“La felicità. Da sempre l’uomo cerca di ottenerla: chi accumulando ricchezze, chi circondandosi di amore, e chi abbandonando tutto e abbracciando la solitudine. Ma che cos’è realmente la felicità?
Secondo l’enciclopedia Treccani, sarebbe “Lo stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”. Una definizione interessante ma un po’ astratta. Ma concretamente, di cosa si tratta? E per te, cos’è la felicità?”
Queste sono alcune parole tratte dal video trailer che trovate a inizio articolo, di Giuseppe Bertuccio D’Angelo, un sognatore romantico ventinovenne di Milano ma di origini siciliane, che ha sempre cercato di vivere una vita avventurosa, degna di essere raccontata. L’ho scoperto per caso e ho iniziato a seguire le sue stories che mi mettono sempre di buonumore, ed oggi seguo il suo viaggio e i suoi video con passione. Qualche mese fa ha intrapreso un viaggio per scoprire tutti gli ingredienti della felicità. Volevo saperne di più e così l’altro giorno l’ho intervistato mentre si trovava in uno Starbucks in Cina, per scoprire che dietro Progetto Happiness c’è un ragazzo sensibile, intelligente, umile e avventuroso.
Se avete bisogno di una spinta per inseguire un sogno, questa è l’intervista che fa per voi.

Giuseppe, raccontami chi sei
Io non sono un reporter, non sono un videomaker, non sono niente, sono solo un ragazzo troppo curioso del mondo per stare in un ufficio. In un ufficio però ci sono stato soltanto per risparmiare un po’ di soldi e partire, perché avevo in mente questo progetto da tanto tempo.
A 23 anni ho fatto il giro del mondo; studiavo marketing a Milano e ho anche lavorato per poter realizzare il mio sogno. Ho visitato gli Emirati Arabi, la Turchia, sono stato tre mesi in India, poi Thailandia, Cambogia, Laos, Vietnam, Malesia, Indonesia, Australia, Giappone, Alaska, tutti gli Stati Uniti e da New York sono volato in Israele e da lì sono tornato a casa.
Ho speso circa 14.000 euro ed è stato un viaggio a budget super ridotto per poter vedere più paesi possibili. L’Alaska era carissima ma grazie a una conoscenza tramite Couchsurfing ho conosciuto una famiglia che mi ha fatto lavorare in una fattoria.
In India ho fatto una bellissima esperienza di Meditazione Vipassana a Kolkata, e in una comunità in cui si cerca di vivere in pace e armonia al di là del credo di ognuno, Auroville, in cui piantavamo alberi e ho fatto un’esperienza unica.
Quando poi sono tornato in Italia ero convinto che avrei avuto la fila di persone che avrebbero voluto assumermi perché avevo fatto un’esperienza che pochi fanno; invece non mi ha considerato nessuno. Sono così andato a Barcellona, dove ho fatto il barista, il cameriere, finché non sono stato assunto da una azienda. Il mio sogno, però, era sempre stato quello di realizzare un documentario, così, insieme a un mio amico che fa video, abbiamo pensato che avrei potuto documentare il mio percorso per affrontare una gara Ironman.

L’esperienza Ironman
L’Ironman è il percorso di Triathlon più difficile al mondo: sono 3.8 Km di nuoto, 180 km di bicicletta e 42 km di corsa, tutto di seguito senza pause, e hai 18 ore per finirlo. Se ce la fai diventi un Ironman. Io ho voluto farlo allenandomi da zero, in un anno, anche se in realtà per preparati a diventare un Ironman ci metti degli anni. Per partire proprio da zero, per sei mesi ho mangiato male e non ho fatto alcuno sport. A Barcellona ho messo insieme un team di tre volontari che mi hanno aiutato a raggiungere il mio obiettivo in 365 giorni: un allenatore, un nutrizionista e un fisioterapista. Il mio amico, da Roma, montava i video che gli mandavo.
Dopo un anno esatto ho affrontato la gara Ironman, ce l’ho fatta ed è stato durissimo ma meraviglioso, perché in vita mia non avevo mai corso, non ero mai andato in bicicletta e non avevo mai nuotato.
Io ero sempre stato anti-social, ma lì ho conosciuto il potere di ispirare le persone proprio grazie ai social media; avevo infatti ricevuto tanti messaggi da ragazzi che mi dicevano che li ispiravo a diventare persone migliori, che erano in sovrappeso e vedevano che, con l’allenamento, avrebbero potuto fare qualcosa anche loro. Ho capito quindi che i social media possono essere sfruttati per fare qualcosa non solo per me, ma anche per gli altri. Ho compreso l’importanza di condividere.
Poiché allenarsi per il triathlon Ironman è anche fare un allenamento mentale, mi è nato il desiderio di fare un progetto più spirituale. Così, man mano che lavorando guadagnavo di più, ho iniziato anche a risparmiare di più: avere un sogno ti aiuta a fare tutti i sacrifici per raggiungerlo.

Cos’è Progetto Happiness?
Il Progetto Happiness è un progetto che mi sta portando a viaggiare in giro per il mondo, per intervistare personaggi comici, tribù e uomini e donne con storie straordinarie, per scoprire la loro concezione di felicità, il loro segreto, cosa fanno per raggiungerla. L’obiettivo è quello di creare una formula di felicità mettendo insieme le risposte alle domande, che sono sempre le stesse dieci per tutti:
1. Qual è la cosa più preziosa che possiedi?
2. Quali pensi che siano le 3 cose più belle del mondo?
3. Puoi dare un solo consiglio a te stesso di 10 anni fa: cosa gli diresti?
4. Di cosa hai più paura?
5. Qual è l’evento che ha cambiato la tua vita?
6. Cosa significa per te morire?
7. Qual è il tuo primo pensiero quando ti svegli?
8. Qual è quella piccola cosa che ti fa sempre sorridere?
9. Che profumo ha per te la felicità?
10. Qual è la tua ricetta della felicità?
E’ stato interessante finora vedere come persone di culture e ceti sociali diversi rispondono sempre in maniera completamente diversa l’una dall’altra.

Nella valle dell’Hunza, Pakistan, dove le persone vivono fino a 130 anni
Come hai fatto a intervistare Kabir Bedi? (invidia)
Il segreto è chiedere – chiedere – chiedere.
Io chiedo sempre alle persone se hanno qualcuno da consigliarmi, se conoscono qualcuno che vive una vita speciale. In India seguivo su Instagram una ragazza che a Mumbai conosceva tantissime persone, così le ho chiesto un consiglio e, tra i nomi che mi ha fatto, è anche spuntato quello di Kabir Bedi, da noi conosciuto come l’interprete della serie televisiva Sandokan.
Lui non rispondeva però al mio messaggio, io avevo ancora poco tempo e lei mi disse “Guarda, intervista altre persone poi vediamo”. Ma io mi ero messo in testa che volevo intervistare lui e non le altre persone da lei suggerite, così ho aspettato e sono stato premiato. Kabir Bedi è una persona disponibile e molto gentile, abbiamo cenato insieme e siamo anche andati a una festa.
Sentite che voce! E che classe!
Da dove sei partito col Progetto Happiness?
Sono partito dalla Svizzera, dove ho intervistato un ragazzo con una storia incredibile: è la prima persona a essere tornata a camminare dopo un grave incidente che l’ha lasciato paralizzato alla schiena, paraplegico. Grazie a un intervento super innovativo è tornato a camminare con un chip nella schiena.

Poi sono andato in Palestina, dove ho intervistato un ragazzo che vuole partecipare alle olimpiadi di Tokyo – sarà molto difficile -, e in Libano sono stato in un campo per rifugiati siriani. In Kuwait ho intervistato l’unico atleta medaglia d’oro del Kuwait vinta nel tiro al piattello.

Con Fehaid Al-Deehani. Kuwait
In Pakistan ho intervistato, tra gli altri, la famiglia di un ragazzo che ha salvato 2000 ragazzi di una scuola; in India ho intervistato anche alcuni intoccabili.
In questo momento mi trovo in Cina.

La felicità secondo gli intoccabili in India
Avevi deciso chi intervistare prima di partire, o hai scelto cammin facendo?
Io ho fatto una lista di persone lunghissima prima di partire; per esempio in India ho una lista di 45 persone, ma di solito l’80% delle persone non mi risponde. Del rimanente 20% devo trovarne almeno tre da intervistare.
Quanto durerà il progetto?
Mi sono dato 365 giorni di tempo per portare a termine il Progetto Happiness. Sono partito il 15 settembre di quest’anno, che è stato il giorno del mio ventinovesimo compleanno (è della Vergine come me e non mi stupisce – NdR), e tornerò il 15 settembre 2020, giorno in cui compirò 30 anni.

Con l’Imam Quari Tayyab Qureshi a Peshawar, Pakistan
Dove andrai dopo la Cina?
Andrò in Corea del Nord, poi a Hong Kong, in Indonesia, Australia, Giappone, Stati Uniti, Sudamerica, Africa e infine tornerò in Italia.
Il Pakistan è un paese pericoloso?
Sono stato in un posto non turistico ed ho avuto un po’ di paura, ma ho notato che il Pakistan è il paese con la popolazione più gentile, cordiale e generosa che abbia mai conosciuto.

Dalle sue stories su Facebook e Instagram quando era in Pakistan
Un aneddoto interessante di questi giorni?
Quando ero in Kuwait volevo intervistare una persona molto ricca. Grazie a un ragazzo italiano che vive lì da tanto sono stato invitato a casa del nipote dell’Emiro del Kuwait, ed è stata un’esperienza incredibile.
Loro hanno la “divanìa”, una stanza enorme fuori dalla casa, come una enorme sala giochi con uno schermo grandissimo e tutti gli svaghi che un ragazzo può avere, con la servitù e tutto. Una volta alla settimana si incontra con gli amici in questa stanza sfarzosa e, quando l’ho vista, sono rimasto senza parole, soprattutto nel vedere la sua collezione di automobili.
Quando gli ho chiesto qual era la cosa che lo rendeva più felice, lui ha risposto, come tanti altri, e nonostante tutte le cose materiali che possiede, la famiglia.
Cos’è la felicità per te?
Quando ti ho detto che alla fine di questa ricerca vorrei trovare la formula della felicità, ho sorriso perché fin da subito mi è sembrato chiaro che la formula della felicità non so se la troverò. Perché sono le piccole cose di tutti i giorni, e il segreto è rendersene conto, e apprezzarle, dare loro il giusto valore.
Personalmente è difficile perché voglio sempre di più, cerco sempre lo step successivo, perdendo forse di vista ciò che ho e ho già fatto. Sto quindi facendo un allenamento ancora più difficile dell’Ironman nel compiere questa ricerca.
Svegliarti e renderti conto di tutto quello che hai, e che sei ancora vivo, per me è il segreto della felicità.
Puoi seguire Giuseppe su YouTube, Facebook, Instagram e sul suo Blog

Un momento dell’intervista 😀
4 Comments
Sono contenta di avere fatto da madrina a questo incontro. Giuseppe ha una carica straordinaria, gli auguro il meglio nel suo viaggio.
Grazie per avermelo fatto conoscere! Sì, ha una carica positiva, una bella luce che sono sicura stia portando in ogni incontro che fa in giro per i mondo.
Buona domenica!
Che bella persona! Grazie per avercene parlato. Seguirò il suo viaggio.
Ciao Speranza, sì, è davvero un ragazzo in gamba!
Buona domenica