Osservando com’è andata la mia vita finora, tutti i paesi in cui ho vissuto, le esperienze che ho fatto, i pasticci in cui mi sono messa, i lavori che ho preso e lasciato e i cuori che ho spezzato e che hanno spezzato me, rifarei tutto. Non ho mai avuto paura di amare, di qualunque razza o colore o estrazione sociale fosse l’altra persona, perché ho sempre guardato altro. È l’anima che mi interessa.

Persa da qualche parte in Oman
Negli anni Novanta mi ritrovai il libro “Vivere, Amare, Capirsi” di Leo Buscaglia tra le mani, e, come tutte le cose che (non) accadono per caso, mi cambiò la vita. L’autore affermava:
“Vivere significa buttarsi con coraggio. Il cambiamento e il progresso vengono solo quando siete disposti a rischiare, a fare esperimenti con la vostra vita. Lasciarsi sfuggire l’amore è lasciarsi sfuggire la vita.”
Chiusi il libro e decisi che avrei fatto solo e sempre ciò che il cuore mi avrebbe detto di fare. Quel libro mi segue ovunque in tutto il mondo, ovunque vada quelle sottolineature di mille colori sono sempre con me. Perché è facile perdersi d’animo e voler tornare indietro quando tutto diventa difficile, ci vuole una solida motivazione, e quando ci perdiamo per strada, il libro che ci ha motivato a partire deve sempre essere lì pronto per essere aperto. Aperto a ricordarci chi siamo e cosa volevamo quando abbiamo chiuso quella valigia e la porta di casa per sempre.
Decisi che non avrei guardato in faccia nessuno – lo potevo fare perché ero libera, non avevo problemi in famiglia né di salute; nessun impedimento se non me stessa.
Ho sempre fatto in modo che le mie paure non intaccassero le scelte che il mio cuore voleva fare. Non è stato difficile: di indole sono un’avventuriera, nessuno mi ha mai fermata. Chi ha cercato di bloccarmi dicendomi che dovevo farmi una famiglia, che avrebbe lavorato lui e io sarei stata a casa a far crescere i bambini, chi mi diceva che non potevo andare in Cambogia a fare volontariato perché dovevo andare a vivere con lui, chi ha cercato di farmi tornare indietro nella mia scelta di dare le dimissioni dalla scuola pubblica perché “dovevo mettere la testa a posto”. Non ho ascoltato nessuno. Mai.
Perché io la testa a posto ce l’avevo già: la mia testa è sempre stata dove doveva essere, vicino al cuore, vicino a ciò che mi faceva vibrare.
Anche chi non si può spostare, chi non desidera mollare tutto e partire, può trovare – o ritrovare, casomai si fosse perso – un senso, una passione, un talento che, riscoprendolo, lo farà vibrare di nuovo di vita.
In questi giorni una persona mi ha chiamata vita. Mi manda un messaggio vocale e: “Ciao, vita! Come stai?”.
Alla mia richiesta di una spiegazione, mi ha risposto che vede la felicità nei miei occhi. Che sono vita. Incredibile, vero? Dopo tutto ciò che ho passato, nessuno è riuscito a togliermi la vita dagli occhi. Ho un occhio che vede annebbiato a causa dello stress, ma nonostante tutto c’è vita. Come un fiore nel deserto, come un tenero germoglio tra due rocce.
Non lasciate che niente e nessuno vi tolga la vita. La felicità. La gioia di vivere. E se per caso, leggendo queste righe, vi accorgete che l’avete persa per strada, non cercate di tornare indietro: potete solo andare avanti.
Essersi persi è un buon punto da cui ripartire. L’anima è la vostra guida.
Non sprecate quei talenti.
8 Comments
Ely, ma quanta bellezza nelle tue parole.
Ciao, vita! Ciao ragazza dagli occhi luminosi! ❤️
Ciao Irene,
grazie di cuore per le tue parole!
Vita, tanta vita anche a te! 🙂
Bellissima testimonianza Eli! Quelli che ti conosciamo almeno un pochino 😉 sappiamo bene che non sei una persona che si sofferma alla superfice delle persone, cose, fatti o paesi. Cerchi di andare più in fondo, avvolte fino ‘a fondò’ prima di decidere se restare o ‘togliere la polvere dalle tue scarpe’ e andartene. Sempre comunque cerci di viverlo come una esperienza di vita bene o male che vada. Ti amo per questo, spiegherò un po’ perché… una mia piccola testimonianza se possiamo chiamarla così …
Ci siamo conosciute ad un meeting delle sorelle Salesiane. Lì ho ascolto la tua testimonianza dell’anno di volontariato che hai fatto tramite loro in Cambodia. Inutile dire che il tuo racconto ci ha appassionato tutti, e siccome stavo preparando la mia partenza per Cambodia ci siamo scambiate i contatti. Un paio di mesi dopo ti ho invitata a passare un weekend da me, e tu entusiasta sei venuta. Un po’ per colpa mia, che non mi sono organizzata bene (l’ho ammetto adesso qui a vista di tutti che quando abbiamo scelto la data mi e completamente sfuggito di mente che era anche il weekend della festa del compleanno della mia mamma) e un po’ per il tempo che e stato proprio brutto, diciamolo, e stata una visita un po’ sfortunata. Ero come distratta in quei mesi e avvolte ancora adesso mi sento in colpa. Comunque ne abbiamo parlato un pochino ed e finita lì, però tu non me l’hai mai rinfacciato, né mi hai cancellato o me ne hai fatto una colpa. Siamo rimaste sempre in contatto e passando gli anni ci siamo affezionate e se anche non ci sentiamo cosi spesso, ci pensiamo sempre. Lascia che ti ringrazia cosi, a modo mio, per tutti questi anni che le nostre strade di viaggi e vita si sono incrociate e divise e incrociate di nuovo tante volte. Ti mando un grande abbraccio, ti auguro tutto il bene e spero che ci incontriamo presto per un update molto lungo. Tanti baci!
Oh Mojca, queste tue parole mi hanno lasciata senza parole. Mi hanno emozionata e mi hanno fatto scendere una lacrima, e da questa lacrima ti sto scrivendo. Ti ringrazio di cuore per aver trovato il tempo per dirmi queste parole che mi fanno capire ancora una volta come l’amicizia va al di là della distanza geografica, dei silenzi, degli appuntamenti presi e poi persi e poi presi ancora, delle rispettive vite che vanno avanti sapendo che siamo sempre supportate – anche quando non lo sappiamo.
Per me quel weekend a casa tua era stato bellissimo, anche se faceva brutto, anche se eri dovuta assentarti per un po’.
Avevo il mio libro, quel libro che mi cambiò la vita, “Mollo tutto – e faccio solo quello che mi pare”, che avevo iniziato in treno e finito a casa tua quando ero da sola. Ma non ero sola: il nostro scambio di idee e di progetti era stato bellissimo e arricchente, così come lo è stato fino ad oggi.
“Anche non ci sentiamo cosi spesso, ci pensiamo sempre”, hai scritto, ed è la verità. Ti abbraccio forte anch’io, sicura che non solo ci sentiremo presto, ma anche che ci vedremo, in Australia o in Cambogia o in Italia chissà.
Tutto avviene quando deve avvenire.
Ti stringo forte!
Eli carissima! Adesso la lacrima l’hai fatta scendere tu a me! Oh Dio che emozione! Abbi cura di te mi raccomando e si, ci vedremo presto da qualche parte del questo nostro bellissimo pianeta… Vorrei tanto che tu mi facessi da guida su e giù tra le bellezze dell’Oman! Quindi… non si sa mai… Speriamo almeno che questo Coronavirus si decida presto a sparire. Un abbraccio forte 😉
Buongiorno Mojca,
sarebbe bellissimo per me poterti accompagnare alla scoperta dell’Oman. Ti aspetto quando tutto sarà finito, e chi lo sa che non sia io a venire in Australia a trovarti prima o poi 😉 Un abbraccio grande dal mio ritiro (forzato) a Salalah!
Ciao Elisabeth,
Condivido appieno le tue parole!
Anche io amo viaggiare e sono un’avventuriera di indole. Nella mia vita ho sempre cercato di lasciarmi trasportare dal cuore e proprio quando l’ho ascoltato e raccolto il coraggio necessario ad assecondarlo ho vissuto i momenti più intensi.
Ripercorrendo la mia storia devo dire infatti che le scelte migliori sono state quelle “avventate”: farmi tre mesi di Transiberiana quando le persone mi guardavano come un’incosciente, trasferirmi a Petra, in Giordania, nonostante tutto e tutti, partire per l’Iran da sola facendo Couchsurfing sfidando il pensiero comune che fosse un paese tremendamente pericoloso (tu che ci sei stata sai bene quanto questa frase sia priva di fondamento). Le esperienze più vibranti risiedono lì, in quei ricordi proprio perché, come sostieni tu, la vita va vissuta con passione
Ciao Cristina,
sono d’accordo: le avventure meno usuali sono sempre le migliori. Anch’io ho fatto couchsurfing in Iran – una delle tre esperienze è stata un po’ strana, ma rifarei tutto perché mi sono portata a casa esperienze che mi hanno formata e cambiata. Sì, la vita va vissuta con passione. Un abbraccio in attesa di poter tornare a viaggiare.