Lui tuona “Non so dove l’abbiamo presa quella lì!”, lei risponde “Anche tu da giovane eri così ma non ricordi!”. E tu sei nell’altra stanza e ascolti, con le lacrime agli occhi, l’ennesima mediazione che deve fare con tuo padre, quando gli hai detto che partirai di nuovo.
Non lo fai apposta, a essere così, e in cuor tuo vorresti farla felice, tua mamma. Quel giorno in cui le dicesti che neanche questo ennesimo fidanzato ti andava bene, che non eri felice, lei ti guardò con quegli occhi azzurri un po’ tristi e ti disse “E’ solo che mi dispiace immaginarti che invecchierai da sola”. Come spiegarle che tu, da sola, stai meglio che con quei fidanzati lì, che tanto ce ne fosse uno che vi andasse mai bene?
No quello è troppo povero, no quello è ricco ma è musulmano poi ti chiude in casa, eh ma proprio di Torino dovevi prenderlo, uno del nostro paese non c’è? ok allora prendi chi vuoi, sì però che abbia almeno studiato, possibile che devono essere tutti stranieri, è troppo giovane poi ti lascerà per una di vent’anni, è troppo vecchio poi gli farai da badante, ha la barba da comunista, è senza capelli ma almeno è alto? ecco, non è nemmeno alto!
Un giorno la accompagni alla messa delle otto, e quando le anziane del paese si dileguano, lei ti porta davanti alla statua di Don Bosco, dove scopri che, ogni volta che sei lontana, lascia una monetina pregando il Santo che ti protegga, ovunque tu sia.
Figlia di un operaio e di una sarta, è lei che ti aveva iniziata ai viaggi, negli anni Novanta. Un’estate ti aveva spinta a lavorare per due mesi in un negozio, per pagarti la tua prima vacanza studio in Inghilterra. E il giorno prima che partissi, quando già avevi la valigia in mano, ti aveva dato una barzelletta ritagliata dalla Settimana Enigmistica con una mamma che salutava la figlia, dicendole: “Va’ e conosci il mondo. Ma fa’ che il mondo non conosca te”.
Da allora la frase è rimasta, e ogni volta che parti è la stessa solfa: Non ti far conoscere da tutti! Non rimanere incinta! Fatti furba! Non rovinarti la vita! Non saltare il fosso!
E tu dall’altra parte del mondo che credi di fargliela di nascosto, sottovaluti la dote primaria di una mamma: l’intuito a distanza, quella cosa che solo una mamma possiede. Quel potere magico che fa sì che anche se lei è a Torino e tu a Timbuctù, sa sempre tutto. “Cosa stai combinando?” “Niente, mamma, perchè?”.”Hai qualcuno?” “No, ma cosa dici?” “Non me la conti giusta. Sarà mica un nero?” “Ma mamma! Ho trent’anni, so quello che faccio!”. “Hai trent’anni ma hai la testa di una di dodici! Sarà un divorziato e avrà già pure dei bambini!”. “Mamma smettila non ti sopporto più!”. “E scommetto che farai tutto così, nature! Se rimani incinta non tornare più a casa!”. Poi ti chiude il telefono in faccia, e tu rimani lì con un groppo in gola, guardando il tuo nuovo partner.
Nero. Divorziato. Con figli.
Tua mamma è stata una delle prime donne lavoratrici con figli del suo paese; mentre le altre donne stavano a casa a tirare su i bambini, lei sfrecciava con la sua Cinquecento blu verso la RIV-SKF dove faceva l’impiegata, in barba al poliziotto della stradale che una volta la fermò nella nebbia e le disse: “Ma come mai lavora, lei? Suo marito non ha un lavoro?”. Lei è quella che ti ha detto che nella vita non dovrai mai dipendere da un uomo. Che dovrai sempre essere autonoma e avere i tuoi soldi per fare ciò che vuoi.
Lei è quella che a diciotto anni, mentre altre mamme regalavano i collier d’oro alle figlie, ti regalò sì il collier, ma insieme a una scatola di pillole anticoncezionali.
Ogni volta che parti devi farle vedere dove andrai su un atlante sgualcito degli anni Ottanta. E se la città sperduta in cui andrai non c’è, tira fuori l’Enciclopedia Geografica Il Milione del 1959 che sa di armadio, dove, tra paesi che non esistono nemmeno più, tira una riga su quella città, dicendo “Ah ecco dove andrai a finire!”. Poi lo ripone nell’armadio che sa di armadio e torna alle sue faccende, facendo finta che la tua partenza non le faccia male.
Le mamme sono così: non ti mostrano il loro dolore. Ti dicono “Se vuoi andare, vai”, anche se quel cordone ombelicale strappato fa più male di quando eri nata.
E così parti, anche se ti ha detto “Mi lascerai mica di nuovo da sola con quel trombone di tuo padre?”, e tu le dici che la chiamerai tutti i giorni, e poi il trombone in fondo te lo sei scelto tu, mica io!
E mentre, il giorno della tua partenza, tuo padre ti dà i due baci sulla guancia – odiandoti perché sei una figlia degenere, ma te lo dà -, lei non si avvicina. Sei tu che devi sempre andare da lei a baciarla, di solito sul collo per sentirne ancora una volta il profumo di Cera di Cupra e di Borotalco. E mentre le dai quell’ultimo bacio, lei non ti guarda mai e ti dice “Va’, va’ che poi perdi l’aereo”. E tu sai che dentro ha il cuore a pezzettini, ma per non fartelo pesare non te lo direbbe mai.
Mentre viaggi per il mondo, lei riesce a farti arrivare persino in Cambogia, una volta al mese, una busta piena di ritagli di giornale con gossip, notizie estere, notizie sull’Italia, TuttoLibri, immagini di Torino e di Don Bosco. Tu alzi gli occhi al cielo e usi quest’ultima come segnalibro. E quei ritagli li fai durare un mese, ne leggi un pezzetto alla volta, perché sai che in ogni pezzetto c’è il suo cuore. Ne senti persino il profumo.
Poi torni per una vacanza e dormi a casa dei tuoi genitori, e solo allora ti accorgi che tua mamma, nei tuoi due anni in giro per l’Oriente, ti aveva segretamente seguita passo passo sulla mappa del mondo acquistata al Lidl solo per quello. Ogni città un cerchietto, a segnare il passaggio di quella figlia degenere che un giorno vorrebbe libera e un giorno accasata, un giorno viaggiatrice e un giorno stanziale.
La mamma di una donna che viaggia l’ha già resa libera il giorno in cui è uscita dalla sua pancia. Dopo, non le restano che un atlante sgualcito e un’enciclopedia che sa di armadio. E la statua di un santo a cui affidare una figlia che, in cuor suo, sa che se è venuta su così strana, da qualcuno dovrà pure aver preso.
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Bellissimo articolo e ben scritto, tante memorie sono riaffiorate a leggerlo… Anch’io stavo bene da sola e poi *poof*, un ragazzo scozzese che poi è diventato mio marito è entrato a far parte della mia vita ed era perfetto… Mia mamma… semplicemente felice che sia felice ma all’inizio, quante domande e dubbi! L’importante è scegliere, sia come compagni che come luoghi dove vivere ciò che piace a noi. Gli altri si adegueranno! 😉
Un salutone da questa British Black Sheep x
Buongiorno British Black Sheep 🙂
Sono d’accordo con te: gli altri, col tempo, si adeguano sempre alle nostre scelte.
Un ragazzo scozzese? Una bella avventura! 😉
PS. Felice di aver scoperto il tuo blog.
Grazie! Anch’io sono felice di aver scoperto il tuo! 🙂
Simona
P.S: quelli italiani mi sembravano ‘un’avventura’, con i locali è davvero semplice, nonostante la barriera/scambio culturale (che io adoro, sono un pò un Ulisse in fondo all’anima!)
Anch’io adoro lo scambio/barriera culturale, che per me sono un’avventura bella. Quella con gli italiani, per me, non è mai stata una bella avventura, specialmente con gli espatriati. Li ho bannati già da tempo 😀
Vale lo stesso per me… Un bel pò di bannamenti negli ultimi anni! Eppure, tra gli expats conosco un (limitato) numero di italiani che erano e sono ‘strani’ come me, insomma dopo anni mi sono ritagliata uno spazio nel British ex-Italian Black Sheep Club hahaha Never say never 🙂
Ah di strani ne ho incontrati e ne incontrerò ancora: finisco sempre in luoghi (Albania, Cambogia, Cina, per citarne alcuni) in cui si riversano un bel po’ di strani Black Sheep, e tutti italiani 😀
Mi sono commossa leggendo questo bellissimo articolo. Io ho lo stesso identico rapporto con mia zia. Mia madre, per quanto mi voglia bene, è più della serie “occhio non vede cuore non duole”. Mia zia invece conosce le cose prima che succedano, mi legge il pensiero quando sto zitta…percepisce ogni malumore anche ora che 2000 km ci dividono…e senza di lei forse…a quest’ora sarei sotto il ponte… 🙂 Ovviamente se non mi sente per un giorno, anche con un sms, chiama la polizia ahahahah!!!
Ughetta! Che bello avere una zia così! L’importante è avere qualcuno, nel mondo, che sappiamo ci vuole bene, dice le preghierine per noi affinchè (all’estero) non ci ficchiamo nei guai ed è capace di “sentirci” anche se geograficamente distanti.
L’amore e l’affetto di chi resta sono il sostegno più grande che abbiamo.
E’ vero, il prezzo altissimo che dobbiamo pagare per queste nostre scelte è vivere lontano da queste persone…scoprire nuove rughe nei loro volti quando li rivediamo a distanza di tempo e provare la brutta sensazione di aver perso qualcosa…
Se perdi da una parte, acquisti da un’altra. O perlomeno, dovrebbe essere così. Ho lasciato mia madre da sola, per esempio, con tanti sensi di colpa. Però qui in UK ho un’altra famiglia adesso (mia suocera è stupenda, più un’amica che una suocera!) e mia mamma sa che mio marito ‘si prende cura di me’ (a lei lo lascio credere, anche se è vero pure il contrario!).
Quindi sì, mia mamma ha più rughe e acciacchi ogni volta che la rivedo e sorge instintivamente il pensiero ‘se fosse qui con me non mi perderei niente’, però allo stesso tempo lei non ha la preoccupazione di vedere una figlia lentamente morire, in Italia ero ormai una persona con un piede nella fossa (ero depressa cronica e ormai in stato emozionale vegetativo).
Rifletto sempre molto ogni volta che torno a casa e vedo mia mamma un po’ più gobba e con qualche ruga in più, e mio papà un po’ più lento nei movimenti e nel pensiero. E anch’io, come Ughetta, mi sento un po’ male al pensiero di perdermi questa fase della loro vita. Però poi, come Simona, penso che vedermi in Italia ma depressa non sarebbe un bel regalo per loro, e allora continuo a partire.
In attesa di trovare anch’io una suocera-amica e un marito che si prenda (anche per finta) cura di me 😉
Sì esatto Eli… Ci perdiamo quella fase della ‘vecchiaia’ (anche se a mia mamma dici ‘vecchia’ potrebbe spararti lol) in cui i nostri genitori cominciano a diventare stanchi e avrebbero bisogno di noi intorno ad aiutarli e rallegrarli… Il problema è che, almeno per la mia esperienza personale, la società italiana è andata a rotoli negli ultimi 30 anni. La storia della cicala che non mette da parte niente (quando c’era la possibilità di farlo) viene a mente. E stava diventando il contrario… io che avevo ancora bisogno di sostegno economico e morale a quasi 40 anni e mia mamma che non ce la faceva più. Impossibile pensare a mia mamma che con la minima sosteneva me e mio fratello, anche lui quasi 40 enne e disoccupato (da 4 anni adesso!). Sì vero, mi perdo le risate con mia mamma, gli abbracci… Ma sempre meglio ‘perdere’ la figlia perchè emigrata che ‘perderla’ perchè ormai assente dal mondo. Eli, siamo persone libere e complete anche senza marito e suoceri, per me è stato un bonus della felicità ma ero già su Cloud Nine da sola 🙂 xx
Sono d’accordissimo col tuo pensiero, anche sul fatto che siamo libere e complete anche senza un uomo (e una suocera): non credo alla storia delle due metà che si completano. Siamo mele intere a cui può capitare di trovarne un’altra intera che sta bene con se stessa, e si decida di percorrere la vita insieme.
Mm ti devo intervistare sul mio blog, la tua storia è molto interessante!
Per l’intervista, quando vuoi!! 🙂
Bellissimissimo! Mi ci ritrovo in ogni parola (a parte il collier e la scatole di pillole anticoncezionali 🙂
Forse la frase che proprio mi rappresenta è questa: Lei è quella che ti ha detto che nella vita non dovrai mai dipendere da un uomo. Che dovrai sempre essere autonoma e avere i tuoi soldi per fare ciò che vuoi.
Anche la sorella della mamma e la mamma del papà me lo hanno sempre detto…e in effetti mi spiego un po’ di cose nella mia vita 🙂
Mi sento sempre fortunatissima ad avere una mamma come la mia con cui litigo anche se sono in Australia, con cui ci sono 40 anni di differenza, che non sa cosa sia Facebook, non sa come mandare un messaggio sul cellulare, non sa una parola di inglese, soffre ogni volta che parto, ma mi lascia libera di andare e per questo la trovo “più avanti” di tante altre mamme moderne..la libertà è la forma più alta dell’amore!
Ciao Mary!
Anch’io mi spiego tante cose, quando penso a come mi ha tirata su mia mamma (ma anche riflettendo sulla personalità di mio padre…).
Sui litigi a distanza, quelli sono immancabili, anche e direi soprattutto quando sono dall’altra parte del mondo! Mia mamma ha la capacità di farmi arrabbiare come nessun altro al mondo, e poi (placida) la volta dopo che ci sentiamo fa come se non fosse successo niente. Argh!
Anche la mia non conosce nè Facebook nè WhatsApp, a malapena riesce a mandarmi le email. Ma sono così cariche di affetto che mi bastano quelle.
Hai proprio ragione: la libertà è la forma più alta di amore!
Mi ci sono ritrovata,per certi versi, e commossa… Grazie!
Ciao Vittoria, un abbraccio e grazie a te! 🙂
Vedi tu se in ufficio leggo e devo avere i lacrimoni agli occhi 🙂
Quanto amore hai messo in questo post… !!!! L’amore della mamma e della figlia… mi hai fatto ritrovare anche la mia mamma… Donne di acciaio che hanno partorito altre donne di acciaio e dopo tutto lo sanno.. sarà per questo che trattengono le lacrime ogni volta che andiamo via da loro…!!
Grazie Eli!!
Grazie Naty!! Che bello far piangere qualcuno mentre sta lavorando 😀
Bellissime parole che condivido.
Buona giornata!
Che bel post: tenero e commovente. Sempre un piacere leggerti!:)
Grazie Antonella, anche per me è sempre un piacere leggere te!
Che mamma straordinaria! Comunque tutte le mamme sognano per le figlie la famigli tradizionale, ma poi accettano che percorriamo strade diverse… fin troppo diverse!
Ciao Pe!
Non so, se fossi mamma, come mi comporterei. Dentro di me penso sempre che lascerei i miei figli andare dove vogliono, senza fare storie nè ramanzine, ma poi non so se, in realtà, il mio cuore di mamma – seppur indipendente e forte e tutto – non li vorrebbe vicini comunque.
Eli mi sono commossa <3
La mamma è sempre la mamma…io la mia la AMO tantissimo
"Le mamme sono così: non ti mostrano il loro dolore. Ti dicono “Se vuoi andare, vai”, anche se quel cordone ombelicale strappato fa più male di quando eri nata."
Questa frase è il TOP!
Grazie Elisa! <3
Cara Eli, se le doti di uno scrittore sono nel riuscire a emozionare, tu ci sei! Mi hai fatta ridere e commuovere. Quanto è vero che le donne mediano e ricuciono gli strappi! Mio figlio è quasi maggiorenne, e per ora sono il genere di mamma che cerca di ritagliare un piccolo terreno comune nella sua vita che si fa autonoma… e poi fa sniff per conto suo. Tasto delicato e doloroso, anche se inevitabile e bello… 🙂
E se lo dice Grazia Gironella, allora ne sono davvero onorata! 🙂
Avevo capito che avessi un cane, ma non un figlio. Concordo, le mamme passano la vita a mediare, cucire e rattoppare. Mia nonna era una sarta con i vestiti, mia mamma una sarta con le vite dei suoi familiari.
Io non so cucire, però…
quell’atlante….oh, il nostro “di casa”!! mi hai fatta commuovere, hai descritto meravigliosamente le dinamiche un po’ magiche e misteriose tra genitori e figli.
Quell’atlante sta mietendo vittime: non sarà più un atlante geografico “moderno”, ma è ancora vivo nei nostri ricordi di bambini!
Buona giornata e un abbraccio Swinging Mom!
Ammetto di aver rimandato la lettura del post, credendo trattasse argomenti e suggestioni troppo femminili. Sbagliavo di grosso: hai scritto un bellissimo racconto, dove tu, per una volta, sei la coprotagonista… 😉
Paolo, ma a me piace quando intervieni nelle questioni femminili, hai una certa sensibilità quindi tu lo puoi fare 😀 Grazie! Sì, la protagonista qui è Mamma Marisa 🙂 Buona giornata!
Eli ho i brividi! Mi hai commossa!
Mamma mia quante emozioni, in parte mi ci ritrovo, in parte no..
Ognuno ha la sua storia d’altronde!
Fatto sta che hai fatto sì che un brivido mi percorresse la schiena.
Sei unica!
Grazie Manu!! <3 Sono felice di averti dato quel brivido sulla schiena che è l'emozione e la gioia di avere una mamma alle spalle che ci sostiene e ci ama incondizionatamente.
“Ma dove lo abbiamo preso quello lì?” è una domanda che i miei non si potrebbero mai fare…sono peggio di me! A 68 anni non hanno la minima intenzione di fermarsi e non si sono mai fermati da quando si conoscono, anche se all’età mia avevano una figlia al liceo e uno alle medie (messaggi durante le vacanze di natale 2013-2014: “come va? qui a Valona si sta bene, non fa caldo…voi dove siete?” “al mare, oggi siamo stati tutto il giorno in spiaggia a Punta del Este!!!).
Ah, sai che quell’atlante che hai messo in foto, proprio la stessa edizione, è stato il regalo per i miei 5 anni (lo avevo preteso…ero particolare già da bambino…ma d’altronde con certi genitori cosa poteva venire fuori?).
Un saluto ^_^
Ciao Alessio!
Da due genitori così non poteva che venire fuori un perfetto Ramingo Dentro! 😀
Che forti i tuoi! Da Valona, poi, io che ho vissuto in Albania per tre anni posso dire che è bellissima e quindi hanno fatto bene a scegliere questa meta insolita. Sono originali! Un abbraccio!
No no, Io stavo a Valona…loro stavano in Uruguay (te l’ho detto che loro sono peggio di me :-p)
Ah, tu stavi a Valona, ah ah!! 😀
era da un po’ di giorni che volevo leggere questo post, sono sempre di corsa ultimamente, e finalmente ci sono riuscita 🙂
Bellissimo, scritto benissimo, e la tua mamma mi ricorda tanto la mia. Un po’ preoccupata per il mio essere vagabonda ed un po’ fuori dagli schemi, ma altrettanto fiera per la mia indipendenza – e probabilmente, se avesse 30 anni oggi, anche lei sarebbe così.
Un giorno mi sprona ad andare a vivere in Inghilterra, il giorno dopo si lamenta perché vado a trovarla solo la domenica… e poi quel sesto senso micidiale! Riesce sempre ad intuire cosa sta bollendo in pentola, con tanto di particolari che non riesco a capire come faccia ad indovinare, dato che magari del tipo (o del progetto) del momento io mica gliene parlo… sono maghe queste mamme!
Quello della cartina invece da me è mio papà: lui ha sempre avuto la fissa delle mappe e quindi ne ha sempre una dettagliata da sfoderare per seguire i miei spostamenti.
Ah, e poi volevo dirti che ti ho nominata per il Very Inspiring Blogger Award 😀 Non so se ti faccia piacere partecipare, io mi sono divertita a farlo e ti ho pensata 😉
E’ sempre un gran piacere leggerti!!
http://it-blackcatsouvenirs.blogspot.it/2015/02/very-inspiring-blogger-award-e-7-delle.html
Ciao Serena, grazie!
Allora non è solo la mia ad avere questo sensto senso incredibile, per i progetti e (soprattutto, almeno la mia) per gli uomini! 😀
Grazie di cuore per avermi nominata ai Blogger Awards! <3 Avevo già letto ieri sera ma ero dal tablet e aspettavo di risponderti oggi sul blog (fatto). Sono onorata.
Avevo già scritto il mio post qui https://www.toohappytobehomesick.com/the-very-inspiring-blogger-award-7-curiosita-mai-rivelate-su-di-me/ – ma allora non ti conoscevo ancora. Un abbraccio!
uh, corro subito a leggerlo allora 😀
Ti ho scoperta da poco, sei troppo forte. Mi sono ritrovata parzialmente in questo post e mi sono commossa. Hai nella scrittura un ritmo che mi piace.
Ciao Ami!
Sono felice che tu sia arrivata fin qua, e che ti piaccia la mia scrittura. Felice di conoscerti!
[…] post mi ha emozionata, tanto. e rendersi conto che certe esperienze e addirittura oggetti -l’atlante è lo stesso […]
Eli mi hai fatta quasi piangere, tu conosci bene il perchè….sei grande e tua madre pure!!! Ti voglio bene come se ti conoscessi da sempre un caro abbraccio…e a proposito sono già tornata, ma solo col corpo 😛
Grazie Laura, bentornata a casa!! Si torna sempre solo col corpo, la mente torna (se torna) solo dopo mesi. E intanto avrai già programmato la tua prossima partenza. Restiamo in contatto!
per ora niente programmi perchè prima mi voglio dedicare alla famiglia, però idee quelle sempre 😉 certo che restiamo in contatto, io sono in contatto con te anche quando non ci scriviamo, perchè ti sento vicina col cuore. Grande amica mia!!!
[…] resa conto che non potevo più scriverlo. Perché mia mamma non è mai stata poetica o malinconica. Mia mamma è ruvida, e ha un senso dell’umorismo che si tramanda da generazioni. Questo articolo non potrà […]
Questo post è molto profondo e l’ho letto con piacere. Tra pochi giorni affronterò il mio primo spostamento da sola (Italia per Italia, eh) e vuoi che sono il tipo un po’ ansioso, che deve sempre avere tutto sotto controllo, vuoi che è la prima volta, sono in agitazione. Eppure, sognavo da tempo di spostarmi da sola – solitamente viaggio con amici e/o fidanzato – e per me significa la rottura del ghiaccio. Mia madre è moderatamente apprensiva con me, per ragioni che non sto qui ad elencare – ma a 29 anni non può di certo proibirmi di spostarmi. Eppure, ho visto un’espressione nei suoi, quando le ho comunicato il mio progetto, che diceva assieme tutta la sua consapevolezza di non potermi fermare e l’impulso a trattenermi – non è riuscita a risparmiarsi le solite raccomandazioni molto ovvie. Le ho detto che lei alla mia età aveva già me, una figlia per cui ha lottato tanto: la testa mi ha dato ragione, il suo cuore diceva ” ma tu sei sempre la mia bambina!”. Buona serata a tutti!
Ciao Bruna!
Chissà come starà andando il tuo spostamento? Rompere il ghiaccio è sempre difficile, ma poi è libertà.
Povera tua mamma, che come tutte le mamme del mondo, ha il cuore che dice una cosa, e la testa che ne urla un’altra. Ci vogliono molto bene, è per questo!
Un abbraccio grande e buona serata anche a te!
Che bello, questo post fa emozionare!
Dolce e vero, proprio come l’amore delle nostre mamme…
brava, come sempre!
Stefania
Grazie Stefania! 🙂 Un abbraccio grande.
Complimenti: stile scorrevole,emozionante,piacevole da leggere!!!
Grazie Susanna! 🙂 Un abbraccio
Che cara la tua mamma Eli! La mia ha finalmente deciso di imparare a usare internet: mi fa sorridere quando mi dice: ‘ho visto dove sei’ (sembra un’agente della CIA). Chi usa l’atlante sgualcito invece è il nonno, che ha quasi 90 anni: è un mio vecchio atlante delle elementari, mi sa che c’è ancora l’URSS! 🙂
E’ bello sapere che, almeno un pochino, riusciamo a far viaggiare con noi le persone a cui vogliamo bene. E dovrebbero esserci più post come questi a ricordarlo! Un abbraccio!
Ah ah Cris anche la mia è un’agente della CIA!! Sono tremende e simpaticissime. Riguardo a internet e computer, però, fa impazzire tutti perché non si ricorda da una volta all’altra come si fa a navigare: l’ho dovuta pure chiamare dall’Oman per guidarla passo passo a. .. stampare una mia email! Mitiche. (Anche tuo nonno) 😉
[…] La Mamma di una donna che viaggia. di Eli Sunday Siyabi […]
🙂 accidenti povere mamme! i miei genitori ormai visto che non riescono ad ostacolarmi mi mandano in avanscoperta per poi venirmi a trovare! leggendoti mi rispecchio molto, anche mia madre mi ha sempre detto : “lavora! non farti mantenere da tuo marito! devi essere autonoma!” penso che sotto il dolore si sentirci andare via ogni giorno di più, ci sia la fierezza di avere una figlia del mondo.
in bocca al lupo per il prossimo viaggio!
In bocca al lupo anche per i tuoi viaggi, Martina! Anche i miei, ormai, non riescono più ad ostacolarmi, anche se mio papà è ancora lo zoccolo duro della situazione 🙂
[…] in casa, il grembiule e tutto. Mamma mamma, lo so che ti fa male questa mia partenza, di nuovo. Mamma, come vorrei non essere così. Eppure io sono questa, come faccio a essere un’altra? Scusami […]
Mi commuove pensare alla mia mamma, che è tanto forte eppure tanto sensibile. Che mi ha sempre lasciata andare, fin da quando ho voluto andare a Firenze a studiare e mi sono allontanata di 300 km dal paesello, ma che credo si sia un po’ pentita di averlo fatto.
Penso a lei, che vorrebbe finire i suoi giorni accanto ai figli, e alla lontananza che ci separa… E temo di non poter un giorno essere lì quando ha bisogno di me. Perché i figli è giusto che vadano, ma poi dovrebbero tornare, come segno di gratitudine per la vita che i genitori in un modo o nell’altro hanno dato loro.
Ciao Carmen!
Anch’io mi commuovo tanto ogni volta che penso a mia mamma, distante tanti chilomentri da me. Non è sola, c’è mio papà, c’è mia sorella, ma c’è sempre un pezzo del suo cuore che non è lontano. Sì, i figli dovrebbero tornare, e infatti lo facciamo ogni tanto, e in quei momenti tocca a noi far sentire loro tutto il nostro amore, la gratitudine, e il calore che non riusciamo a infondere loro la lontano.