Decidere di mollare tutto non è mai facile, anche se ti trasferisci a meno di due ore d’aereo da casa. Ma quando lo si fa diverse volte nel giro di pochi anni, beh sicuramente è più semplice comprare un biglietto di sola andata e arrivare in una città dove non si conosce nessuno, piuttosto che adattarsi ad un luogo che in qualche modo non ti appartiene più.
In poche parole, questo è quello che è successo a me in questi ultimi anni.
Di one way tickets ne ho acquistati un bel po’, segno che non ce la faccio proprio a stare fermo in una sola città per troppo tempo. La sensazione di arrivare in una città che non conosco e lentamente scoprire una nuova nazione e cultura per me è impagabile. Riesco a sentirmi meno straniero in un luogo dove non sono mai stato prima piuttosto che in quello dove sono nato e cresciuto.
Ecco perchè amo ricominciare ogni volta da capo e provare tutte queste sensazioni sulla mia pelle.
Tra le città in cui ho vissuto negli ultimi anni, Londra è stata sicuramente la tappa più importante del mio strano percorso e credo fosse nel mio destino già da diverso tempo. Ricordo come fosse ieri il mio primissimo viaggio all’ombra del Big Ben; avevo 16 anni, e visitare una città così con gli occhi di un sedicenne fa un certo effetto. Qualcosa che ti entra dentro e non ti lascia più per molti anni. Le casette tipiche inglesi, l’odore del cibo a Camden Town, l’accento british incomprensibile, persone di tutte le nazionalità che corrono su e giù da metro e bus e luci, colori, suoni e profumi così vicini ma diversi dall’Italia.
Per molti anni dopo quel viaggio sognavo di camminare per le vie di Camden, bere una pinta in qualche pub di Shoreditch, sdraiarmi sul prato di Hyde Park nelle giornate di sole londinesi. Ci ho messo un po’ a convincermi che dovevo provare sulla mia pelle tutte queste sensazioni e vivere a Londra, almeno per un po’. Non come un turista ma come una persona del posto. Forse però dentro di me sapevo che non sarei più tornato a casa, almeno con la testa.
Non potevo però sapere che la mia vita sarebbe stata stravolta da quella decisione.
Londra mi ha aiutato a crescere e a pensare più velocemente, perchè la vita è una sola e nessuno te la restituisce: fra qualche anno quando guarderai indietro e ti accorgerai che avevi dei sogni nel cassetto, e lì sono rimasti. Mi spiace ma non voglio vivere di rimpianti; al contrario voglio fare tutto quello che mi passa per la testa, giusto o sbagliato che sia.
Perchè gli inglesi hanno una mentalità e un modo di fare lontani anni luce dal nostro. Diverso sicuramente, ma non per forza sbagliato. Quello che ho imparato è che le complicazioni esistono, ma esiste anche un modo per risolvere un problema. Ho scoperto che
Così come imparare una nuova professione.
La cosa più difficile per noi italiani, è convincersi che tutto questo sia veramente possibile.
L’Inghilterra in qualche modo mi ha fatto aprire gli occhi. Londra è stata il mio trampolino di lancio e sono convinto che una città del genere possa essere la tappa ideale per chi vuole veramente cambiare vita.
Ci vuole un piano, non basta dire “voglio andare a fare qualsiasi lavoro”. No, a Londra ci vuole un piano ben preciso altrimenti ci si perde tra annunci di lavoro, pub, lavoretti come camerieri o lavapiatti per mantenersi e ancora pub. Stabilire il proprio obiettivo è fondamentale quando ci si trasferisce in una città come questa, per non tornare a casa dopo qualche mese pensando di aver fallito.
Ho scritto una guida per italiani che vogliono trasferirsi a Londra, dove parlo di tutto questo, con l’obiettivo di aiutare chi per la prima volta deve fare i bagagli e trovare lavoro e casa in un paese straniero.
Tornando alla mia storia, la mia voglia di rimettermi sempre in gioco mi ha fatto lasciare un posto di lavoro fisso a Londra per inseguire l’ennesimo obiettivo fuori dalle righe: vivere e lavorare viaggiando. Ora mi trovo a scrivere questo articolo da un cafè in Thailandia, e fra una settimana volerò per la prima volta nella mia vita in Vietnam. Grazie a Internet posso lavorare ovunque ci sia una connessione wifi e sono diventato ossessionato da questo aspetto quando mi trovo in giro per il mondo.
Il mio percorso è sempre in salita, ma la cosa che più amo è che me lo sono creato io così e non voglio nemmeno che cambi; essere sempre in movimento mi aiuta a non perdere mai di vista il mio obiettivo finale: inseguire sempre i miei sogni e ascoltare il mio istinto, lui sa sempre quello che è più giusto per me!
Potete seguire le mie avventure su GianlucaOrlandi.io e sulla relativa pagina Facebook.
Ciao!
Gianluca

//
“Poche città sanno essere eclettiche, versatili, tentacolari quanto Londra”, avevo scritto un anno fa in un altro articolo. Il Tamigi, la metropolitana (Mind the Gap!), i mercati, la diversità, la street-art. Amo tutto di Londra, anche la Regina 😉
Londra rimane sempre lì, ad accogliermi quando ho bisogno di svagare la mente e immergermi nella vita.
Avete mai pensato di cambiare vita a Londra? O preferite altre mete?
Pensate sia meglio avere un obiettivo preciso, o partire all’avventura, e poi vedere cosa succede?
12 Comments
Londra mi ha fatto venire voglia di tornare a casa a gambe levate. Non fa per me. La vita frenetica, le troppe, troppe, TROPPE persone (1000 nuove ogni settimana!), il costo della vita. Mi rendo conto però che attira moltissime persone e probabilmente guadagnando bene e scegliendo determinate zone si possa vivere bene, ma per quanto mi riguarda l’unica città – nel senso di metropoli- in cui riuscirei a sopravvivere è Sydney, molto molto più slow.
Ciao Ilaria! Io quand’ero più piccola sognavo di trasferirmi a Londra, poi ci sono tornata quest’estate e ho capito che non farebbe più per me. In vacanza per un weekend lungo ci vado volentieri e continua a stupirmi, ma per trasferirmi preferisco anch’io città sempre interessanti ma più tranquille. Non conosco Sydney, che mi dicono essere infatti molto slow.
Credo sia stato il sogno un pò di tutti gli italiani quello di trasferirsi a Londra..
Seguo da un pò la storia di Gianluca ed ha fatto proprio bene!!!!
Sì, credo proprio che tu abbia ragione Elisa 😀
Bella testimonianza. Gianluca ha ragione, noi italiani facciamo molta fatica a credere di poter cambiare vita. Non è un fatto di crisi economica, ma di mentalità. Quando vedo i film americani in cui le persone cambiano lavoro e si spostano di migliaia di chilometri con qualche scatolone di roba al seguito, penso a come sia radicata in noi l’idea di avere il diritto a realizzarci proprio qui, a casa nostra. Non è affatto così, ma è un peccato che spesso siano le vere difficoltà a farcelo scoprire.
Sono d’accordo con te: è una questione di mentalità. C’è anche il fatto che, mentre ad esempio negli Stati Uniti non si fa discriminazione in base all’età, qui in Italia è difficile trovare lavoro a 40 anni. E così si tira avanti con la convinzione che tanto qui in Italia non ci si possa reinventare.
Non sceglierei mai Londra perché odio il clima però x il resto la penso esattamente come Gianluca
Anch’io ho caratterialmente bisogno di un po’ più di caldo e di sole 😉
Caratterialmente è la parola esatta! Emozionalmente aggiungo anche 🙂
Entrambi! Ma se si vive in un posto con poco sole, si può sempre far leva sul riso e il sorriso: come disse Victor Hugo,
“Il riso è il sole che scaccia l’inverno dal volto umano.” 🙂
Wow bellissimo aforisma!
[…] a Londra la scorsa estate con un treno da Shwresbury – dove avevo soggiornato per una decina di […]