Prima di prendere questa aspettativa, 7 mesi fa, ero piena di timori:
E se poi va male?
E se finirò tutto i soldi che ho risparmiato e dovrò tornare a casa dopo pochi mesi con la coda tra le gambe?
Riuscirò a sopportare la solitudine e l’incertezza, l’incognita e il rischio?
Se avrò il coraggio di scrivere ciò che penso in un blog, ci sarà qualcuno che mi leggerà, a parte mia sorella, mia mamma e il gatto?
Ma cosa diranno gli altri di me? Che mi manca una rotella, che non sono normale perchè NON SONO COME TUTTE LE ALTRE BRAVE RAGAZZE CHE SI SPOSANO – PROLIFICANO – BENEDICONO IL LORO POSTO FISSO – SI ACCONTENTANO DI UNA VACANZA ALL’ANNO SE VA BENE, E RINGRAZIA?
Riuscirò a dire ai miei genitori che no, io così non sono felice, non è che non vi voglio bene ma ho deciso di essere me stessa, e quindi parto?
Accetteranno una figlia con la valigia sempre in mano (ma felice), o preferiranno la brava maestrina di paese che però sta sempre male, ha il viso spento e si limita a sognare la libertà anzichè inseguirla?
Perchè gli altri si accontentano e io invece no?
E’ così sbagliato ribellarsi a dover vivere una vita che gli altri si aspettano da me, piuttosto che SCEGLIERE di vivere la vita che voglio IO?
Troverò mai il lavoro che va bene per me?
Se imboccherò il sentiero sbagliato, con che faccia poi lo dirò a tutti quelli che mi risponderanno “Te l’avevo detto”?
Perchè mi sto sentendo in colpa ad avere un sogno e voler realizzarlo?
Queste sono state le mie paure per un anno di fila, un anno pieno di incertezze, anche se dentro di me la risposta già la sapevo. E’ più facile dar retta alle paure, e così si finisce sempre per fare la cosa sbagliata per noi, per educazione e condizionamenti familiari, e la nostra felicità va a farsi benedire. Certo, è più semplice indossare maschere, non rischiare in prima persona, non mettersi mai in gioco. Il rischio però è quello di svegliarsi a quarant’anni e dire: “Ma che vita sto facendo?”.
Prima che sia troppo tardi (Alzheimer, Parkinson, ictus, matrimoni, bambini, mutui), ascoltiamo quella voce che da tempo sta tentando di dirci una cosa sola:
Buttati e metti in moto il tuo destino: LA FELICITA’ NON PUO’ ATTENDERE.
Poichè conosco i miei polli, so che vi starete chiedendo “Bene, ma com’è andata a te, che ti sei buttata?”. E’ andata così: Non sono morta di fame. Non sto dormendo sotto un ponte. Non ho (ancora) finito tutti i soldi. C’è qualcun altro che mi sta leggendo oltre a mia sorella e il gatto (mia mamma si è già stufata). I miei genitori mi parlano ancora (mio padre non troppo, ma si sta sciogliendo). Ho trovato più di un lavoro.
La prossima volta vi racconto come ho messo in moto il mio, di destino: se state ancora leggendo questo articolo, vuol dire che, in fondo, avete bisogno di qualcuno che vi dia un calcio nel sedere.
E voi, vi riconoscete in queste paure? Cosa temete di più nel prendere QUELLA decisione che vi cambierebbe la vita? Uscite allo scoperto, approfittate di questo spazio e dite la vostra: il vostro pensiero potrebbe fare la differenza per qualcuno là fuori che ci sta leggendo.
60 Comments
Mi trovi perfettamente d’accordo. Per fare la valigia aspetto solo che da me si decidano a dare l’aspettativa, nel frattempo mi limito alle vacanze zaino in spalla.
Bene, testa la strada da backpacker e poi buttati nell’aspettativa e non pensarci più 🙂
Elisabeth hai tutto il mio appoggio virtuale!! Condivido la scelta di realizzare il tuo “sogno” e mi sa che ci stai riuscendo! Brava
Anche gli appoggi virtuali servono a tener alta la motivazione: grazie! La strada è ancora lunga e pure tortuosa, ma non mollo. Comunque, qui si cerca sempre di prendere la strada in salita, senò che gusto c’è?
io ho convinto anche mia madre adesso siamo tutte e due libere di viaggiare da novembre abbiamo deciso di fare avanti indietro con l’italia perchè abbiamo ancora un nonno anziano e un cane ma siamo intanzionate a trasferirci a muscat perchè oltre ad essere affadcinante è anche più comodo per viaggiare in oriente e africa per cui vai avanti così perchè di depresse ed insoddisfattte ce ne sono davvero troppe
Che bel progetto! Brave! Muscat è davvero una comoda base per spostarsi nell’area. E così la comunità di espatriati a Muscat si espande, bene bene… Chissà se le nostre strade si incroceranno per un breve tratto? Fammi assolutamente sapere quando approderai in Oman! Concordo: cominciamo ad alleggerire la (purtroppo) cospicua massa di gente insoddisfatta, qualcuno deve pur cominciare. Ps. Di cosa ti occupi nella vita?
Per un attimo, pur essendo d’accordo con te, farò l’avvocato del diavolo: come si conciliano le nostre scelte con le responsabilità materiali, di sopravvivenza, che capita di avere nella vita verso altre persone, che siano adulti o bambini, e che non è detto possano/vogliano condividere queste scelte? E davvero le nostre scelte sono sempre superiori a tutto, a tutti, è giusto che sia così? Lo dico con grande ammirazione per te, e per tutti quelli che ci sono riusciti, tienici informati 🙂
Zanzana, sì, io sono arrivata alla conclusione che le nostre scelte devono sempre essere superiori a tutto, almeno nel lungo periodo. Non è facile da spiegare in poche righe ma credo che alla fine, nel profondo, profondo veramente, noi siamo liberi di scegliere e se scegliamo in un determinato modo dobbiamo assumerci la responsabilità di dire a noi stessi che non dipendeva da nessun altro se non da noi. Anche nella più assurda delle situazioni abbiamo la possibilità di scelta: società, morale, etica, educazione, tutto entra in gioco ma allo stesso tempo nulla è più forte di noi
Una discussione che si rispetti deve sempre avere almeno un avvocato del diavolo! Dunque: l’articolo è stato scritto da una persona (io) che ha sempre scelto la libertà, e quindi non ha vincoli, se non la fortuna di avere trovato un compagno che la incita a seguire la sua strada: non cerca di cambiarmi perchè gli piaccio come sono, vagabonda. Dalla mia storia personale ho capito questo: quando ci si conforma ai desideri degli altri, se ne esce insoddisfatti, e questo a lungo andare logora non solo noi ma anche chi ci sta intorno, perchè subisce il nostro rancore. Quando si segue la strada giusta per se stessi, ho notato che poi tutti i tasselli si mettono a posto. Magari alcuni pezzi saltano in aria, ma vuol dire che prima o poi sarebbero saltati lo stesso. E’ l’energia positiva che sprigioniamo a fare il miracolo, quella che nasce dalla felicità di fare ciò per cui siamo venuti al mondo. Non ho mai avuto figli (almeno per ora), per cui non posso rispondere sulle responsabilità materiali nei loro confronti, ma è chiaro che scelte radicali con figli a proprio carico vanno ponderate in maniera diversa rispetto alle mie, che non ho responsabilità alcuna. E’ vero, non tutti possono/vogliono condividere le nostre scelte, però, parlando ad esempio di un compagno/a di vita, è meglio quindi sceglierseli con idee e obiettivi simili ai nostri, in modo da non dover penare ogni volta che c’è da compiere una scelta per se stessi. Io sono per l’inseguimento della nostra felicità prima di tutto, e non è egoismo: è che proprio ho provato sulla mia pelle che fare troppi compromessi con la felicità degli altri alla fine fa stare male tutti, noi e quelli che volevamo accontentare.
Uh ragazza, che argomento tocchi!….Io sono in quella fase dove attendo con ansia i primi di Aprile poichè sarò libera a tutti gli effetti per due anni e nello stesso tempo a giorni mi attanaglia un vero terrore, paure ataviche o anche timori più “moderni”. Dipende dai giorni , dall’umore, da cosa mi succede.Ci sono settimane che non vedo letteralmente l’ora e mi sento rinascere alla sola idea, altri giorni che mi domando come potrei resistere anche solo un mese di più in questo ambiente così malsano e allora mi chiedo cosa ho io meno degli altri nel non riuscire a reggere certe imposizioni sociali… mi spavento all’idea di dover magari tornare tra due anni con ancora più consapevolezza e tristezza nel cuore per non avercela fatta. Poi invece ci sono giorni leggeri, allegri che passano così lisci che ti dici che è naturale che le cose vadano così e non potranno non andare bene. Poi altri giorni in cui ci sono incomprensioni con il mio compagno e allora perde significato tutto il progetto in se stesso. Insomma, un gran casino, nn sempre facile, non sempre piacevole che richiede attenzione alta, energia, ottimismo e realismo. Poi leggo di te , di altre persone che sono al di là della staccionata e mi dico che comunque vada sarà un successo.
Patty, mi sento di dirti con sicurezza che non tornerai tra due anni senza avercela fatta. Impossibile. In due anni ti succederà di tutto, rivedrai il tuo nuovo percorso mille volte, lo rimpasterai e rimodellerai a seconda dell’umore e della situazione, e già questo vuol dire crescere e vivere: dunque ce l’avrai fatta già solo per il fatto che avrai avuto il coraggio di provare a inseguire il tuo sogno. Qui nessuno lo sa, ma io sono partita sette mesi fa con l’idea di vivere in Cambogia per un anno. Risultato: dopo 3 settimane ho pensato “Ma chi ci vuole stare in Cambogia?”. E dire che avevo pianificato tutto nei minimi dettagli, per un anno! E così sono partita da zero per un viaggio che mi ha fatto vivere di tutto e di più tra Thailandia, Cina, Myanmar, Vietnam, Malesia, Iran per poi approdare in Oman ( e non è mica finita). Quindi: sarà un successo già solo per tutto ciò che combinerai nel mezzo, che poi è il bello dell’avere un obiettivo: la strada che ci conduce a realizzarlo. Anche se ciò non dovesse mai avvenire.
Che belle parole mi scrivi e che bei commenti leggo !!! Hai proprio centrato un tema “caldo”! Non vorrei ma vi faccio notare che a commentare siamo tutte donne !!! Ti abbraccio forte forte e aspetto impaziente l’inizio della mia nuova vita
Lo notavo giusto ieri… solo donne qui… i casi sono tre: 1. Gli uomini che mi leggono non escono allo scoperto perchè non si fanno problemi: si buttano all’avventura e vada come vada senza tanti pensieri; 2. Gli uomini che mi leggono sono troppo orgogliosi per ammettere di avere timori; 3. Gli uomini non mi leggono 😀
Ah ah ah … o forse tutti e tre i motivi ?! Secondo la mia modestissima opinione la 1 mi sentirei di escluderla…
E io escludo la 3 in quanto so da retweet e email al mio indirizzo personale che anche i ragazzi mi leggono. Allora??
Non temete di uomini ce ne sono (almeno uno); e credo che la 1 e la 2 siano collegate in quanto siamo troppo orgogliosi per ammettere paure ed incertezze, così ci buttiamo nell’avventura sprezzanti di rischi e pericoli. Poi se ci va bene tanto meglio, se no amen.
Evviva, uno è uscito allo scoperto! Richi allora vi va bene, perchè chi si butta sprezzante del rischio è poi colui al quale, alla fine, va bene, come a (quasi) tutti gli incoscienti. E come dici tu, senò amen, ma almeno si prova.
Anche se alcune volte mi è successo che oltre all’amen ho preso parecchie mazzate!!!
Le mazzate sono indispensabili nel percorso, altrimenti non ci sarebbero cambiamento nè crescita!
Questo post mi ha riscaldato la pancia. Sento proprio calore, proprio ora. Ed è la più bella, la più desiderata, la più sognata e temuta sensazione che io possa produrre e che dice: “Oh yes. That’s love.” Tutte quelle domande le conosco così bene e mi ha acceso vederle scritte così, con onestà, da un’altra persona. Siamo proprio uno, nessuno e centomila. E questa è la magia dell’umanità. Perché gli altri si accontentano ed io invece no è un grande ?, ma viene fuori perché per affermare la propria identità ci vuole il coraggio di sentirsi diversi, lo scotto di “non appartenere” ad un mondo conosciuto. Ma i mondi possibili sono tanti quanti siamo noi e i nostri sogni. Lo realizzo e me lo ripeto ogni volta che guardo una mamma, un pittore, un falegname, un cuoco, un operaio, un astrologo, un farmacista, un trapezista…E se il nostro “nome” andasse ancora inventato nel micromondo in cui viviamo? Andare, fare, giocare, essere pionieri. Un grande tassello per me nel grande quadro del sentirsi diversi è il fatto dei figli. Non so se rientrano nel motivo per cui sono qui in questo corpo in questa vita. Però come donna ho un time-out e questo, devo ammettere, mi impensierisce. D’altra parte, non posso prendere una tale decisione che ora non mi calza solo perché c’è effettivamente una scadenza. Ecco, l’ho detto. Mi piacerebbe molto se qualcuno volesse lasciare il suo pensiero, la sua esperienza.
Riguardo al motivo per cui non faccio ora quello che desidero, beh, per quello ci vuole un grappino per dirlo, e di primo mattino non ce la faccio 🙂
Intanto grazie Elisabeth, ed un abbraccio.
Gess quello che hai scritto è bellissimo. Ognuno di noi deve trovare la propria voce, o meglio, farla sentire nel modo più consono alla propria personalità: non possiamo mica chiedere a uno scoiattolo di essere un gatto, no? E che scoiattolo sarebbe? L’imitazione di un gatto. Ma noi vogliamo che lo scoiattolo di comporti da scoiattolo, e il gatto da gatto. Ognuno deve seguire la propria natura. Spiegami un po’, però, la storia della donna che ha un time-out, che non la capisco… Comunque ora sono le 21.24 (e qui è mezzanotte), quindi via col grappino e sfogati, che tanto qui non ti conosce nessuno 😉
sono chimica ma ora ho deciso che farò ciò che il destino mi riserverà magari accompagnare i turisti!!
Sarò in oman a maggio per il matrimonio del mio migliore amico magari ci si vede!
Bella risposta, farò ciò che il destino mi riserverà… E’ difficile che a maggio sia ancora in Oman, però se ci sarò vediamoci! In bocca al lupo
E’ in una giornata così che questo articolo mi riscalda il cuore. Le giornate uggiose che tanto odio, diventano persino romantiche leggendo il tuo articolo. Perchè ogni giorno ho le stesse domande che ti ponevi tu prima di prendere il tuo anno di aspettativa.
Ancora non ho fatto il mio salto verso la felicità, ma ti posso assicurare che anche io ti appoggio virtualmente e approvo il gran coraggio che hai dimostrato! In quanto “il peggio che ci può succedere non è fallire o bruciarsi, ma accettare la noia come status quo” (è una frase tratta da un libro che ho letto ma rispecchia perfettamente ciò che penso).Quindi Brava e continua così! 🙂
Eli continua cosi sorella mia, sei fortunata di sentire e seguire il tuo cuore.
Ti amiro tanto, e ti sto vicina in ogni passo che fai 🙂
Puparica ime e bukur, ti e di qe te dua shume! Edhe une jam gjithmone afer teje… scusa il mio albanese imperfetto, ma tu sai che anche io ti ammiro tantissimo già solo per la forza che hai: sposare un turco e lasciare l’Albania è mica una passeggiata 😉
Franci sai quante domeniche uggiose ho trascorso leggendo articoli ispiratori, libri, blog, autobiografie di donne che ce l’avevano fatta… e la nebbia della provincia di Torino è nata apposta per far uscire tutte le ansie! Ma verrà il giorno in cui chiuderai tutto perchè sarai stufa di leggerle solo, e vorrai aggiungere il tuo nome alla lista di chi ha scelto di essere felice. E di non accettare la noia come status quo (bella!)
Elisabetta mi piace molto questo tuo incitare a buttarsi. La prima volta che mi sono buttata avevo 23 anni e un figlio di 2 e l’ho fatto grazie al sostegno morale di persone come te. Non sempre buttarsi vuol dire partire, ma sempre vuol dire fare uno strappo lacerante e anche doloroso con quello che stiamo facendo e non ci va bene. La maggior parte delle persone che ci circonda non vogliono che tu lo faccia perchè li costringi a guardare in faccia anche la loro realtà. Ma le poche persone che ti appoggiano sono la tua forza vitale mentre fai il salto o lo strappo. E non è detto che durante la vita sia sufficiente farlo una volta, ma sicuramente il primo è il più difficile e doloroso. E non è neanche detto che non metterai mai in discussione quello che hai fatto: oltre alla gioia ti ha creato anche tante difficoltà, ma è la forza di vivere pienamente la propria vita nella gioia e nel dolore, è non essere capaci di sopportare lo stillicidio quotidiano di qualcosa che non ti soddisfa, che non ti fa sognare ne sperare! Un abbraccio
Mary, che poesia quello che hai scritto. Sì, cambiare non vuol dire solo partire fisicamente, ma muoversi da uno stato di apatia (le consuetudini e le sicurezze ipnotizzano anche gli audaci), attraversare quel ponte e quindi prendere il volo verso una vita diversa. Non aggiungo altro perchè il tuo pensiero esprime tutto ciò che penso.
Cara Elisabetta (scusa ma non ho letto i commenti prima, troppo lunghi eh!),
worship change.
🙂
😀
Salve a tte/i, alla fine mi sono decisa a scrivere ankio xke’ fra tti i blogs ke ho letto questo mi piace proprio e mi ci ritrovo parekkio!Nel senso ke ho 38 anni e mi sento “bloccata” senza sapere bene dove sbattere la testa x trovare il mio posto nel mondo…ho da poco kiuso una relazione di 6 anni in cui avevo investito tanto e x cui ho lasciato un lavoro stabile forse un po’ noioso ma ke mi piaceva per ritrovarmi a lavorare solo 5 mesi all’anno in una localita’ balneare ke mi e’ smp piaciuta ma ke offre ben poco d’inverno ad una persona curiosa e dinamica come sono smp stata e questo stato prolungato alla fine mi ha prosciugata e inaridita, privata di stimoli o entusiasmo ke ho smp avuto…..ho prov.a tornare nella citta’ dove lavoravo prima x trovare un’altra occupazione ma sono passati 4 mesi e finora ho solo un lavoretto part time con cui nn potrei certo mantenermi, infatti sono ospite di amici (carisssimi!) ma questa situazione ormai mi pesa parekkio, la mancanza di autonomia e troppo tempo x pensare alle scelte sbagliate e al modo di riprendere in mano la mia vita prima ke sia troppo tardi!!….come la maggior parte di voi continuo a divorare i racconti di italiani all’estero e sogno di trovare ankio il coraggio di espatriare prima o poi ma senza sapere bene come o dove…non ho un’esperienza specifica in un settore ma sono multitasking x cui di positivo c’e’ ke mi adatto facilmente un po’ a tto e tti ma nn sono mai andata neanke in vacanza da sola x cui l’idea di buttarmi andando in un paese straniero alla ricerca della felicita’ da sola mi spaventa parekkio, lo ammetto……..sxo di nn avervi annoiata col mio post e di trovare conforto e stimoli dalle vs risposte ke attendero’ con ansia, grazie!;)
Grazie Sabry per esserti aperta qui: leggendoti, tutti noi troveremo uno spunto di riflessione sulle nostre vite. Dunque: 1. Una relazione si è chiusa -> Una nuova porta si apre. 2. Sei una persona curiosa e dinamica. 3. Hai provato a tornare indietro ma non hai trovato nulla che ti soddisfi (tornare indietro non sempre va bene, meglio andare avanti e intraprendere una nuova strada). 4. Essere ospite comincia a pesarti (ovvio). 5. Vorresti tentare la strada dell’espatrio. 6. Hai tante capacità, sei multitasking. 7. Ti spaventa di buttarti da sola all’avventura. Rileggendoti, si evince che sei pronta per una nuova vita. Hai guardato i siti a lato del mio blog, tipo viviallestero.com? Forse trovi qualche inserzione che ti stimola. In che paese ti piacerebbe provare? E ora la domandona: Sei multitasking, però per iniziare ti dovresti focalizzare su un tuo talento specifico: cosa esattamente sai fare meglio di tutto il resto? In cosa sei meglio utile al mondo, agli altri? Cosa sai fare meglio di tutti quelli che conosci? Cosa contraddistingue Sabrina?
Bella domanda Sunday!!….finora nn sono ancora riuscita a darmi una risposta precisa xke’ ho fatto diversi lavori e mi sono trovata smp a mio agio ma quando mi kiedo cosa vorrei fare veramente nn riesco a trovare una risposta!!….so ke puo’ sembrare strano ke alla mia eta’ nn abbia ancora le idee kiare eppure e’ cosi’….mi piace essere ospitale e sono una persona precisa nell’organizzare le cose x cui nn mi dispiacerebbe lavorare in un B&B o una struttura simile, in un ambiente familiare e easy, x accogliere persone provenienti da diversi paesi e farli sentire a casa, questo credo mi darebbe soddisfazione, soprattutto se fosse un posto al mare!!…..riguardo il paese dove mi piacerebbe farlo penso alla Spagna, le Baleari (Minorca mi e’ rimasta nel cuore!!) o anke il sud America, paesi quindi latini e “caldi”, a contatto con persone open mind come me!;)Daro’ sicuramente un’okkiata al sito ke mi hai consigliato, gia’ ne ho visto qlcuno ma vorrei migliorare il mio spagnolo prima di lanciarmi e infatti sto frequentando un corso….grz x le dritte e l’incitamento, ora ke ti ho trovata continuero’ a seguirti sicuramente!;)Buona vita!
PS. sto anke facendo delle lezioni di baby english ai bimbi delle scule materne e mi piacerebbe anke continuare su questa strada, magari aiutando quelli meno fortunati ma mi pare ke le associazioni richiedano cmq delle figure specifiche da mandare all’estero o sbaglio?….
Non ti preoccupare: io ho scoperto solo un anno fa cosa vorrei fare veramente, e di anni ne ho quaranta 😉 Sì, di solito le ONG cercano figure specifiche per andare all’estero, però potresti fare come feci io anni fa, per cominciare: partire per un periodo di volontariato gratuito, in cui ti diano vitto e alloggio, e metti a disposizione i tuoi talenti a chi ne ha bisogno. Sarebbe un modo per farti l’esperienza che (forse) ti manca, farti conoscere e, nel mentre, capire cosa ti piace davvero.
Ciao, cara Sabrina….ho scoperto il blog di sunday e lo sto divorando 🙂
Leggendo questa conversazione, in particolare, non ho potuto fare a meno di bloccarmi su questo tuo commento: hai descritto praticamente la storia della mia vita, o perlomeno dei miei ultimi anni….abbiamo vissuto la stessa IDENTICA esperienza di relazione, lavoro, sconfitte….L’abbandono di un lavoro sicuro e stabile per portare avanti una relazione altrove (all’estero), l’apertura di un’attività ristorativa in una località balneare che ci dava lavoro (e pochi soldi) solo 5 mesi l’anno, i restanti 7 mesi passati in questa posto minuscolo, sperduto, senza nemmeno un cinema, il mio entusiasmo creativo e la mia genetica curiosità culturale, artistica, vitale, etc…praticamente prosciugati come una pozza d’acqua nel deserto….a tutto cio’, si sono poi aggiunti altri problemi seri su cui non mi dilungo.
Ma non è tutto. Ho cercato di ritornare in Italia (vivo in Piemonte) e dare un nuovo inizio alla mia vita, ma la mancanza di lavoro, l’impossibilità di trovarlo, l’assenza di un’autonomia economica, il vivere di nuovo con i miei da cui dipendo x tutto come quando avevo 15 anni, e un ambiente sociale attorno non certo tra i piu’ vivi, mi ha fatto piombare in una depressione molto seria…vorrei fare tante cose, ma sono sempre al palo. Vorrei ripartire da zero, tornare indietro e rifare tutto il percorso con la luce delle mie nuove consapevolezze, realizzare sogni che mi porto dentro da 10 anni, ma penso che ormai sia troppo tardi e che sono troppo “vecchia” (tra i miei sogni, c’è quello di laurearmi, o meglio proseguire gli studi che avevo interrotto tanto tempo fa, e fare seriamente esperienze anche lunghe di volontariato internazionale).
Spero che questo mio commento non ti abbia annoiato e che possiamo scambiarci, anche con sunday, qualche consiglio. A presto.
M.Luisa
Ciao Maria Luisa! Comprendo bene come ti senti, e anche la confusione che hai in testa in questo momento. Credo tu debba fare chiarezza dentro di te, e poi partire dalla cosa che ti piacerebbe fare sopra tutto il resto. La tua vita finora non è andata come avresti voluto, sei stata sommersa dagli eventi e sei arrivata ad oggi con depressione e insoddisfazione cronica. Ma ne puoi uscire, se lo vuoi. Prima di tutto, cura la depressione. E nel mentre, io fossi in te riprenderei in mano la tua vita partendo dalla laurea non conclusa: sono sicura che, riprendendo il corso di studi che hai interrotto, e finendolo, comincerai a sentirti meglio, avrai qualcosa in mano, ovvero la tua vita. Dici che è uno dei tuoi sogni: comincia da quello!
Poi potrai pensare, in serenità, a un’esperienza di volontariato internazionale. Il volontariato fa bene agli altri quando chi lo fa è sereno; altrimenti si rischia di portare appresso la nostra frustrazione, e si fanno solo danni (esperienza personale di decenni addietro), agli altri e a sè.
Ti consiglio di dare un’occhiata a questo sito: http://www.mindcheats.net/ Lo trovo molto interessante per aiutare chi ha bisogno di chiarirsi le idee e fare il punto della proria vita (chi non ne ha bisogno? 😀 In bocca al lupo, qualunque cosa tu scelga di fare (tutto, tranne che rimanere immobile nell’incertezza).
Nel commento precedente sono stata un po’ scortese x la fretta di mettere giu’ tti i pensieri ke ho in testa….volevo fare i miei complimenti a Sunday x il suo coraggio e la sua forza di volonta’ alla ricerca della felicita’ , sxo di riuscirci ankio presto!!E complimenti anke x i racconti delle esperienze ke stai vivendo, mi fanno ancora sperare di riuscire a prendere il volo prima o poi!Un abbraccio..;)
Grazie Sabry! Anche tu ce la farai, come tutte le persone che si sono rotte e hanno deciso che prima o poi prenderanno il volo 😀
oddio, stavo gia` lacrimando alla fine del tuo video “Cambia vita!”, dopo questo articolo e la foto thechangeblog non riesco neanche piu` a vedere le lettere sulla tastiera!! Grazie di esistere!
Anche a te!!! 😀 Un super abbraccio virtuale da Kuala Lumpur (dove era nato quel video, nda)
Ooooh, abbuffati di cibo alla mia salute!!! I manghi, i frutti della passione, i jackfruit, i dragonfruit, il COCCO, dio, il cocco…quanto mi mancano! E il the tarik, che bbbbuono, accompagnato da un roti canai al formaggio, la mia colazione preferita. ho persino cercato di fare i roti canai qui a casa, ma sono venuti uno schifo rispetto a quelli! 🙁 …che nostalgia terribile!! 🙂
La frutta da queste parti è buonissima, ne mangio continuamente. Come resistere a questi banchetti per strada? Ai sorrisi della gente? Come tornare in Oman dopo la vita e i colori della Malesia? Povera me…
hai realizzato il sogno della MIA vita…… io,purtroppo , senza soldi forse non riuscirò a realizzarlo ma …….
… ma non disperare e prepara un piano che non preveda troppe spese, se puoi, e risparmia al massimo delle tue possibilità. Sempre che ciò sia possibile. Ma dicono che tutto sia possibile, se si vuole, magari si allungano un po’ i tempi. O no?
Per chi ha paura di buttarsi. All’età di 23 anni ho deciso di andare in Nepal da sola e ho cercato di trovare sicurezza nella meticolosa organizzazione del viaggio e affidandomi a un agenzia già provata residente sul posto. Sull’aereo di andata ho conosciuto un italiano e un nepalese, ho lasciato l’agenzia, posticipato la data di rientro e girato con loro i posti dove non sarei mai andata da turista facendo uno dei più bei viaggi della mia vita, tutto semplicemente lasciandomi andare al flusso.delle cose con fiducia. Stessa cosa quando ho lasciato il posto fisso dopo ben 13 anni di rimuginamenti e fegato grosso, sono passati 12 anni e neanche una volta ho avuto un rimpianto, subito dopo mi sono arrivati lavori bellissimi creativi ben pagati, tutto ciò che volevo! Ho seguito le mie emozioni e sensazioni di benessere nella scelte e tutto si è sincronizzato. Oggi invece decido di essere felice indipendentemente da dove mi trovo e dalle persone intorno, apprezzando anche le cose più piccole e insignificanti.
Monica, che bella testimonianza! 1. Quando sul lavoro i momenti bui e di fegato ingrossato superano quelli di gioia, allora credo si debba pensare di dare una bella svolta. 2. Sono convinta che quando si compie una scelta dettati dal desiderio di cambiamento e rinnovo della propria vita perchè non si è felici, le porte giuste poi si aprono come per magia – ma non è magia, è l’energia positiva che emaniamo quando lasciamo qualcosa non in linea con la nostra personalità (hai detto bene, tutto si sincronizza). 3. Credo che passato tanto tempo da una scelta di cambiamento, si possa poi passare ad apprezzare ciò che ci circonda con maggiore tranquillità, indipendentemente dal luogo. Io però sono ancora nella fase di scelta di luoghi e situazioni… Ma capita ovviamente di trovarmi in luoghi e situazioni difficili, e cerco sempre di trovare il bello intorno a me. Ad esempio quando ho lavorato in Cina, tutto era diventato insopportabile, e per sopravvivere cercavo il bello nel fare la spesa quotidina al Carrefour locale (Gialifu), facendomi due sane risate in piena solitudine 🙂
Ciao a tutti/e!Forse ho trov. ankio il modo x realizzare i miei sogni o almeno provarci….si tratta del sito WORKAWAY ke da’ la possibilita’ di viaggiare low cost in tto il mondo in cambio di qlc ora di lavoro nel posto ke ti ospita….ho deciso ke intanto lavorero’ al solito camping quest’estate ( stessa spiaggia stesso mare, uffff..) e poi a settembre vorrei provare ad andare da qlc parte ( mi piacerebbe tanto la Spagna..) e vedere cosa mi aspetta!!…………magari sara’ l’occasione giusta x trov. la mia strada, lo sxo tanto!!
Tengo smp tanto in considerazione i tuoi consigli cmq Sunday e cerco di essere positiva anke in questa fase della mia vita in cui nn ne avrei tanto motivo………un abbraccio!Sabry 74;)
Ciao Sabrina! Che bello vedere che, cercando, poi qualche porta si apre, dopo la stessa spiaggia e stesso mare 😉 Non conoscevo Workaway, dopo lo cerco sul web. Positiva sempre, mi raccomando: anche quando ci sembra che tutto non abbia un senso, il senso lo acquisterà quando spiccherai il volo.
Sì, io sono una di quelle che ha bisogno di un tuo calcio nel sedere. Sono mesi e mesi che penso di prendere su ed andarmene e mi ci rivedo al 100% in quella che era la tua situazione prima di partire: mi manca il sassolino nei reni, ma mi è capitato più di una volta di arrivare a casa e di non respirare (proprio N O N R E S P I R A R E) dal nervoso. Insomma, sono sulla buona strada.
Ho paura. Paura che il mio ragazzo mi dica “ciao, vai”, paura di finire i soldi, paura di non combinare nulla una volta arrivata là. E solo di una cosa sono sicura: non voglio tornare con la coda tra le gambe (piuttosto mi lascio morire sotto un ponte).
Laura! Prima di tutto complimenti per il tuo sito, dal logo al nome alla tua scrittura: stanotte non dormivo per il caldo e l’ho letto quasi tutto. Capisco la sensazione di non respirare: mi succede ancora oggi quando mi caccio in situazioni che non fanno per me. È proprio l’allarme che l’inconscio ci dà per farci capire che c’è bisogno di aria, che tutto ormai ci sta stretto. Io penso che se chi ci sta accanto ci vuole davvero bene, vuole appunto il nostro bene e quindi accetta la nostra scelta di libertà. Se tra voi dovesse finire, invece, è perché doveva andare così. Io sono fatalista, in più credo che se la spinta ad andare è più forte, devi seguire quella. Ovvero ciò che ti rende felice. Tornare con la coda tra le gambe? Mai: una volta fatta la scelta, le cose accadono come per miracolo.
Leggo che sei una web designer: sei fortunata, lo puoi fare da ovunque nel mondo!
Smettila di tormentarti e datti una possibilità di essere felice: con quel viso da gipsy non puoi che fare la valigia 😉
rileggo questo post e penso sempre la stessa cosa. Sei in gamba!
Grazie Manuela! Un bel commento da leggere il sabato sera in solitudine 🙂
Ciao! Ho appena scoperto il tuo blog grazie a keep calm and travel. Tu, come Cleila, siete un’enorme fonte di ispirazione per me oltre che una grande fonte di consigli.
Sai, c’e’ una cosa che personalmente mi blocca dall’intraprendere il mio sogno di una vita in viaggio: argomento soldi.
Una volta finiti i risparmi, o x non finire i risparmi, o se i risparmi sono troppo pochi, cosa si fa? trovero’ un lavoro, uno qualsiasi, x mettere su due lire mentre sono in viaggio? e come posso lavorare se ho solo un tourist visa? e lavorare in digitale? come faccio? se a me piace scrivere e ho un blog, puo’ diventare una fonte di sostentamento?? ma poi, pensi mai a cosa sara’ di te un giorno se ti ammalerai? e se invecchi e ti rincretinisci e perdi la memoria? chi si occupera’ di te?
Ciao Roberta! Ti rispondo con un bel mese di ritardo, non è da me, è stato un mese intenso, e il tuo commento meritava più di una risposta di una riga. Sorry 🙂
Molto interessanti, le tue domande, soprattutto l’ultima! Ma andiamo con ordine. Quando decisi di prendere il mio primo anno per me (e non per fare volontariato), nel 2012, partii con alcuni risparmi, frutto di una scelta: quella di provare a cercare un’alternativa al mio lavoro in insegnante in Italia. Avevo risparmiato per un anno, e con quei soldi partii: non tanti, ma avevo calcolato che nel Sud-Est Asiatico avrei potuto mantenermi senza lavorare per alcuni mesi. In realtà io pensavo di fermarmi in Cambogia, ma poi stravolsi tutti i miei piani dopo due settimane che ero là, e così mi ero messa a cercare. Non è difficile trovare un lavoro, se si cerca con tenacia. In alcuni paesi, di solito, si comincia a lavorare con un tourist visa, e poi col tempo di converte in un business visa o working visa. Dipende, appunto, dal paese.
Lavorare in digitale credo sia il sogno di chi, come noi, vorrebbe lavorare viaggiando. Ti dico subito che non è facile trovare, e io rientro nel gruppo di quelli che stanno ancora cercando. Il mio blog non è ancora una fonte di sostentamento per me, per cui mi devo dare da fare lavorando fuori dal web. Al momento, la scrittura rimane la mia passione, ma non mi dà da mangiare. Vedo che hai un food blog: magari potresti inventarti qualcosa di creativo per proporre le tue ricette dal mondo, creare dei video interessanti, accattivanti, diversi dal solito.
L’ultima domanda mi ha destabilizzata per un attimo, lo ammetto: mi sono vista appunto rincretinita, o ammalata, abbandonata a me stessa in una strada di Phnom Penh 😀 Però mi sono immaginata felice, perchè avrò vissuto la mia vita come avevo sognato. A parte questo, io sono un’ottimista per natura e non penso mai a quando sarò anziana o ammalata: penso che magari troverò qualcuno che mi farà compagnia, che magari morirò prima on the road (alla faccia dell’ottimismo :), insomma: io ho sempre vissuto alla giornata, e il futuro me lo sto creando e vivendo giorno per giorno. Io sono fatta così, e penso che ognuno di noi abbia un destino, e questo mi si rivelerà con gli anni. E potrà anche contemplare che io perda la memoria, un giorno, e mi ritrovi a Timbuctu senza più sapere chi sono. Vedremo cosa mi regalerà la vita!
Ciao, bel blog davvero. Mette gioia e da speranza. Io non ho molto da raccontare, se non che sarei dovuta partire oggi per l’australia e raggiungere il mio ragazzo, ma lui mi ha tradita e si è trovato un’altra dopo nemmeno un mese dalla sua partenza e l’ho scoperto per caso…. ho posticipato il biglietto, non ho avuto la forza di cancellarlo, ma ho un peso dentro e non so che cosa sto facendo. ho 29 anni, sto finendo l università (ci ho messo un pò per motivi di salute e seghe mentali) e il mio curriculum è fatto di esperienze saltuarie come babysitter e cameriera. due giorni fa mi è stato offerto un lavoro da segretaria annuale. sarebbe il mio primo guadagno serio. ovviamente tutti premono affinche io accetti, mentre io non riesco a mettermela via l’australia. mi ero informata talmente tanto che ora è come se fosse diventato il mio di sogno, anche se in realtà prima non ci avevo mai pensato, se non per raggiungere il mio ragazzo. non so che cosa fare. è da sciocchi rinunciare a un guadagno quando da mesi ringrazi l universita che ti abbia concesso una minima borsa di studio e non ti abbia ancora fatta uscire a calci in culo. dall’altra vivo una vita sempre uguale, non ho molti amici e vorrei diventare più forte. ho letto da tutte le parti che l australia non è un paese per debolucci, che ci vuole tanto spirito di adattamento e intreprendenza. ce la farò? boh, qui siete tutti coraggiosi e viaggiatori. vi ammiro davvero molto. complimenti per il blog 🙂
Ciao Gianna, mi spiace tanto per la delusione amorosa che hai subito, ma sai cosa penso? Che la scoperta non è avvenuta per caso: ti ha salvata da una delusione più forte se la vostra storia fosse andata avanti ancora per tanto e tu fossi stata ignara di tutto. Prendi questa delusione come un’opportunità per crescere e fare qualcosa di bello per te. Se stai per finire l’università, finiscila e togliti sto peso: non avrebbe sebso mollare tutto a un passo dalla fine. E poi vai in Australia. Non mi sembra che questo lavoro da segretaria ti esalti. O lo prendi per un solo anno, metti via dei soldi mentre finisci gli studi e poi parti, o non lo accetti affatto e parti.
Non siamo tutti coraggiosi: io per prima ho sempre qualche paura che mi accompagna, in viaggio e non. Bisogna però trovare dentro di noi la forza di superare le sventure (vedi il tradimento) e insegnuire i nostri sogni.
Grazie per i complimenti! Ora tocca a te. Forza!! 😀
Grazie mille Eli Sunday per le tue parole incoraggianti 🙂 Magari passerò di qui a raccontare qualcosa, quando sarò dall’altra parte del mondo 🙂 Nel frattempo in bocca al lupo per le tue prossime avventure, un abbraccio
Ciao eli sundey, ti scrive un ragazzo che si è appena diplomato allo scientifico, e cui conserva nel suo cuore da molto tempo un sogno nel cassetto: mollare la propria casa e partire da solo, con uno zaino in spalla, senza alcun limite se non l’Europa davanti a se( per ora mi limito all’Europa, potrei cambiare idea lungo il viaggio chi lo la).
Come ti ho detto mi sono appena diplomato, e da qualche mese che ho preso la decisione di iscrivermi alla facoltà di economia di Foggia ( avrei voluto andar a Bologna, ma i miei non possono permetterselo), è solo che non sono mai stato pienamente sicuro di questa scelta , credo che in buona parte stia seguendo le aspettative di mia madre, economia mi piace, ma non sono sicuro che sia qualcosa che vorrei fare per il resto della vita.. Insomma come avrai capito , sono molto confuso in merito a tutta la faccenda. Quest’ultimo anno al liceo è stato molto duro, ho studiato come mai in altri anni, sacrificando a volte feste e uscite la sera.
Ho sempre pensato che l’esperienza che ti ho descritto l’avrei fatta quando sarei stato più grande , ora invece penso di prendermi un anno sabbatico per riflettere su ciò che davvero mi piace e testare le mie reali capacità di sopravvivenza, conoscere nuove culture che da sempre mi affascinano ,nonché sfruttare quest’avventura per crescere interiormente come persona ,perché credo che ,come molti che escono dal liceo, sia ancora fondamentalmente un bambino( anche se mi reputo molto più maturo del 90% dei miei coetanei e di molti adulti). Per quanto riguarda il parlarne con mia madre, lei sono sicuro non capirebbe, da sempre è stata molto apprensiva nei miei confronti( con conseguenti manie di controllo) e mi giudica un irresponsabile( giudizio opinabilissimo), in più ha un carattere da vera stronza patentata. Il fatto è che parliamo due lingue diverse, e in qualsiasi modo la mettiamo ogni discussione con lei culmina in un litigio.
Quindi avevo pensato ad una strategia: a fine mese parto per un interrail di 15 giorni con altri tre amici, siccome avrei la valigia pronta di tutto il necessario, pensavo di non salire sull’aereo di ritorno da Barcellona, e di non far ritorno a casa per circa un anno, mantendendomi facendo lavoretti così quando avrò un po’ di soldi spostarmi ancora. Spedire una e mail a mia madre, in cui scrivo il perché di tutto + vari link sui benefici dell’anno sabbatico e di quanti studenti ,dopo la maturità, lo facciano nel mondo. La vera motivazione è che mi serve del tempo per pensare a chi sono e cosa veramente voglio fare nella vita, altresì apprendere nuove lingue ( spagnolo o altre chi lo sa) e migliorare il mio già buon inglese.. Credo che se non lo faccio molto probabilmente sia qualcosa di cui mi pentirei in seguito , magari dopo essermi parcheggiato in una facoltà che non mi piace e perdere comunque un anno o magari di piu per cambiare corso.
Finito il Pippone , cosa ne pensi sinceramente?
Ciao Francesco!
Scusa innanzitutto per il ritardo nel risponderti, sono in India e mi sono un po’ persa con i commenti. Però ora sono qua, e ho trovato estremamente interessante la tua storia. Perché hai 18 anni ma vedo che sei maturo perché riesci ad analizzare molto bene ciò che senti e ciò che sei.
Credo che tua mamma, così oppressiva, giochi molto nel fatto che tu abbia un desiderio estremo di andare via, così come mio padre ha giocato nel mio, di desiderio.
Penso che se sai già che economia non farebbe per te, che sarebbe un ripiego, fai bene a prenderti una pausa, ma solo per un motivo: perché lo vuoi con tutto te stesso, è ciò che senti ti farebbe bene, e quindi credo tu lo debba fare.
Non credo sia la fine del mondo rimandare di un anno l’inizio degli studi universitari, tornerai con le idee più chiare (se tornerai).
Riguardo al modo che hai deciso di scegliere per comunicare a tua mamma la tua decisione, certo non è il massimo, ma ti capisco: non è affatto semplice affrontare certi caratteri. Faccio un paragone al carattere di mio padre, che pur di non dover affrontare la sua reazione alle mie partenze, ho sempre scelto di dirglielo all’ultimo momento, e sempre dopo svariate notti insonni.
Tu conosci bene tua madre e forse hai scelto questo modo perché sai che è l’unico che forse (forse) la aiuterebbe a capirti.
Se dentro di te senti già che perderesti un anno a inseguire una laurea che non ti convince, e hai voglia di andare, io ti direi “Vai!”. Perché quello è evidentemente ciò che il tuo istinto ti sta dicendo di fare.
Finito il mio, di Pippone, non mi resta che dirti: SAFARI NJEMA! Che in shwahili significa HAVE A GOOD TRIP.
Scrivimi ancoraaa!!! Voglio sapere cosa farai!
Un abbraccio grandissimo dall’India