistico. Chi soffre di colite ha nei confronti dello sporco una vera repulsione, è davvero esagerato. Persino gli odori del corpo vengono considerati disdicevoli e vergognosi. Ecco perché spesso il colitico fa un eccessivo uso di profumi, deodoranti e detergenti. Anche con la fisicità e la sessualità spesso è difficoltoso e inibito, dimensioni ritenute pericolose e particolarmente “difficili”.
Puoi continuare ad approfondire qui, sotto “INTESTINO”: http://www.studiobonipozzi.it/Articoli%5CTesto_di_Medicina_Psicosomatica.htm
Ho letto con molta meraviglia il post e le risposte di Elisabetta e tutti i messaggi che sono arrivati. Porto anch’io il mio piccolo contributo. Nel periodo che è emerso una specie di strozzamento alla gola ho deciso che non potevo più sottovalutare le repressioni che infliggevo alla mia vita e al mio grande senso di libertà, ma soprattutto sono stati i disagi fisici che i miei figli avevano a farmi riflettere e a darmi una motivazione maggiore a cambiare. Cosa ho fatto? Ho fatto una terapia transgenerazionale, ho scoperto dei talenti che pensavo di non avere ed ho iniziato a vivere la vita, con fede, grande volontà e umiltà (mi sono messa parecchio in discussione), per giungere dove desideravo arrivare. Ho scritto un libro “la mia trasformazione” ( https://www.toohappytobehomesick.com/la-mia-trasformazione-un-libro-per-cambiare-vita/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+TooHappyToBeHomesick+%28Too+happy+to+be+homesick%29&utm_content=FaceBook). Vi ho messo il link alla recensione che mi ha fatto Elisabetta.
Sento di dover rispondere a Confusa, che pensa che a 40 anni non si possa riniziare…errato! Io ho cambiato tantissime cose proprio a partire dai 40 anni. In questo periodo ci sono 2 transiti planetari molto importanti nella vita dell’uomo, che spingono a tagliare coi rami secchi del passato, per proiettarsi in un nuovo futuro, è per quello che molte crisi, anche matrimoniali avvengono in questo periodo. Più tenti di controllare questa energia, più essa si riversa contro…lascia andare il passato e apriti positivamente alla nuova opportunità di vita che l’Universo ti sta donando. Gioia e amore a tutte/i voi.
Sono diventata consulente psico-astrologico e colour coach, la cura attraverso i colori.
Artefici della vita siamo noi stessi ed essa non può essere vissuta pienamente se non si include anche l’aspetto spirituale dell’uomo, a volte circoscritto alla religione.
Non è stato così facile il percorso, ma ciò che mi ha sostenuto è stata la fede, in me stessa, in un disegno divino, nella consapevolezza conquistata di essere parte dell’Universo…e la grande volontà e fiducia di poter realizzare il progetto della mia anima.
Grazie Claudia! 🙂 Ti avevo già citata in un mio commento precedente. Tu sei l’esempio vivente che dai malesseri si può uscire a testa alta.
Corpo, mente ed emozioni sono strettamente correlati questo è indubbio. Peccato che non siamo capaci, il più delle volte, di ascoltarci e ci imbottiamo di antidolorifici e farmaci per mettere tutto a tacere. Ma la pentola, anche col coperchio, continua a borbottare. E la vita finché non le affrontiamo ci porterà innanzi le stesse sfide per superarle.
Invece di Morelli ci sono altri libri e autori molto più interessanti su questo argomento.
Un abbraccio eli
Sono d’accordo, Elisa. I calmanti (antidolorifici per l’anima) sono anch’essi utilizzati per mettere a riposo una pentola a pressione. Meglio curarli che calmarli.
Il libro di Raffaele Morelli che ho citato mi ha aiutata a guardarmi dentro anni fa e mi è piaciuto, mi era stato consigliato da una psicologa. Letto insieme ad altri libri, mi ha dato una visione d’insieme e mi era stato di aiuto. Hai qualche altro libro da suggerire sul tema?
Un abbraccio anche a te!
Ciao Eli! il tuo post è stato a dir poco illuminante! in effetti è qualcosa che ho sempre cercato di fare, ed ho sempre saputo che tutti i sintomi ansiosi che ho stanno cercando di dirmi qualcosa. Solo che non so bene cosa. La mia è un’esperienza un po’ travagliata: poco più di due anni fa ho cominciato a perdere peso (nonostante mangiassi come sempre, senza cambiar nulla) e a stare male fisicamente: la testa mi scoppiava, sentivo una pressione alle orecchie e avevo giramenti di testa costanti. Inizialmente mi capitava saltuariamente, poi un giorno è scoppiato tutto assieme e non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto. Da lì analisi e visite, i miei mi portarono all’ospedale letteralmente in braccio perché in piedi non mi reggevo. Le analisi erano perfette, e dopo l’ecografia alla tiroide e i medici che dicevano che avrebbero messo la firma per avere delle analisi come le mie, e ogni dottore che mi sbatteva da un altro (pensa che mi hanno mandato anche dal dentista, nessuno sapeva darmi una risposta ahahaha, adesso rido ma ti lascio immagine). Comunque, come si sa, quando i dottori non sanno darti risposte ti mandano dallo psicologo. Io ci volevo pure andare, ormai le avevo provate tutte, ma era il mese di agosto e quindi avrei dovuto aspettare settembre. Nel frattempo peggioravo, sono arrivata a perdere 10 kg e non è che ne pensassi chissà quanti, appena 53 prima di perderli, non riuscivo più a mangiare, alle 16 ancora non avevo appetito e appena mi sforzavo per mangiare qualcosa cominciavo a stare male e posavo tutto, attacchi di panico tutte le sere (ma di quelli che pensi di star morendo). Spaventata a morte che non ti dico. Ma la mia grandissima mamma ha un’illuminazione, un giorno, mi fa: io ho capito che hai. Mi porta dal sostituto del mio medico di base (dato il mese di agosto come detto prima) e gli chiede di prescrivergli la batteria per la celiachia, perché lei aveva questo sospetto. Alchè il medico le fa “Signora, ma è così evidente che sua figlia ha bisogno di supporto psicologico, la celiachia mica porta attacchi di panico e pianti continui”. Quante avrei voluto suonargliele a quel celebroleso. Comunque faccio le analisi e tutto e BOOM. I valori di riferimento per gli anticorpi della celiachia seguono una scala che va da 1 a 10. Entro questi limiti si sta bene insomma. Io avevo 155, una grave intossicazione alimentare insomma. Ovviamente comincio la dieta gluten free ma ormai ero già entrata in un brutto giro di stato ansioso. Dal responso delle analisi gli attacchi di panico mi scomparvero miracolosamente (ne ebbi solo altri 2-3 ma sporadici e per situazioni particolari), ma ormai la mia respirazione era, ed è, una merda. Problemi ad ingoiare qualunque tipo di cibo, anche una zuppa, anche l’acqua. Ho letto che si chiama Bolo isterico. La sensazione della gola stretta e che qualunque cosa faccia fatica a passarti per la gola e che abbia costantemente la sensazione di strozzarti. Le ore dei pasti erano e sono ancora un’agonia per me insomma. Sono andata avanti così per un bel po’, poi sono stata da una psichiatra che oltre a spillarmi ‘na marea di soldi ha saputo solo dirmi le stesse cose per 3 settimane e prescrivermi ansiolitici a destra e a manca che ho rifiutato categoricamente. Sono andata da un paio di psicologi ma non mi ci sono trovata e così mia madre mi ha riportato dal mio medico di base che ci ha chiesto cosa mi avesse detto la psichiatra e che mi suggerì di prendere lo Xanax solo per una 15ina di giorni, che non mi avrebbe portato dipendenza (dato che gli avevo esposto questo mio timore) e che mi avrebbe fatto stare solo meglio, anche per quanto riguarda il riuscire a mangiare. Ed in effetti così è stato. Peccato che i 15 giorni siano diventati DUE ANNI. Ebbene sì, da quel giorno io non pranzo e non ceno se non prendo lo xanax prima (rigorosamente in gocce ovviamente perché figurati se mi passa la pillola per la gola). Sono diventata dipendente e schiava di uno psicofarmaco, l’ultima cosa che mai avrei voluto. Adesso, il punto stava nel capire tutte queste sintomatie d’ansia da dove provenissero, quale fosse la loro origine, dato che sono comparsi come dal nulla, mai avuto di questi problemi. E, almeno in questo, a capirci qualcosa mi hanno aiutato quelle poche sedute dagli psicologi. Mi hanno spiegato che io ho diversi traumi infantili. Vedi anche: mio padre con la leucemia quando avevo 5 anni e morte di mia nonna che ha sempre vissuto con me, dopo l’agonia dell’Alzheimer (tanto per fare un paio di esempi). Il punto, mi hanno detto, è che io credevo di aver superato queste vicende in realtà le ho incanalate MALE ma fin quando stavo bene fisicamente esse esistevano a livello inconscio, quando sono crollata fisicamente queste sono divenute più forti di me e mi hanno letteralmente divorata. Inoltre ho seri problemi di sensi di colpa e la ferma convinzione che sbagli sempre in qualcosa, che sia sempre colpa mia per qualunque cosa, che non faccia mai abbastanza e che non meriti di essere felice. Questa sensazione alla gola, mi hanno detto, è qualcosa che non sono riuscita a mandare giù. Nonostante tutto ciò, non ho mai smesso di fare nulla, di vivere: ho continuato a studiare, ho sostenuto gli esami, sono andata a lavoro, ho mantenuto la mia via sociale e gli psicologi sono rimasti sorpresi, mi hanno detto che no una forza inarrestabile se non ho mai mollato nulla nonostante come mi sentissi. Me ne compiaccio ma sinceramente vorrei uscirne e basta. Mia madre crede, avendo anche letto diversi articoli, che la stessa celiachia sia una ribellione del mio corpo che cerca di dirmi qualcosa. Insomma, come hai detto tu, come se il mio corpo stesse cercando di comunicare con me anche tramite questa. Il problema è che non so se sia così o cosa possa significare. Cioè, io in un certo senso ci credo perché è come se tutto il male o la rabbia o la tristezza io la immagazzinassi nello stomaco quindi la teoria non sarebbe tanto sbagliata. Tu cosa ne pensi? hai consigli o pareri? Scusa se mi sono dilungata troppo ma due anni di disavventure sono davvero difficili da riassumere e questa è solo una piccola parte 😀
Aiuto, Caya, che storia! E che forza interiore che hai! Complimenti. Ora, però, credo proprio sia giunto il momento di trovare anche una soluzione, non solo una terapia (che mi pare non stia funzionando un granchè, giusto?). Mi chiedo: ok, ti hanno fatta capire i traumi infantili, la possibile origine di questo malessere. Ma quale soluzione ti hanno presentato? Ovvero: ti hanno dato qualche strumento per superarli? Non è che puoi andare dagli psicologi a vita, e nemmeno è pensabile che tu possa vivere da xanax-dipendente (lo conosco bene quell’ansiolitico lì…).
Forse può non andare bene per te, e io non sono una psicologa. Ma – se conosci la lingua inglese – ti consiglio di leggere un libro che sto leggendo in questi giorni, ovvero “10% happier – How I tamed the voice in my head, reduced stress without losing my edge and found self-help that actually works – A true story”, di Dan Harris. Lui è un presentatore della ABC americana.
Lui – e così anch’io – ha trovato la sua terapia nella meditazione vipassana. Una tecnica di rilassamento che funziona. Visto che finora le terapie non hanno funzionato, perché non provare?
Ps. Per tirare fuori tutto quello che hai dentro potresti scrivere!
Conosco bene i disturbi psicosomatici e credo siano un importante spia d’allarme e vanno ascoltati! Quando non ne posso più viaggio perché il viaggio èuna cura portentosa e mi chiedo se quando torno sarò in grado di rimanere o se come già penso avrò l’esigenza x ripartire.
Come ho detto sulla mia pagina facebook giorni fa, non ho bisogno di un buon terapista: mi basta un buon agente di viaggi. O forse neanche quello, visto che i viaggi me li organizzo da sola 😉 Quando si torna da un lungo viaggio, è molto difficile rimettersi nella carreggiata della normalità. Perché normali non siamo più, o forse non lo siamo mai stati. In fondo, cos’è essere normali se non essere se stessi?
La penso come te, ora siamo arrivati a Wayanad,il posto è stupendo t mando le foto,solo che quando ero sul treno non so se capita anche a te quando sei in viaggio, ho avvertito un senso d panico xké abituata alla villa sul mare qnd mi reimmergo nella società mi scombussolo. Capita anche a te d provare panico durante i tuoi viaggi sebbene sai ke sei nel luogo ke fa x te?
Ma certo Laura. sai quante volte mi è capitato di essere assalita da questo tipo di panico? Perché finchè si sta in un ambiente bello e protetto, ci si sente al sicuro e con alcuni agi che mettono l’anima in pace. Ma poi quando ci si ributta nella vita (e quella indiana non è uno scherzo), si resta spaesati e si vorrebbe tornare al nido protettivo. Mi era accaduto ad esempio quando, dopo mesi di missione in Cambogia, mi ero avventurata da sola in Myanmar, in hotel non bellissimi e sola. Ma poi passa: quando la mente si riequilibra con la vita, anche con i suoi lati più duri e meno “comfortable”.
Grazie cara sei un’ottima psicoterapeuta! Adoro confidarmi con te! Si purtroppo accade d essere sotto stress tutto in una volta mentre prima ero nel completo relax,questo c fa capire ancora una volta che non siamo fatti x sopportare caos e fretta! Sono felice d trovarmi ora nel luogo di cui t ho mandato le foto! È il mio elemento la natura, e abituata a vivere in un paesino…stavo poi pensando a un lavoro quale mi piacerebbe dato che non ho titoloni universitari,sarebbe a contatto con gli animali più sfortunati,ma forse chiedo troppo, chi mi vorrebbe! Resta comunque un pensiero costante 🙂
Grazie Laura! Anche se psicoterapeuta è un parolone 😀
Ci sono persone con titoloni universitari che poi finiscono a fare altro nella vita. Da ciò si evince che anche se hai saltato la parte dei titoloni, se davvero vuoi fare una cosa – e fosse nel tuo destino -, vai tranquilla che la farai. Informati e cerca, comincia col volontariato: io dico sempre che quando si parte da quello, le cose poi arrivano sottoforma di dono.
Esatto penso anche io che il volontariato sia una giusta partenza, poi stavo anche pensando a questo. Forse te ne avevo già parlato, come sai della mia passione bollywood dance,pensavo di associarla al massaggio tipo,affittare 2 stanze non so in quale parte del mondo iniziare, e farci in una i massaggi dall’altra chi vuole fare danza ma non quella insegnata a bacchetta, quella che serve x sentirsi bene e viverci dentro al corpo lasciandolo libero d esprimersi dunque senza troppa tecnica. Che ne pensi?dove potrebbe attecchire tale idea secondo te? Grazie d cuore:-)
Quanto è vero!! Anni fa soffrivo di attacchi di panico, ora ringrazio di averli avuti perché sapendoli ascoltare mi hanno fatto capire cosa non andava nella mia vita. Ora so ascoltare il mio corpo, lo capisco quando mi parla nel suo modo e quando posso lo aiuto.
Ultimamente ho sofferto di un dolore dietro al ginocchio. Tanto da non riuscire nemmeno a camminare. Ovviamente questo successe puntualmente prima delle ferie, e mentre io già mi vedevo seduta in albergo con la gamba sottosopra, una volta atterrata nonostante le corse su e giù per esplorare un posto nuovo del dolore nemmeno il ricordo.
Stessa cosa con la cistite, che nella medicina olistica si dice sia la conseguenza di rabbia repressa.
Strano che la tua dottoressa ti abbia consigliato di cambiare lavoro, io incontro solo gente che crede che le medicine siano l’unica risposta …
Ciao Pam! Ascoltandoli, gli attacchi di panico hanno tanto da dirci su noi stessi e il nostro livello di felicità.
La storia del tuo ginocchio mi ha fatto ricordare quando ero volontaria in Cambogia: mi ero distorta una caviglia, un dolore incredibile e non riuscivo a camminare. Ma ero talmente felice di dov’ero e cosa stavo facendo, che non solo sono riuscita a fare un balletto sul palco per Natale, ma anche a farmelo passare in meno di un mese. Potenza della felicità!
La cistite a me viene ogni volta che ho le difese immunitaria abbassate per lo stress, ma non sapevo della rabbia inespressa.
Ps. E la dottoressa non era neanche quella ufficiale, bensì la sostituta che non mi conosceva 😉
volevo sapere cosa ne pensi del training autogeno. ho letto che per la fibromialgia può essere utile
Ciao Patri,
io anni fa ho praticato il Training Autogeno per curare gli attacchi di panico, e tutt’oggi lo utilizzo nei momenti di ansia per calmarmi, e ne traggo un grande giovamento. Io lo insegno anche. Non so a quale livello sia la tua fibromialgia, ma il T.A. potrebbe senza dubbio aiutarti a rilassarti a livello psicofisico, proprio perché va ad agire contro l’ansia che può sorgere con i sintomi di questo disturbo. E’ sicuramente più facile affidarsi alle terapie farmacologiche, ma con costanza (ad esempio praticando il Training Autogeno per tre volte alla settimana almeno, per minimo sei mesi) si può ottenere un buon rilassamento.
Ciao, ho scoperto il tuo blog stasera grazie ad un’amica e sto leggendo tutti i tuoi post interessantissimi, complimenti! Questo però mi ha particolarmente colpito perché soffro di colite/gastrite e simili da 7 anni e sta diventando un inferno dal quale non so come uscire ma non l’avevo mai e poi mai considerata da questo punto di vista: quando starò bene vorrà dire che sarò soddisfatta e non potrò mentire a me stessa come ho già cercato di fare in passato quando infatti il mio stomaco si è ribellato fino a rifiutarsi di digerire praticamente tutto! E’ un nuovo modo di vedere il problema che mi riempie di positività, grazie davvero 🙂
Ciao Federica, il tuo commento mi ha riempita di gioia. A mio parere, considerare un problema di salute anche dal punto di vista psicosomatico è un passo avanti verso la guarigione. Come ti capisco bene, con i problemi a digerire tutto! Una volta ero così tesa che non digerivo manco un finocchio bollito. Ma poi è passato: ti auguro di cuore di uscire anche tu da questo incubo colite/gastrite, e di tornare alla vita.
Un abbraccio grandissimo 🙂
Ciao Eli ,bello il tuo blog sono una ragazza di 22anni … colta dall’insonnia come quasi ogni notte utlimamente…. leggendo il tuo articolo… sono rimasta senza parole…. io ho tutte le patologie elencate .
Poi oggi non ce l’ho fatta più il mio ginocchio non dà tregua… mi fà malissimo. E non ho faccio da alcune settimane molti sforzi ,la schiena lasciamo stare ed etc…
Io non ho mai sofferto di dolori al ginocchio.
Da poco ho terminato una relazione di 3 anni con una persona che non amava me e neanche se stessa e si aggrappava al mio essere per vivere ed essere felice. Purtroppo questa storia è stata lo squarcio finale colpendomi interiormente e mi ha delusa profondamente… dato che la Prima che ebbi durò 6 anni , la elaborai bene e per altri motivi prevalenti : la crescità , il cambiamento del carattere con essa.
Un fattore molto importante è stata l’età ,ho iniziato a 15 la prima storia importante ,durò 6 sei anni prendendomi 6 mesi di pausa tra la prima e l’ultima. Praticamente ho avuto un adolescenza quasì inesistente dato che già il fatto di essere fidanzata a casa mi proiettava sulla maturità e non a viverla semplice.
Ho cercato questa scorciatoia perchè la mia voglia di libertà e di ribellarmi era forte ma non essendo maggiorenne mio padre spesso non mi concedeva di uscire… fino a quando le due storie non si sono trasformate pericolose nei miei confronti non ero riuscita a chiuderle.
Ed ora se ne ripresenta una del tutto nuova che neanche voglio.
Un mio ”amico” dopo 3 anni di frequentazione , essendo anche molto amico di mio padre… si è dichiarato nei mie confronti.Non voglio ferirlo ma deve smetterla ,e sopratutto di venire tutti i giorni a casa mia. Io non mi sento pronta a ripartire da’0′ sotto tutti i punti di vista… e riflettendo sul suo comportamento ho iniziato a leggere : siti , blog ed articoli capendo che ruolo svolge nella mia vita principalmente dannoso.
Un Manipolatore Principalmente è un Misto Tra le ultime 2 Categorie Principali cioè :
Il Seduttore ed Il Bravo Ragazzo.
Davanti la mia famiglia ed i suoi amici si presenta inattacabile su tutti i fronti ma io sò cosa e come fà stare me.
Le Maschere Usate, sono un misto sempre composto da: IL DIPENDENTE: si presenta come il classico “fricchettone”, che lavora o coltiva interessi in ambito artistico o pseudo tale; lamenta un perenne conflitto con la famiglia di origine ed è gentile, malinconico e tendenzialmente solitario. Instabile di umore, alterna momenti di aggressività a momenti di dolcezza e disponibilità rivelando tratti caratteriali tipicamente femminili; è soggetto a frequenti depressioni e mostra comportamenti dipendenti e compulsivi in diversi ambiti (dallo sport al bere, al fumo, al cibo o all’uso di droghe); ogni tanto si dilegua per giorni per poi ricomparire e richiedere sempre molte attenzioni e conferme.
ed il Salvatore: si mostra paterno, sensibile, coraggioso e pieno di umanità verso di voi mostrando di capirvi con facilità; autorevole e carismatico spesso è circondato da schiere di persone adoranti ed ha interiorizzato un senso del sé patologicamente grandioso; pur presentandosi equilibrato e moderato, spesso nasconde vizi e problemi di natura sessuale; è capace di restare completamente freddo e indifferente alle sofferenze altrui e può essere molto violento psicologicamente. Raramente la sua è una violenza fisica.
Lui Cerca sempre dei momenti intimi con me o per stare soli ,ho solo l’ansia a pensare una cosa del genere.Sfrutta il fatto di provare le canzoni insieme c’è feeling tra noi c’è sempre stato tutto ciò che hanno le persone che hanno una relazione. Mai compra le cose senza chiedergliele , aiuta in casa, mi porta sempre a casa sua ,vuole sempre parlarmi anzi che io gli parli oppure che gli conceda un rapporto sessuale, in questo campo non è andato mai oltre ai miei voleri ma non perchè nn sarebbe capace ma per il rispetto che porta nei confronti di mio padre. Io sono stufa…mi ha attaccato e anche la scorsa sera….. dice che non ricordo le cose …. oppure rimanda per prolungare. Solo la sua presenza mi causa ,disagio , paura , ho sempre paura di sbagliare nei suoi confronti , sembro piena di difetti davanti ai suoi occhi….. sono stanca di lui e del disagio mentale che mi provoca!
Come posso dirgli che voglio che sparisca dalla mia vita… senza peggiorare la situazione?
Ciao Catia,
direi che se quest’uomo è dannoso per la tua salute sia mentale che fisica, è ora di darci un taglio e dirgli con fermezza che non ti interessa avere alcun rapporto con lui.
Se un uomo ti provoca disagio e paura, vuol dire che non va bene per te. Neanche come amico. Devi però essere chiara e liberartene non solo dicendogli che non ti interessa, ma anche rifiutando ogni invito e non frequentandolo più. Nessuno ti può obbligare a frequentare un uomo, se questo non ti va e non ti fa stare bene. Devi volerti bene e imparare a dire no.
Sei giovanissima e hai tutta una vita davanti: mica vorrai passarla con male al ginocchio, alla schiena e tanti altri mali psicosomatici? Torna alla vita, e dì ai tuoi genitori come ti senti nei confronti di quest’uomo: capiranno.
[…] Too happy to be homesick […]
[…] Come scrissi nell’articolo “Le malattie psicosomatiche sono angeli custodi, se le ascolti guarisci”, mio padre è solito dirmi: “Mangi da noi e ti viene la gastrite, mangi mais e fagioli in Kenya […]
Ciao mi chiamo Giusy ed ho 22 anni. Da un paio di mesi sto soffrendo di forte tachicardia e mancanza di respiro e in questi tre giorni anche di forti bruciori allo stomaco. Sono andata dal mio medico dove mi ha effettuato un elettocardiogramma si è risultato accelerato ma ringraziando a Dio non ha visto nessum’altro problema. Da li mi Sono tranquilizzata. Ma una mattina non riuscivo veramente a respirare come dovevo, i.miei genitori preoccupati mi hanno portato in ospedale dove li il cardiologo ha effettuato un ecg con esami della tiroide e per il cuore. Ringraziando Dio anche li tutto ok battito a 98 ma senza anomalie. Diagnosi: forte stato ansioso. Li mi hanno dato i calmanti. Tornata a casa mi sono tranquilizzata ma i.miei disturbi non vogliono andare via. E vero negli ultimi tre anni ho subito problemi famigliari, perdite di persone care e insuccessi universitari e lavorativi. La mia paura è sempre quella che da un momento all”altro dovrò morire e la mia tachicardia aumenta aumenta fino a non farmi respirare e infine soffocare ed avere bruciori allo stomaco. Si è. Vero non manco do nullaa forse dentro me C’è qualcosa che. Dovrei cacciare ma non riesco. Dovrei esprime le mie paure ma le lascio dentro e non riesco a dirle a nessuno xk mi prendono per pazza tutti. Scusami Per lo.sfogo ma questo blog l”ho trovato utile.
Ciao Giusy!
Sono contenta che tu sia riuscita a sfogarti un po’ qui. La paura di morire è tipica dell’attacco di panico, e la mia psicologa mi aveva insegnato ad arrendermi, a dire “Ok, allora se devo morire che muoia!”, per poi accorgermi che non si muore. Non è infarto, è ansia che prende alla gola. Come dici tu, devi tirare fuori delle cose che hai dentro che non ti fanno vivere bene e tranquilla.
Ti consiglio di leggere anche questo articolo https://www.toohappytobehomesick.com/guarire-da-malattie-psicosomatiche-ansia-e-attacchi-di-panico-intervista-alla-psicologa/ e se vuoi puoi provare a mandare una mail alla psicologa Marika Fellini e accennarle il tuo problema: l’indirizzo lo trovi cliccando sul suo nome al fondo dell’intervista.
Un abbraccio!
Concordo molto con quello scritto, infatti questa mia sofferenza mi sta provocando la psoriasi! Queste simpatiche macchioline non compaiono per anni, poi quando inizio ad essere sotto forte stress arrivano…….ovviamente si, è anche qualcosa di represso ma con un pò di sole si attenuano, ma la resa dei conti arriva per tutti. Ho amore da dare agli altri, infatti svolgo già attività di volontariato, ma questa è una buona cura per se stessi perchè mi accorgo che mi sono mancate parecchie cose. Si rischia in questa società di farsi una bella corazza che penso di avere anche io, ma voglio abbatterla, perchè dobbiamo tentare sempre di tutelarci? Di non lasciarsi completamente andare per paura delle batoste? Quelle si prenderanno a prescindere, bisogna solo cambiare visione del mondo….lasciare libere le persone di scegliere e imparare che non tutti ragionano come noi, che una persona se vuole esserci c’è, indipendentemente da tutto e da tutti. Questo vale nelle amicizie, negli amori, nelle relazioni in generale.
Un pò di sana cultura orientale ci starebbe tutta.
A presto!
Grazie per la bella riflessione Ilaria!
mi chiamo, mario, da anni soffro di somatizzazioni, in tutto mio corpo, purtroppo sono disoccupato, sono un freelence-indipendente, vivo con mia madre , da anni sono sempre in casa, mi sento un relitto, parlo 5 lingue, laureato in scienze politiche, mio corpo è in ansia, soffro di disagio psicosomatico, da mal di testa, fino a dolore in caviglia cronico, mal di gola con disagio a parlarecon pizzicore in gola,, acufene pulsante, miodesopsia da stress, emorroidi, mal di schiena, palpeba ballerina, in mio pomo da adamo, spesso come se mi avessero dato un pugno, naso chiuso con poliposi nasale evidenziata da ansia, mia vita è terribile, vorrei incontrare una donna da amare, devo dire, che tutto è peggiorato dopo mort di mio padre, che ra mia vita, insieme eravamo sportivi, nuoto, squash,
ho dimenticato, bruciore con acidita di stomaco, mario
Ciao Mario,
mi spiace che tu stia così male e credo proprio che tu debba chiedere un aiuto specifico per tornare a vivere come si deve. Tuo papà è mancato ma credo che tu debba continuare da solo le cose che facevate insieme, perché la tua vita deve continuare, col ricordo bello di quando c’era anche lui accanto a te.
Se non hai ancora incontrato una compagna di vita forse è perchè devi prima guarire da tutte le tue somatizzazioni, volerti bene innanzitutto, al punto da dire “Ok, ora basta, mi sono stancato di essere un relitto. Cosa posso fare per uscire da sto pantano?”. Perché se ne esce, Mario. Fatti aiutare da una persona competente, e sono sicura che piano piano (ci vuole tempo) tornerai a essere la persona splendida che sei.
Eccomi presente! Io avuto attacchi di panico, gastrite, tachicardia e ora extrasistole e aura visiva.le ho provate tutte. All epoca degli attacchi di panico stavo con il mio ex, credo di aver avuto il terrore di nn ess amata e paura di perderlo e .. L ho perso. Da li in poi la disfatta. Ho dedicato anni alle relazioni. Ma finite tutte, immancabilmente nn mi bastava mai. Ma il vuoto e’ il mio. Ora sn proprio alla frutta. Sn mamma di un bimbo stupendo. Ma fatto con l uomo sbagliato. Reduce di divorzio e freddo e troppo diverso da me. Chissa’ cosa ho visto. Forse la voglia di riscatto. Ma ora sn qui, senza alcuna realizzaz professionale ne personale. E il mio futuro nn ha senso. Io che vorrei ess medico e da tutta lavita che desidero famiglia normale. Ma ho fallito e nn ho piu’ forze. Ho quasi 40 anni e il mio mondo l ho lasciato la’. Qui per me nn c e nulla. Il mio bimbo meritava una famiglia normale. Grazie per l attenzione grazie davvero. Sto male. Vorrei essere la’con lui e il MIO mondo. Ho perso tutto quell che volevo davvero
Ciao Mimma,
ma il tuo bimbo dov’è? Non è con te?
Anch’io ho dedicato anni alle relazioni, perché anche per me non mi bastava mai. E hai detto bene che però il vuoto è (era?) nostro. L’importante è capirlo e mettersi sulla strada giusta. Quello che è stato è stato, doveva andare così. C’è un detto africano che dice che non possiamo pensare che siamo noi a decidere di tutto. C’è un disegno per ognuno di noi e da oggi in poi chiudi la porta con i rimpianti e ricomicnia da capo. Sono sicura che ce la fai! Ce l’ho fatta io in situazioni terribili, ce la farai anche tu. Davvero!
Sai Ely, credo davvero di essermi ormai ‘rovinata’ e ‘bruciata’ i migliori anni. Quelli giusti per costruire e porre le basi per il futuro.
Il bimbo e’ con me, ma dovremo dividercelo.
E io nn accetto di ess mamma a meta’. Non posso vivere cosi’.
Ho rovinato tutto … A causa di quel vuoto…ho perso persone che mi amavano davvero. Ho generato altro dolore.
Anche senza gambe e braccia si vive… Ma non e’ la stessa cosa. E il mio bambino ci rimettera’.
Grazie infinite. Sei una forza.
Ciao Mimma,
io non credo molto al fatto che esistano anni migliori per qualcosa: ogni anno è buono per iniziare qualcosa di nuovo, e se prima si sono fatti degli errori, se prima non si era maturi abbastanza per capire, o si era chiusi, depressi, o con chissà quali altri problemi che ci bloccavano, una volta che ci si rende conto degli errori si può sempre cambiare. Piano piano, iniziando un passo alla volta. Non è tutto perduto, non ci credo. Ogni età può essere quella giusta per ricominciare da zero. Io fossi al tuo posto, ad esempio, comincerei dando al bimbo tutto l’amore per crescere sereno. Anche se è diviso a metà tra te e lui, perché le cose sono andate così. Ricomincia da te! E poi la felicità del bambino verrà di conseguenza.
Ciao Eli, sei proprio quello che cercavo stamattina, dopo una serie di notti insonni e risvegli antelucani…ho passato l’inverno peggiore della mia vita e questa primavera ho deciso di reagire e di uscire dalle trappole in cui ero finita lentamente senza quasi rendermene conto. Osservo da anni in mio marito le stesse dinamiche ma non riuscivo a spiegargliele, ora gli farò leggere il tuo blog. Mi sto facendo più di due domande, ma a quelle che mi riguardano posso cercare la risposta da sola…mentre non posso capire io al posto di mio marito quale sia la strada giusta da seguire. E anche mio figlio: ha quasi sei anni e non vuole andare in bagno (proprio NON vuole), ha sempre fame (anche se ha la pancia piena) e non so come aiutarlo! Quando la preoccupazione è “per procura” come si fa?? Grazie di questo bel blog, da oggi ti seguo. Buona giornata! Mimma
Ciao Mimma!
Sono felice che hai trovato il mio blog. Avete provato tu e tuo marito (e il bimbo di conseguenza) a cecare un aiuto psicologico? O anche solo tu e il bimbo?
L’importante è reagire come hai fatto tu, trovare la forza, anche piccola, per risalire dopo essere finita nel baratro (ne so qualcosa).
E’ vero ciò che dici, che non puoi trovare tu la strada giusta per tuo marito: ognuno di noi deve trovare la solo la propria.
Ti abbraccio e continua ad essere forte come traspare dalle tue parole! 🙂
Ciao Eli, grazie per latua risposta!
Per il bimbo per ora ho sentito solo la pediatra, che mi ha detto che la sua è una “protesta” e che dobbiamo cercare di capire rispetto a cosa…non è molto facile, visto che è nell’età in cui protesta consciamente per qualunque cosa: sonno, cibo, etc. Io ho iniziato un percorso di coaching che mi ha dato molta energia, mio marito…non fa che prendere medicine. Il primo passo per lui sarebbe cambiare lavoro, ma ti assicuro che non è per niente facile!! Inanto continuo a seguirti…il tuo blog è bellissimo e utilissimo e soprattutto da parte tua tenerlo è un segno di grande generosità. Ti auguro ogni bene.
Immagino non ia facile cambiare lavoro… comunque piano piano con la volontà le cose migliorano, bisogna volerlo con tutte le proprie forze.
Sono felice che ti piaccia il mio blog! Tanti auguri per una vita felice anche a te 🙂
Grazie…!
Ciao a tutte!
Sto attualmente vivendo una situazione insostenibile e il mio corpo sta incominciando a parlarmene..
Due anni fa ho conosciuto un Uomo più grande che soffriva per un amore perduto..non era un amore sano..uno FI quelli che vivi per convenienza e dive uno dei due (lui) è il fantoccio dell’altro. Morale ci siamo conosciuti consolati..amati..Ho passato i due anni più belli e clandestini della mia vita..un lavoro con lui che mi soddisfsva..insomma ero Felice. Poi lei ritorna e lui mi abbandona..sono troppo piccola..che futuro avremmo? Mi dice…io cado nella tristezza più profonda e arrivo a diventare la sua amante più di riaverlo.. Solo che anche questa situazione è insostenibile..cosi gli dico basta. Ma lui torna da me sempre e dice che lo sto facendo impazzire. Lei si accorge che c’è qualcosa e li proibisce di scrivermi sul cell e di vedermi.. Ora sto uscendo con un altro..un coetaneo che è innamorato,benestante e fa tutto per me..tutta la famiglia tifa per lui..ma io non lo amo..ma non ce la faccio a lasciarlo perche rimarrei sola…e poi CS farei? Non lavoro nemmeno più perche ho finito il contratto..e in famiglia tutti mi vedono come la ribelle che sogna e da problemi…io non riesco ad allinearmi con ciò che è eticamente corretto…cosa devo fare? Non ruesco a mangiare e mi viene da piangere..ma non posso farlo perche’ a casa non vogliono.. Un consiglio esterno e oggettivo mi farebbe davvero bene..grazie…
Anche io in questo periodo sono alle prese con una gastrite psico somatica pazzesca, cui aggiungo una pancia gonfia come se fossi a metà gravidanza e tutti i sintomi che avevo anni fa quando soffrivo di attacchi di panico, ed una stanchezza che mi inchioda al letto. Queste domande me le faccio da un po’ ma purtroppo non riesco a cambiare… E vivo nel terrore che mi possa capitare qualcosa di peggio. Che malessere.
Ciao Ilaria,
gastrite, attacchi di panico, stanchezza che non ti fa alzare dal divano: sai che da quando sono partita è sparito quasi tutto?
Devi assolutamente riuscire a cambiare le cose, alzati da quel letto, devi volerti così bene da dire “Ma si vive una volta sola, chi mai vuole ancora vivere così di m….?”. E fai scattare il cambiamento. Subito.
cara Eli,innanzitutto voglio farti i complimenti perchè il tuo blog è bellissimo, mi piace tanto leggerlo e spesso con le tue parole e i tuoi consigli sei veramente di aiuto per tante persone,come in questo caso,per quanto riguarda le malattie psicosomatiche.Leggendo ciö che hai postato ho capito che forse prima di chiamare un medico o prendere medicine dovrei verificare se il mio stare male ,purtroppo spesso,negli ultimi tempi,dipenda più da un malessere interiore,dal fatto che sono spesso adirata,stressata e continuamente nervosa e che la vita che sto vivendo forse non è la vita che voglio veramente per me,purtroppo non sempre si può avere la vita che si desidera o si possono cambiare le cose così facilmente,se la vita è complicata e difficile, si accetta tutto quello che c’ è, spesso soffrendo tantissimo pure,senza poter fare nulla di effettivamente concreto per cambiare le cose in meglio.
Mi auguro che un giorno le cose possano cambiare veramente e che io possa essere felice…ti auguro ogni bene e un forte abbraccio.
Ciao Monah,
scusa il ritardo della mia risposta, sono in viaggio e non ho avuto molto tempo di dedicarmi a chi mi ha scritto.
Sì, io credo che prima di rivolgersi a un medico ci si debba sedere in silenzio e porsi delle domande: cosa mi sta cercando di dire il mio corpo? Certo, poi spesso un aiuto ci vuole per cercare di riequilibrare il tutto, ma sempre accompagnato da un cammino interiore che permetta di non far più insorgere certe malattie.
Io ho trovato grande giovamento nella meditazione, specialmente l’ultima che ho imparato qui in India, la buddhista tibetana, perchè mi ha tirato fuori cose che non sapevo di avere dentro, e mi sta dando strumenti validi per capirmi e capire, ma anche per accettare serenamente certe cose della mia vita.
Ecco, io credo che, se proprio non si può uscire da una situazione – ma io penso che una via d’uscita ci sia sempre – si può lavorare sul qui e ora, sul vivere con più serenità certe situazioni.
Io però ti auguro di tutto cuore di poter iniziare a volerti bene, e quindi a fare quel piccolo passo verso te stessa.
Un abbraccio grande anche a te!
Ciao Eli, il tuo post è illuminante, ci trovo molto di me stessa, anche nella tua biografia. Al momento faccio tutto quello che non vorrei e viene fuori una malattia al giorno… Ma come fare se lo si fa per necessità? Mi sento in gabbia e, nonostante tutto, non smetto mai di sognare. Un abbraccio
Ciao cara Consuelo,
certamente se stai facendo tutto ciò che non vorresti fare, poi l’inconscio ti manda segnali chiari. Come ascoltarli, se la necessità richiede altro? Io credo fortemente che ci sia sempre una soluzione a tutto, e quando si fa quel primo passo verso se stessi e il proprio benessere e felicità, poi pian piano le porte si aprono. A me è successo proprio così. Prova! E non vivere di rimpianti: “E se ci avessi provato a cambiare le cose, come avrei vissuto?” 😉 Un abbraccio grandissimo anche a te
Salve,
anch’io, come qualche utente ha già detto, scorrevo l’elenco delle malattie e notavo che era come una collezione di cui mi mancano davvero pochi pezzi. Detto questo ritengo che, al di là del fascino e della veridicità di tutto ciò che hai scritto, si tratti un po’ della scoperta dell’acqua calda, almeno per me; lo dico nel senso che il vasto universo delle malattie piscosomatiche non è affatto un segreto e la medicina tradizionale non ha alcun problema a riconoscerle al paziente, tanto che molto spesso, una volta inquadrato il soggetto, non lo si sottopone nemmeno più a grandi analisi o terapie.
Se tu hai avuto l’opportunità di mollare ciò che ti faceva sperimentare questo fastidiosissimo ventaglio di mali sono felice per te, ma purtroppo questa non può essere indicata come una terapia, perchè non abbiamo tutti la stessa scelta. Anch’io sono insegnante; io avrei voluto fare tutt’altro nella vita, ma appartengo ai figli di quella generazione che pensava anzitutto a trovarti un lavoro e non a chiedersi se poi ti avrebbe anche reso felice ed appagata.
Ora sono sposata, madre di due bimbe, di cui una piccolissima; in maternità attualmente sono felice, ma sono già turbata all’idea che prima o poi tutto questo tempo che sto passando con mia figlia dovrò vederlo solo come uno sbiadito ricordo, quasi come fosse accaduto tutto in un sogno e sto male, sto male già fin d’ora, sebbene manchino diversi mesi e abbia ancora tempo a disposizione.
Vorrei non dover lasciare la mia bambina con tutte le mie forze, per tornare, poi, ad un mestiere in cui non mi rispecchio, ma come faccio? Esiste una cosa chiamata stipendio che serve per arrivare in fondo al mese e di questi giorni chiunque ti dirà che sei fortunata già ad avercelo un lavoro, figurati se vanno a guardare anche a che sia quello che ami fare! Forse era un lusso che ci si poteva permettere una volta, con il benessere, o se si è molto benestanti o pieni di conoscenze .
Io cerco invece di andare avanti ogni giorno, cercando di trarre il meglio da ciò che devo vivere, consapevole che mi ci vogliono meno energie per far questo che per cercare di rivoltare completamente la mia vita, verso un esito pur sempre incerto. Ad esempio sono felice di avere trovato delle amicizie sul lavoro, nonostante sia un ambiente che non mi piace. Mi rende soddisfatta l’idea di aver tratto qualcosa di buono da una situazione negativa. io penso che la strada giusta sia questa, anche perchè la vita, ripeto, non da a tutti la possibilità di svoltare; inoltre ho capito col tempo che se il problema è dentro di noi ( poca autostima, insicurezza, ansia) in qualunque contesto prima o poi queste cose emergono, quindi, a meno di non trovarsi in condizioni oggettivamente impossibili ( e può capitare, a mio marito è successo) conviene imparare ad adeguarsi e credo che se si impara questo, con consapevolezza (ovviamente) poi ci si ritrova più forti e più contenti di noi stessi e del nostro potenziale.
Ciao Sara,
grazie per la tua analisi e riflessione.
La somatizzazione per qualcuno può essere come scoprire l’acqua calda, mentre per altre persone può essere l’inizio per capire da dove vengono certe malattie che non passano mai.
Sono d’accordo che cercare di cambiare carriera lavorativa non è una terapia, e infatti io lo ripeto sempre che questa è la strada che va bene per me, per la mia personalità e condizione, ma non per tutti. Ognuno deve trovare la sua, di terapia. Negli anni ho fatto scelte che mi permettessero di essere libera, non mi sono sposata e non ho avuto figli per quel motivo, ed era già chiaro dentro di me intorno ai vent’anni.
Sono assolutamente d’accordo che i problemi ce li portiamo dietro anche se ci trasferiamo a Città del Capo. Infatti, a chi vuole trasferisi all’estero e cambiare vita in questo modo, consiglio sempre di risolvere prima certi problemi interiori (e non) che sussistono da anni. Questo dovrebbe farlo anche chi deve stare per forza di cose nella situazione in cui si trova e che fa soffrire; il cambiamento interiore porta a maggiore serenità, anche se non sono d’accordo sul doversi “adeguare”. Credo infatti che conformarsi a situazioni che non ci fanno stare bene non sia una soluzione; reagire e cercare di stare bene è invece la strada giusta, e come hai fatto tu, vedere le cose belle anche nelle situazioni difficili è un bel passo in avanti.
In questi giorni ho letto una frase interessante: “Considerare benvenute le situazioni difficili della vita è una delle pratiche più potenti della trasformazione del pensiero. ” (Lama Zopa Rinpoche)
Ciao Eli.Io sono una ragazza albanese. Ho 41 anni e vivo a Riccione inoltre ho sposato 17 anni fa un ragazzo del posto, di 9 anni piu grande e per giunta con una separazione alle spalle e senza figli.Devo ammettere, venivo da una triste storia e la sua faccia e il suo modo dolce mi hanno attirata.Preciso che io non so stare in una relazione sapendo già in partenza che finirà….magior ragione in questo caso ,perché ripeto ero magari più fragile io e il fatto che lui avesse alle spalle una separazione, mi dava più spinta di credere, dacche’ molti errori con me non gli avrebbe fatti, anche se mi è stato detto (la sola volta che mi sono permessa di chiedere il motivo della fine del suo matrimonio )è finito perché in Italia dopo un po ‘l’amore finisce. Li ho dedotto che c’era stato sicuramente un tradimento, che in futura poi ho scoperto che la sua ex moglie lo aveva tradito prima di sposarsi e anche dopo.Il tempo passava e intanto io mi legavo sempre di più a questo ragazzo e di li a poco rimango incinta. Decidiamo di tenere il bambino, ma nel frattempo io avevo visto un lato molto avaro in questo ragazzo, che prima di tirarlo fuori completamente mentre ero incinta, aveva mascherato all inizio della storia cercando di aiutarmi in un episodio con una piccola somma di denaro,per poi invitarm ad abitare da lui (cosa che ho voluto precisare,dandogli un affitto che li non ha accettato i dopo due mesi mi ha chiesto dei soldi in prestito e non me gli ha dati più ).Il mio problema però non sono stati tanto il fatto che non me li ha dati, anche perché gli avrei regalato qualcosa per la sua casa, mi ha infastidito il fatto che gli ha tenuti e senza scrupoli mi ha detto che tanto se avevo dormito ds lui ,un affitto lo dovevo pur pagare. Mi ha sconvolto quest tipo di comportamento, (prima mi aiuti e poi mi prendi del denaro in cambio )ma non mi sono preocupata,tanto sarei andata via a questo punto. Per me è importante un rapporto sanno non di soldi quindi era ormai dentro di me rotto. Ma il bello è che scopro di essere incinta e non sono riuscita ad andare più via.E’ nato il nostro bimbo (che ormai ha 15 anni)e io ho voluto provare e mettere in piedi questa famiglia. Con molti sacrificio cercavo di andare avanti conoscendo pure quest tremenda avarizia da parte sua. Niente regali, niente felicità, se chiedevo anche solo in caffè in un bar, anche solo per uscire un po ‘con lui,era sempre un problema. Ho cominciato a lavorare ma quella maledetta casa mi veniva sempre rinfacciata,per il fatto che era solo sua. Ho preteso di cambiare casa e lavorando sodo sodo c’è l’ho fatta, ora è intestata a tutti e due. Solo che lui vuole tenere tutti i soldi della famiglia,come gli gestiva una volta (lavorando anche iointendiamoci)ma io non accetto più. Ho scoperto delle disonestà da parte sua, conti che non tornano ecct.Ora dopo 17 anni sono esausta, vefo che come via d’uscita c’è o la sottomissione (e credimi è un inferno perché davvero lui ti fa elemosinare i tuoi soldi visto che da le cose con conta gocce )o la separazione perché sto vivendo malissimo perché a proposito di ascoltare il proprio corpo,quando devo discutere con lui so già che è un girare di argomenti, mai voglia di affrontare e quelle poche volte che ci riesco a stabilire un nuovo inizio, non mantiene mai. Mi fa un male tremendo l’ombelico tutte le volte che devo parlare con lui.Quando non discuto invece no.Penso che si tratti di ansia, perché succede quando gira il discorso come gli conviene oppure lo disperde in vari argomenti pur di non affrontare e cercare un punto di incontro. Mi fa più male la panci,come se ho i muscoli rigidi quando non troviamo o meglio lui fa di tutto per non trovare una soluzione, ma mo tira per le lunghe cosi mi arrendo io.Ma come posso, qui c’è un futuro, un figlio e una famiglia.Come può questa persona sottomettere la propria moglie per renderla poi uno straccio?Parole sue;Tu devi stare sotto. Ora ho preso un legale, ma io Eli vorrei sapere da te per cortesia, si tratta di stress o ansia, quell mal di pancia che mi prende solo quando discuto con lui?Grazie infinite Eli e aspetto in ansia una tua risposta. GENTY.
E dashur Genty (ho vissuto tre anni in Albania!),
la tua storia mi ha colpita molto: mi dispiace che, cercando di stare meglio, tu sia finita invece nelle mani di un uomo così tirchio. Una persona che ama davvero e con il cuore non rinfaccia nemmeno un centesimo di ciò che spende per te. E poi, se si decide di vivere insieme, non esiste proprio che poi ti fa pesare il fatto che tu non paghi per la casa. Ma che uomo è?
Sono passati troppi anni, tuo figlio sta crescendo e io penso proprio che la tua pancia ti stia parlando chiaro – ecco cosa dice il Dottor Bonipozzi a proposito di questo: “Nella pancia “giacciono” le nostre emozioni più antiche. L’espressione “mal di pancia” viene usato indifferentemente sia per il disagio fisico sia per evocare qualcosa che non sopportiamo. Da bambini si manifesta quando si ha paura della reazione di uno dei genitori. Questa paura è mescolata a volte alla collera e da adulti il genitore viene sostituito da una persona che rappresenta l’autorità (coniuge, datore di lavoro, ecc.). Desiderio di trasgredire.”
“Le cause sono connesse a svariati fattori: ansia, stress, spaventi, infezioni batteriche e virali, errori alimentari, ecc. Un semplice mal di pancia, ventre gonfio, senso di sgradevole pienezza, costipazione ostinata o una fastidiosa ed imbarazzante diarrea, sono disturbi talmente comuni e diffusi che, il più delle volte, passano sotto silenzio. Poiché i muscoli dell’intestino sono controllati dal sistema nervoso autonomo, fenomeno ovviamente non consapevole al soggetto, significa che questo disturbo – psicosomatico per eccellenza – può essere tranquillamente causato o aggravato da una tensione emotiva o da situazioni fortemente ansiogene. Le situazioni a rischio, scatenate da un atteggiamento ansioso e diffidente, sono sempre evidenti ed oggettive: esami, discussioni, incontri importanti, viaggi, colloqui ed eventi piacevoli, magari inattesi. E’ un’affezione, infatti, che colpisce senza preavviso, all’improvviso, senza un apparente motivo e con particolari modalità soggettive, soprattutto prima di un incontro importante o di grandi eventi quotidiani. E’ indubbio, quindi, che l’alterazione della mobilità intestinale sia inequivocabilmente connessa con fattori psichici e stressori. ” (Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.329012 E mail: bonipozzi@libero.it )
La sottomissione è una cosa bruttissima alla quale ti consiglio di reagire al più presto. Prendi tu in mano la situazione e fai ciò che devi fare, ovvero renditi indipendente e ritrova la tua libertà al più presto. Vedrai che il mal di pancia, una volta che ti sarai liberata da quest’uomo, sparirà come d’incanto. Tu e tuo figlio meritate di essere liberi e felici.
Se vuoi fammi poi sapere com’è andata all’indirizzo elizabethsundayanne@gmail.com
Te perqafoj fort.
Ciao eli
Ho letto molto cose che hai scritto e mi sento subito meglio, tipo sono da circa 2 anni che ho sempre tipo un nodo alla gola che mi passa solo quando sono a letto o mangio è assurdo e poi la lingua mi diventa spesso a carta geografica e mi dura circa 2 settimane, ho fatto miliardi di esami ma non è mai affacciato nulla
Chiedo a te che sei una maestra in questo campo, secondo te può essere perché sono sempre sotto stress e sono molto emotivo? Grazie in anticipo
Saluti
Giorgio
Ciao Giorgio!
La lingua a carta geografica era venuta anche a me e ti dico in che occasione: quando avevo gli attacchi di panico perchè stavo in una relazione che non mi lasciava esprimere, che non mi lasciava essere quella che sono. Fatto esami anch’io, e anch’io, come te, non avevo nulla. E’ passata non appena ho lasciato questo ragazzo che mi bloccava.
Io non so quale possa essere la tua, di causa, per il tuo nodo alla gola e la lingua. Ma vedo che è tutto concentrato lì, nel canale respiratorio, nella comunicazione tra il dentro e il fuori, tra ciò che sei e ciò che il mondo vorrebbe da te. Forse potresti chiederti cosa c’è che ti sta bloccando, l’emotività, lo stress, le richieste di qualcuno, una relazione che non va più. Io mi ero fatta aiutare da una psicoterapeuta e in sette mesi avevo risolto il problema. Spero riuscirai anche tu a liberati di ciò che ti blocca, in bocca e nella gola, perché viviamo una volta sola e dobbiamo farlo al meglio, per dare il meglio di noi.
Un abbraccio grande
Ciao Eli, bel sito complimenti,
Anche tu mi sembri una persona data la tua disponibilità che hai bisogno di un confronto e mi sembri molto sincera con tutti nella descrizione di eventuali sintomi che si possono incontrare, io volevo esplicare la mia, sofferenza: panico, ansia, psiriorsi, problemi ai polmoni inspirazioni e espirazione, fumo anche sigarette e prendo ansiolitici, sto diminuendo, volevo aggiungere insonnia e sogni lucidi, cose che portano in evidenza questi disturbi ma procedimenti un pò di disturbo un pò pericolosi, hai presente il thea verde? Va preso freddo, e l’acqua calda al bar o temperatura ambiente in pianura, non è una scusa alcuni sono d’accordo coi titolari capita negli autogrill incappare in sequestri o estorsioni a sfondo sessuale o di indebitamento, può capitare ma l’azione nefasta rappresentata da acqua fredda servita e thea caldo come anice, ribes, ceylon, che sdonciano, prendo sempre mirtillo rosso caldo thea e thea verde 2 ore a freddo, in bustina, evitare aspirine, fanno male, evitare colpi o scatti veloci, rispettare la psicomatia, o psicomatosi, accompagnarla, e farti guidare dal sesto senso, sia nell’alimentazione, che agli sbalzi di tempo temperatura, non legati al corpo ma al clima, relazione con l’individuo, ho anche vampate di calore e sono maschio, in certi momenti della notte sento fiori di cimitero e ho ricordi brutti del mio passato ho e soffro di sogni lucidi, ho premonizioni e retro cognizioni legati a sintomi di thea cronici, thea consumato anni fa, caldo, che mi ha segnato per certi versi, toglie la volontà e aggiunge la concentrazione, toglie la lucidità aggiunge spossatezza e vertigine, può essere riassorbito l’effetto alla causa, cambiando abitudini, alimentare, l’orzo è un ricavato della birra, ho sentito perfino il lievito fa male ma sono un pò scettico, le cose buone al market variano dai 3 euro ai 6 euro non costano molto, miele, semi di spezie, frutta secca, ortaggi e legumi, i carboidrati li consumi quando l’organismo e particolarmente debole, il sesto senso volevo precisare guida movimenti interni in relazione con altri corpi, si sentono movimenti di peso massa in velocità, se è il caso non esci o dormi poco, la disgrazia capita a un altro che invece in quell’ora dorme, o esce di casa, puoi prevenire o avere premonizioni come nel mio caso di gente che sta facendo cose in macchina, per rispetto non dico niente, si sentono gemiti e risolii, oppure suicidi, leggi il giornale locale il giorno dopo qualche notizia l’ho sempre indovinata……..anche nei numeri al lotto è utile lo stratagemma psicosomatico, mi piace oliver sacks come autore neurologo di romanzi, poi qualche altro erudito…….a presto eli, ancora complimenti per il sito…ciaooo
il thea…
in funzione di una parte del cervello che si illumina, li il paziente ripiega su di se il controllo degli altri, per esempio se uno,a si rivolge a te in prima persona il tuo cervello è inconsapevole con l’assunzione di thea caldo, ( ceylon, marijuana, kurandera, cinnamon, anice, ) droga conosciuta apparte anche il ceylon non scherza, pianta africana o americana per divinazioni, come l’aryuveda c’è anche il thea afrodisiaco, caldo porta questo disturbo, illumina parti del cervello come intelletto memoria inconscio collettivo e devia l’informazione, in sostanza riduce la vita di una persona alla vita di un insetto o di un animale, si chiama proiezione, è una forma di schizzofrenia o di compulsione data dall’assunzione di thea caldo di alcuni principi attivi in piante afrodisiache….. ( SPECIFICO: Non parlo di Thc, parlo di Thea Caldo, effetti forse peggiori a lungo termine ).
Sulla colite nervosa essendo un organo quasi sempre in uso, uno o due volte usiamo il bagno ma la stima se ne sono palesemente colpito o meno a distanza di una vita, da oggi all’indietro e non da bambino in avanti, ho 30 anni non è il massimo parlare di vie escritarie o come si chiamano, sono disturbi ma non ci puoi fare niente, non sono medico per valutare, solo cambiare alimentazione, consente di determinazione, la colite nervosa un pò ne soffro ma anche se il mio commento può sembrare negativo in merito, beh non me lo faccio pesare…..
Il clima conta, e la relazione individuo come vampate di calore ma il disturbo può essere di altra causa, chi dice si tratta di genetica espressione molto vaga mascherata da altre scienze, omeopatiche o di chi che sia, gli studi orientali supportano piante non in commercio, e possono alterare i flussi del sangue e di dinamiche interne all’organismo, nei bugiardini di parafarmacie si evince sempre una sorta di scetticismo con incoraggiosi precauzioni per l’uso poiche il pericolo e risaputo, poi…… colite nervosa, secondo me non è genetica, anche se va contro gli studi di altri, io sono d’accordo non con l’evoluzione di un sintomo che occulterebbe i rimedi ai sintomi, semmai sarei d’accordo con il concetto tempo spazio del karma, se hai una capacità di agire vuol dire che il cancro che stai combattendo non ti ha ancora divorato, hai due possibilità, o lo combatti alla radice quindi in causa studi non come sei ora, ma cosa hai ingerito, se caso di principi attivi, componenti antagonisti, devi saperne di chimica organica e un pò di biologia naturale, oppure altra chance, può essere usare tecniche derivate, e non intendo yoga ne reiki, tecniche derivate dalla medicina orientale quindi veleni, insetti, piante sconosciute ma affrontate in tempi remoti con prove attestate di guarigione, formulari, manuali posti per intraprendere questo viaggio, il caso del thea, spefico che è una situazione grave, peggio dell’ansia, io soffro spesso di fame d’aria, come asma, accompagnando il disturbo e forzando sul rigetto dell’aria, quindi sull’espirazione, le tossine se ne vanno, alternati prima di dormire con movimenti lineari della respirazione, per accompagnare il sonno, hanno funzionato, poi in alcune zone dove l’inquinamento distrugge, Napoli, Milano, oltre l’aria c’è il problema dell’acqua inquinata, il metabolismo nostro, umano, è la capacità attraverso il sangue di discernere l’ossigeno dal sangue, gli antichi direbbero, tutto scarica nei piedi, quindi cuore piedi sono collegati, i piedi non sono organi, sono arti inferiori, non un corso di reiki, anche se si avvicina molto come argomento, l’energia scarica nei piedi, riempirsi di manuali sulla kundalini, ho letto qui da qualche parte, beh non c’è scritto nei libri che sportello aprire per arrivare al terzo occhio con un libro, quindi io non mi faccio illusioni, ma mantenersi all’essenziale in un certo qual senso oltre la comprensione della malattia trattarla largamente, perchè chiunque si trovi in un raggio inferiore di questo campo ne è irremidiabilmente colpito. Grazie…
😀 Buone feste a tutti, aspetto risposta….
Ciao Stefano,
grazie per tutte le informazioni che hai dato! Saranno sicuramente utili a qualcuno che legge. Alla fine hai compreso la causa dei tuoi disturbi?
Buon anno nuovo!
slave 🙂
una dermatite (comparsa dopo essermi lasciato con la mia raga) potrebbe essere psicosomtica?
Ciao DDD. Mi sono informata e sì, lo è. Leggo: “La pelle è un organo di confine, ma anche mezzo privilegiato di relazione con il mondo esterno. Data la sua visibilità, è comprensibile come essa si presti facilmente a trasformarsi in uno specchio dell’anima. I soggetti affetti da dermatite atopica risultano essere più sensibili all’esperienza del distacco, che ha un’influenza, talvolta determinante, sull’insorgere o il recidivare delle lesioni. Una malattia cutanea non dipende mai da una sola causa, bensì va affrontata in una prospettiva multifattoriale, poiché in ogni persona entrano in gioco componenti diverse.”
E ancora: ” La pelle …specchio dell’anima (voglio essere in “contatto” ma non riesco, non posso). Raramente ci rendiamo conto che la pelle è l’organo più grande del corpo umano. La pelle costituisce il rivestimento esterno dell’essere umano, il suo involucro (il suo confine) ed è tramite essa che si sviluppano molti contatti, la pelle serve insomma da mezzo di comunicazione – ci permette di entrare in comunicazione con gli altri – oltre che da protezione nei confronti del mondo esterno. Infatti, i disturbi della pelle sembrano segnalare che il “confine” con il proprio ambiente non è più in equilibrio. Anche in assenza di qualsiasi condizione psicopatologica, la pelle è tra i più importanti organi di espressione emotiva. Ciò è evidente quando alcuni sentimenti o l’eccitazione provocano rossore, pallore, sudorazione, prurito e “pelle d’oca”; nessun altro organo reagisce tanto rapidamente allo stress emotivo quanto la pelle. E’ anche un organo sensoriale dal quale gli stimoli ricevuti sono trasformati in sensazioni quali caldo e freddo, dolore, prurito e formicolio, risposta al contatto e sessuali. La reazione può avvenire sotto forma di alterazioni circolatorie che vanno dal rossore per la vergogna al pallore per la paura, dalla comparsa di eczema e gonfiore, alla formazione di squame. Le malattie dermatologiche indicano un disagio nascosto. Come eczema e psoriasi che segnalano una personalità vulnerabile e in crisi. Senza dubbio, comunque, essa rappresenta la nostra protezione nei confronti dell’ambiente esterno.” (Claudio Bonipozzi)
Ciao Eli, da una decina di anni ormai soffro di ansia e depressione, raramente ho avuto attacchi di panico.
Ormai ho imparato a convivere con la mia ansia (più che convivere è un sopravvivere ad essa) ma non vivo bene, non ho più la vita sociale che avevo prima e poco a poco mi sto reisolando, sono praticamente lavoro(che non mi piace) casa. Sempre la stessa routine. Da qualche mese non riesco neanche più ad uscire ne al sabato ne alla domenica, sto bene a casa forse perché ci sono poco forse perché credo di stare bene solo lì.
Ho un grosso problema in questi giorni però, i miei genitori (i miei punti di riferimento) hanno deciso di andare in vacanza e giorni e io già adesso un giorno prima che partano sono già in ansia. Tutto è patito da quanto ho avuto il primo attacco di panico, loro erano in vacanza e da allora ho sempre costantemente paura di non saperli a casa.
C’è qualcosa che posso fare per tornare a stare bene?!
Vorrei farlo più per loro che per me perché sono quelli che mi hanno sempre spinto a far bene, sono le persone che amo di più e non voglio vederli abbattuti col pensiero di andar via e lasciarmi da solo.
Grazie per la presa visione.
Alessandro
Eccomi sono anni che ne ho sempre una un po i dolori alle spalle, un po la schiena, un po i piedi, da 2 anni mi si chiude la gola, tachicardia e attacchi di panico e ultimamente da 5 mesi dolore alle articolazioni delle ginocchia. So già cosa ne va della mia vita ma mi manca il coraggio. Mento a me stessa facendo finta che vada bene e vorrei aspettare qualche anno prima di prendere una decisione ma intanto il mio corpo grida di dolore e non riesco neanche a fare il lavoro che voglio ma mi devo accontentare di fare altre mansioni
Ciao Maria, scusa se rispondo io.
È da venerdì che non lavoro più e solo il pensiero che non devo più andare in quel “campo di concentramento” mi fa dormire più sereno la notte.
Dove stava il mio problema, nel non voler ammettere che quel lavoro non era adatto a me, tante preoccupazioni tante ansie per prendere solo del “deficente” dal capo e fine.
Ci sono stati tanti episodi fino ad adesso, anche nei lavori precedenti ma ho sempre tenuto duro e sono andato avanti. Purtroppo e lo devo ammettere, prendo una pillola di xanax al mattino e una di cipralex la sera e questo mi aiuta si, ma non sarà per sempre.
Tieni duro!! Tenta finché non le hai provare tutte!!
Un abbraccio
Alessandro
Potrei scrivere un libro intorno a quest’argomento,ma mi limito a raccontare il mio più grande disagio di tutta l’ansia che soffro…parlare con qualcuno i ritrovarmi in una circostanza insolita e in primis come sintomo sentire la testa come in una morsa che ti stringe la faccia e ti senti stordita come se avessi bevuto.
Cara Giuseppina,
prova a guardare questo link, magari trovi una risposta: http://www.riza.it/psicologia/psicosomatica/2186/cefalea-la-personalita-che-batte-in-testa.html
Bonipozzi dice questo:
“Cefalea. Le statistiche sostengono che il 90% dell’umanità ne soffre almeno una volta nella vita e che le donne sono colpite più frequentemente degli uomini. Noi consideriamo la testa come il luogo in cui sono localizzati intelligenza, ragione e pensieri. Con la testa, pertanto, pensiamo e decidiamo. Si dice generalmente: “chi agisce sconsideratamente, agisce senza testa”; inoltre, sentimenti come l’amore minacciano soprattutto la testa, anzi si può dire che la maggior parte delle persone addirittura la “perde”. Dietro al mal di testa troviamo spesso un individuo con un grande orgoglio e mania di perfezione. La testa rappresenta “l’alto”, il corpo esprime il “basso” (pensiero – sentimento). Quindi, chi accentra troppo l’attenzione nella zona della testa, cioè chi accetta e vive soltanto ciò che è razionale, ragionevole e logico, perde ben presto il suo “rapporto con la parte bassa”. L’uomo in questo particolare periodo storico ha privilegiato in misura maggiore le forze celebrali a scapito, naturalmente, delle esigenze del proprio corpo (scarsa capacità di esteriorizzare le emozioni). Non è però il caso di attribuire “responsabilità” al pensiero, alla ragione e alla testa: non è sicuramente la strada che porta alla soluzione. Nessuno dei due “centri” è migliore o peggiore. L’individuo non deve scegliere tra l’uno e l’altro ma deve restare in equilibrio (come infatti sostiene la medicina psicosomatica: l’uomo è una cosa unica, non è possibile scindere la mente dal corpo) A volte è particolarmente evidente che le crisi cefalagiche sono scatenate, in determinate situazioni, da collera repressa, da aggressività, da ansia e da disagio nei rapporti interpersonali. Sembra più una “fuga” da una situazione difficile, piuttosto che un sintomo: il disturbo in chiave simbolica avrebbe solo lo scopo di rompere il controllo con una realtà carica di tensione (il malessere scatta proprio quando il soggetto involontariamente “cerca scuse”: mi hai fatto venir mal di testa. Il lavoro (trattamento) è sempre quello di capire il perché; individuare, cioè, le cause che determinano una reazione psichica che si manifesta con un disturbo fisico: la cefalea. Indica chiaramente un tentativo di bloccare una “testa che pensa troppo per tenere a bada un mondo emotivo che spinge” per manifestarsi, per uscire. E’ un chiaro segnale di conflitto tra ragione e istinto: tra il mondo gelato, freddo del pensiero e quello armonioso, caldo delle emozioni.
Nei bambini: risultano ipersensibili, ambiziosi, paurosi, irritabili e ossessivamente ordinati. I genitori, particolarmente rigidi, apprezzano il metodo e l’impegno scolastico (il rapporto affettivo ruota esclusivamente intorno ai risultati scolastici conseguiti). E’ curioso che i cefalalgici soffrono nel periodo dell’attività scolastica ma non durante i periodi di vacanza (non devono dimostrare il loro senso di responsabilità).”
Mancano malattie molto più serie e invalidanti come dipendenze varie, compulsioni derivanti da ossessioni, quelle si che sono psicosomatiche
Il mio non è un compendio sulle malattie psicosomatiche ma un articolo che vuole far riflettere ponendo degli esempi. Comunque non sono d’accordo sul “quelle sì che sono psicosomatiche”: tutte lo sono, tutte sono importanti.
Sei grandissima!! Mi rispecchio molto in te!! A casa sto male, in viaggio guarisco!! Devo imparare ad ascoltare i miei disagi, hai ragione, anche se alle volte non è semplice!! Ps. Anch’io ho un blog, se hai voglia di dargli un’occhiata https://silviawanderlust.com/ ! Grazie per i consigli! Sarei dovuta partire per il Giappone ma per uno strano caso d’eventi volerò in Oman…è così che ti ho trovata!! Grazie ancora!!
Ciao Silvia, grazie!
Bello il tuo blog.
Eh sì, quella dello stare meglio non appena si prende un aereo è una vecchia storia che accomuna tante persone. Probabilmente perché ciò che facciamo in patria non ci soddisfa e non è in linea con ciò che siamo. Ti auguro un bellissimo viaggio in Oman!
Ciao,so che è tardi, ma solo ora ho trovato questo sito. C’èda dire molte cose, ma oggi mi limiterò a dirti solo una cosa. Ecco: perché quando io parlo a mia madre gli cadono cose (oggetti)?
(Credo) fin da bambina ho questa “cosa”.
Sapreste darmi una risposta?
Saluti….
Angela ?.
Bel post, signora!
Buongiorno Angela,
onestamente non saprei cosa risponderle e tra l’altro è un po’ fuori tema con il contenuto del mio articolo, che tratta di malattie psicosomatiche. Mi sembra un fenomeno interessante, comunque…
Le auguro una bella giornata!
Sono sempre io, ah mi scusi non lo salutata con il suo nome, non lo sapevo prima.
Spero che sappia darmi una risposta signora Eli? Giusto ho detto?!
Mi scusi per prima per non essermi ricordata il nome, pardon!
Saluti…
Angela ?.
Grazie per il complimento, ma per me (quando accade) è triste.
Perché la colpa la da sempre a me, ma io non posso dire niente perché non lo so neach’io.
Communque bel post, davvero ??.
Però (forse non c’entra o forse si), oggi ho mal di stomaco (l’ho ”fatta” 2 volte), ma ho ancora male allo stomaco.
E per di più: mi fa male sopra (credo) l’osso sacro.
Saprebbe dirmi se è un “segno”?
Poi saprebbe dirmi (forse non è il post giusto) ma perché quasi ogni notte faccio “sogni premonitori”? (solo quando ho la febbre e…ciclo).
Ciao Angela, non saprei cosa dirti sull’origine del tuo mal di stomaco, se sia psicosomatico oppure no, e se sì cosa voglia dirti. Dovresti indagare un po’ dentro di te.
Riguardo ai sogni premonitori, tutti ne facciamo, ma spesso non li sappiamo interpretare, o non ci crediamo e li dimentichiamo subito. Io anche ne faccio, in momenti particolari di passaggio nella mia vita.
[…] quanto scritto, […]
Ciao, è un post che ho letto molto volentieri
Mi trovo in una situazione di crisi in cui non riesco ad affrontare tutte le mie
Questo accade perché ho un senso di malessere fortissimo legato al mio ragazzo
Non mi sento cercata, amata e non riesco a sentirmi stabile con lui
Questo mi blocca e non riesco a lasciarlo andare serenamente, ho il terrore di stare sola
Mi è già successo di lasciare i miei ex e ho sofferto le pene dell’inferno, sono caduta in depressione
Mi accompagnano il dolore al petto, senso di nodo alla gola e a volte l’acidità di stomaco
Spero di chiarirmi le idee
Ciao Giada,
sono passati tre mesi da quando lasciasti il tuo commento sul mio blog, e spero che tu nel mentre abbia risolto la tua situazione sentimentale. Se non ti senti cercata, amata né senti esserci una stabilità, mi pare chiaro che il tuo malessere (dolore al petto, nodo alla gola, gastrite ) derivi da questo. Dobbiamo imparare a volerci bene. Volersi bene significa tagliare con le persone che no vanno bene per noi, in modo da lasciare la porta aperta per quelle giuste, che ci regalano benessere e serenità.
Non aver paura a restare sola, non aver paura dell’abbandono: non c’è nessuno che ti abbandona, e non sei sola. Circondati di amicizie vere, che ti supportino, non cadere in depressione. Ce la puoi fare! Pensa che la vita è una sola e vale la pena viverla con gioia. Nessun uomo o donna merita di soffrire le pene dell’inferno per amore, è meglio stare senza un compagno ma tranquille.
Soffro di disturbi psicosomatici più o meno da quando avevo 6 anni
Cara, mi dispiace! Hai già fatto un percorso di psicoterapia per scoprirne le cause?
Eli,
Come posso consigliare a mio fratello di seguire un pensiero psicosomatici x la sua malattia. ( cancro nel retto)?
Ciao Caterina,
ti consiglio di leggere il sito del Dott. Claudio Bonipozzi qui http://ilfarodelcamminointeriore.blogspot.com/search?q=cancro
e di scrivergli per eventuali consigli e aiuto all’indirizzo email bonipozzi@libero.it – sono sicura che ti saprà aiutare in quel senso.
Un abbraccio e un pensiero per tuo fratello di guarigione e serenità.
Salve chiedo scusa,xfavore vorrei sapere se il mio dolore ai piedi, sotto la pianta che da circa un anno mi affligge,si potrebbe collegare ad una malattia psicosomatica,cerco aiuto.
Buongiorno Anna,
anch’io ho sofferto di dolore alla pianta di un piede per un periodo, e non avendo riscontrato cause di origine fisica, mi ero ritrovata molto in queste parole:
“Il dolore ai piedi è spesso collegato alla paura di non riuscire ad andare avanti, alla paura dunque di rimanere “sul posto” e di non sentirsi realizzati. Insomma, sentirsi bloccati e quindi impossibilitati nel fare ciò che si desidera fare, (troppi sogni nel cassetto).”
Ho trovato anche questo interessante articolo online: http://conipiediperaria-riflessoluxfirenze.blogspot.com/2010/09/metamedicina-e-piede.html
Spero riuscirai a capire l’origine di questo dolore, e che tu possa avere il coraggio e la forza per cambiare le cose e liberarti di questa sofferenza.
Un abbraccio Anna!
Ciao Elyzabeth complimenti per l’articolo, veramente interessante. Conosco la Metamedicina di Claudia Rainville.Da diverso tempo soffro di dolori e problemi all’apparato muscolo scheletrico, borsite al gomito risolta da poco, spalla al momento con delle calcificazioni doloranti, tendine d’achille infiamnato già trattato ma senza esito positivi. Il polpaccio e lombari contratti. Ho sempre affrontato il tutto da un punto di vista psicosomatico prima che medico ma ora veramente gli ostacoli sono molti. Gli antinfiammatori sembrano avvolte l’unico modo per non sentire……… hai qualche suggerimento?
Ciao Fabrizio, leggo solo ora il tuo commento perché non mi era arrivata la notifica per un certo numero di commenti, scusami.
Spero che in questi mesi alcuni dei tuoi problemi fisici si siano risolti. Mi hanno consigliato la lettura di un libro molto interessante: “Benattia – Significato della vita, senso della malattia e processo di autoguarigione” di Francesco Oliviero. L’ho acquistato e devo iniziare a leggerlo. Magari ti potrà offrire qualche spunto. Io ho risolto molto interiormente (e a livello fisico) con lo yoga e la meditazione secondo il metodo che sto studiando, ovvero Satyananda. Cerca dalle tue parti lezioni di yoga secondo la tradizione della Bihar School of Yoga. Sono sicura che lavorando su respiro, fisico e spirito, col tempo diventerai un altro. Se parli inglese ti posso indicare una consultazione con il mio insegnante di yoga che ha una scuola a Bangalore e ti potrà seguire sicuramente in questo percorso con lezioni adatte al tuo tipo di problema. Fammi sapere, ache via messaggio privato dal modulo di contatto che trovi in questo blog. Dai che ce la farai a uscirne!