A volte sentiamo il bisogno di staccare da tutto e da tutti e prenderci una pausa. Il motivo per cui sentiamo il bisogno di staccare la spina può essere un lavoro stressante o che non ci rende felici, la fine di una relazione, il desiderio di dare una nuova direzione alla nostra vita o semplicemente la necessità di allontanarsi per un po’ e rilassare la mente. Quando mi chiedono: “Cosa posso fare per ritrovare me stessa?”, io rispondo sempre: “Parti”.

Viaggiare da soli non dev’essere una fuga ma un ritrovarsi. Quando siamo immersi in una situazione non possiamo avere il giusto distacco per vedere come stanno davvero le cose. Fare nuove esperienze, parlare in un’altra lingua e intessere conversazioni con persone che la pensano come noi o che vivono vite diverse aiuta a capirsi, a comprendere ciò che non vogliamo più e quello che vorremmo cambiare. Viaggiare da soli non è solo esplorare ma anche assimilare, mescolarsi, concepire idee, perdonare, aprirsi e risollevarsi.
Viaggiare è vita, e vita significa essere felici, poi frustrati, poi al settimo cielo, poi di nuovo infelici. Nulla è permanente, tutto cambia, in viaggio come a casa. Accettarlo significa accettare i cambiamento continui che la vita porta con sé. Ricaricarsi è il regalo che dovremmo fare a noi stessi almeno due volte l’anno. Una volta nella vita, poi, consiglio di intraprendere un viaggio di almeno sei mesi, lontano e da soli: per cambiare se stessi è necessario prima capirsi e un viaggio lungo e in solitaria non può che metterci sulla strada giusta.
Essere curiosi anziché avere paura è un ottimo punto di partenza per fare la valigia, partire da soli e perdersi in un paese di cui si conosce poco, per lasciarsi stupire. Se per te ritrovare te stesso è sinonimo di fare la valigia e partire, questi sono i cinque luoghi da cui la tua avventura può avere inizio:
1. Serenità: Cambogia
La prima volta in cui arrivai in Cambogia fu un pomeriggio di ottobre: il portellone dell’aereo si aprì e venni pervasa da un’atmosfera densa di calore e umidità: ero nel Sud-Est Asiatico. Vi ero arrivata in aspettativa dalla scuola elementare in cui insegnavo, pronta per fare un’esperienza di volontariato che mi cambiò la vita. Immersa nella cultura cambogiana, ebbi l’onore e la fortuna di conoscere da vicino questa popolazione dall’indole calma e riflessiva; grazie alle visite alle famiglie delle alunne della scuola in cui insegnavo scoprii la bellezza dei paesaggi cambogiani.

Da allora sono tornata in Cambogia quasi ogni anno, per trovare le suore della missione, per vedere posti nuovi oppure per fare visita a qualche amica o ex alunna.
Viaggiare da soli in Cambogia è un bel modo per ritrovare se stessi immersi nella calma delle risaie e alla scoperta dei suoi oltre quattromila templi. Le persone ti scaldano il cuore e hanno sempre un sorriso da donare, anche quando vivono in povertà e portano dentro drammi che nessuno conosce. La spiritualità cambogiana è per la maggior parte improntata sul buddismo Theravada, che è la religione ufficiale della Cambogia dal 1989. Ogni villaggio ha il suo centro spirituale chiamato wat, che può ospitare fino a più di settanta bonzi, caratterizzati da tuniche arancioni o color zafferano.

E’ credenza che ovunque abitino gli spiriti – credenza derivante dalla religione animista esistente prima dell’arrivo del buddismo. Ecco allora che nelle case, nei giardini, nelle foreste e nei templi stessi si trovano piccole teche con offerte votive (cibo) e incensi.
Un viaggio in Cambogia può essere organizzato in autonomia partendo da Bangkok o da Phnom Penh, la capitale, e può essere svolto in autobus e, dalle città, servendosi di tuk-tuk o motodop, i moto-taxi grazie ai quali potersi far portare in giro per le campagne con la macchina fotografica al collo e il cuore aperto ad accogliere saluti e sorrisi.
– Luoghi in cui perdersi:
Phnom Penh (Tuol Sleng Museum, Mercati locali)
Battambang e templi nei dintorni
I templi di Angkor
Parco Nazionale di Kep
Kampot
– Luogo-relax:
Les Manguiers a Kampot – Palafitte sul fiume tra risaie e alberi da frutta
– Meditazione:
Corso di 10 giorni di Meditazione Vipassana
Gratuito, donazione volontaria
Dhamma Latthika
Battambang

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2. Tradizione: Myanmar
Il Myanmar – un tempo chiamato Birmania – è un luogo speciale. Lo visitai per la prima volta nel 2011, quando un cellulare e una scheda SIM potevano costare anche 500 euro e l’unico contatto col mondo esterno lo potevo avere mandando e-mail a casa da internet point dall’aria sinistra, in cui si cercava di sfuggire ai controlli delle autorità. Vi sono stata tre volte, di cui due per fare un corso di 10 giorni di meditazione Vipassana a Yangoon che consiglio a chi non ha paura di leggersi dentro e ascoltare ciò che l’anima ha da dirci.
Col Myanmar fu amore a prima vista: mi colpirono gli uomini vestiti con il longyi, un quadrato di tessuto indossato come un pareo annodato sul davanti, e le donne con il viso dipinto da un make-up speciale, il Thanaka, una crema cosmetica protettiva di colore giallo-bianco ottenuta pestando in un mortaio la corteccia di un albero chiamato Limonia acidissima:
L’esperienza più emozionante fu essere messa da una guida locale affascinante e conosciuta per caso, su un autobus locale partito da Yangoon con l’ordine di lasciarmi sul ciglio della strada di Bago, dove si trovava una guest-house chiamata San Francisco Motel. Non avendo il telefono cellulare mi fidai della recensione letta sulla guida Lonely Planet, immaginando di approdare in un hotel dall’aria occidentale. Mi accolsero le pareti verde ospedale di una stanza singola mignon e il rumore del traffic sottostante. Restai, e fu la decisione migliore che potessi prendere: le due sorelle che gestivano il motel parlavano un buon inglese, erano simpatiche e disponibili e mi caricarono su un motorino per due giorni di fila per farmi visitare templi e Buddha maestosi, Golden Rock ed assaggiare uno dei tè più buoni che abbia mai bevuto.

L’ultimo giorno mi venne la febbre e fui curata dal succo di canna da zucchero fresco preparato da una delle sorelle, per poi essere rimessa su un autobus che mi riportò a Yangoon dall’uomo affascinante di cui sopra.
Buttarsi almeno in un’avventura è alla base di ogni viaggio da sola che si rispetti.
– Luoghi in cui perdersi:
Shwedagon Pagoda (Yangoon)
Old Bagan
Bago
Mandalay
Inle Lake
Kyiayktyio Pagoda (Golden Rock)
Mingun (sul fiume Irrawaddy)
– Meditazione:
Corso di 10 giorni di Meditazione Vipassana
Gratuito, donazione volontaria
Dhamma Joti
Nga Htat Gyi Pagoda Road
Bahan Township
Yangoon
Ritiro di Meditazione di 10 giorni
Gratuito, donazione volontaria
Pa-Auk Tawya Forest Monastery
Tat-Oo Dhamma Yeik-thar (Extended)
31/5 milestone, Kyauk-phyar-doe village
Pyin Oo Lwin Township
Mandalay Division

3. Spiritualità: India
L’India accoglie tutti: che tu sia povero o ricco, turista o pellegrino, malato o in salute, in India ti sentirai sempre accolto. All’inizio l’India stordisce: tutto sembra lasciato al caos e al caso. Man mano che passano i giorni, però, la nostra mania di avere sempre tutto sotto controllo perde colpi e si rilassa, per lasciare il posto all’accettazione. Si passerà così a un altro tipo di stupore: nonostante i ritardi, la sporcizia, le mucche e un traffico congestionato da guidatori aggressivi che incedono a suon di clacson, tutto andrà a posto.
Tutto alla fine si risolve in India. A modo suo.

Ammetto che non avevo mai considerato l’India come possibile meta per un viaggio da sola, finché una crisi sentimentale diede inizio a una ricerca spirituale che partì da un corso di un mese per certificarmi insegnante di yoga a Dharamshala, sull’Himalaya. Quel corso non mi cambiò la vita: a cambiarmela fu l’incontro con la possibilità di trasformazione personale che offre la meditazione analitica buddista di tradizione tibetana Mahayana.
L’India cura se la lasci fare, se lasci che ti tolga le maschere una alla volta e ti rispedisca a casa diverso da com’eri partito.
Non è necessario iscriversi per forza a un corso di yoga o di meditazione: viaggiare da soli in India è comunque un’esperienza che ti cambia e ti rafforza, se parti con cuore e mente aperti. Viaggiare in India non è come andare ai Caraibi o in Australia: necessita di maggiori accortezze, che siano esse di origine igienica, di comportamento o di sicurezza personale, soprattutto se si è donne e si viaggia da sole. Io ho sempre viaggiato da sola in India e non mi è mai successo nulla.

Per tutto ciò che concerne le destinazioni da visitare in India, dritte e consigli, suggerisco di leggere il bellissimo blog Breathe Dream Go della scrittrice canadese esperta di India Mariellen Ward.
E’ il tuo atteggiamento verso l’India che determinerà l’amore o l’odio verso questo continente, se il tuo viaggio avrà successo: ti cambierà la vita se la accoglierai senza giudicarla.
– Luoghi in cui perdersi:
Varanasi
Delhi
Jaipur
Amritsar
Pushkar
Dharamshala
Calcutta
Goa
Ladhak
– Meditazione:
Corsi di 10 giorni di introduzione al buddismo
Meditazione analitica tibetana Mahayana
Costo: da 65 Euro in su per l’intero corso
Tushita Meditation Centre
McLeod Ganj, Dharamshala
Himachal Pradesh
Corso di 10 giorni di Meditazione Vipassana
Gratuito, donazione volontaria
Dhamma Pushkar
Ajmer
Rajasthan
– Yoga:
Sivananda Yoga Vedanta
Nataraja Centre, A-41
Kailash Colony
New Delhi
Inteyoga
Swami Krishnananda
Hatha Yoga Vidyapeeth
21/6 Develapura
Mysore
Karnataka
Soham Ayur Yoga Ashram
Survey no 7, Aladhakate village
Kudur Hobli,Magadi Taluk
Ramanagar District, Karnataka

4. Silenzio: Oman
Uno dei pochi luoghi al mondo in cui si può ancora sperimentare il vero silenzio è il sud dell’Oman. La regione del Dhofar, in cui si trova la città di Salalah, non lontana dal confine con lo Yemen, ospita il deserto di sabbia più grande al mondo, il Rub al Khali, tradotto come il “Quarto Vuoto”. Wilfred Thesiger, uno dei più grandi viaggiatori britannici, che attraverso il Quarto Vuoto nel 1945, nel suo libro “Sabbie arabe” lo descrisse come il solo luogo in cui “si può trovare la pace della vera solitudine” e la cui vita non concede “a nessun uomo di restare lo stesso”.

Giunsi in Oman per la prima volta nel 2012, con un volo che mi catapultò da Kuala Lumpur a Muscat senza essere preparata. Feci la guida turistica nel Sultanato per un paio di anni, e durante un viaggio di quindici giorni da nord a sud dell’Oman in tenda lasciai il cuore tra le sabbie del Quarto Vuoto. Ricordo che lasciandomi il Dhofar alle spalle pensai: “Mi piacerebbe venirci a vivere per un po’”.
Quattro anno dopo mi trasferii a Salalah per organizzare viaggi in Oman per il tour operator di un amico omanita, Arabian Step: finalmente potei tornare nel Rub al Khali.
Dormire sotto il cielo stellato – senza alcun inquinamento luminoso – e godere di un silenzio assoluto che solo il deserto può regalare è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Osservare il tramonto dall’alto di una duna ed essere circondati solo da sabbia, dune, cielo e vento; svegliarsi la mattina in tenda rischiarati dalle luci rosa dell’alba; fare colazione su una duna circondati da una quiete surreale: il deserto Quarto Vuoto dell’Oman ti può aiutare a ritrovarti e a prendere delle decisioni importanti, se lo sai ascoltare.

Due notti in tenda nel Rub al Khali e puoi iniziare un lungo viaggio dentro te stesso.
– Luoghi in cui perdersi:
Salalah
Deserto Quarto Vuoto
Al Mughsayl Beach
Al Fazayah Beach
Da Mughsayl al confine con lo Yemen
Taqah
– Yoga e Meditazione:
Desert Kindness Therapy
Arabian Step Oman
Salalah
A partire dal 2020 organizzerò ritiri da 2 a 7 giorni di Yoga e Meditazione nel deserto Quarto Vuoto
Lo scopo sarà disintossicarsi dallo stress della vita quotidiana e dal web: no internet – no email – no phone.
La cura del silenzio per liberarsi dall’ansia, dalla fretta e ritrovare se stessi.

5. Relax: Thailandia
C’è un luogo che è il mio rifugio, quello in cui aprii questo blog sette anni fa, in cui mi rifugiai dopo essere scappata dalla Cina, in cui capii cosa volevo fare e che rappresentò il mio punto di svolta. Questo luogo si trova nel sud della Thailandia e si chiama Nopparat Thara Beach. Situata a nord di Ao Nang Beach, a 18 chilometri dalla città di Krabi, Nopparat Thara Beach è caratterizzata da tre chilometri di spiaggia in cui potersi sdraiare, leggere, rilassare e fare il bagno nell’acqua tiepida, con insenature e isolotti a cui si può arrivare a piedi la sera al tramonto quando c’è la bassa marea.
E’ un luogo di pace e relax situato nell’area musulmana della Thailandia. Il villaggio di Klong Hang, a cui si arriva a piedi in quindici minuti, ospita un mercato di frutta e verdura, accessori, vestiti e tanto street food.

La particolarità di questo mercato sono le donne musulmane, sempre sorridenti e avvolte in coloratissimi hijab, il foulard che ne copre i capelli. Mentre nei paesi del Medio Oriente le donne sono quasi sempre vestite di nero, qui l’abbigliamento rispecchia la solarità della Thailandia: fucsia, verde, blu elettrico e giallo sono i colori dominanti, e non è raro incontrare ragazze con un simpatico cappellino da baseball sistemato sopra il foulard.

Nopparat Thara Beach è una spiaggia frequentata dai thailandesi che qui vengono per fare il picnic il venerdì, giorno di festa per i musulmani, o per fare lunghe passeggiate al tramonto. Io ho sempre frequentato questo luogo in autunno, quando capita di essere svegliati la mattina dalle piogge monsoniche che regalano un senso di pace, e ci sono pochissimi turisti. I temporali durano poco, e una volta finiti avrete la spiaggia tutta per voi su cui camminare tra simpatici granchietti che scavano nidi nella sabbia a forma di stella. Qui ho visto alcuni tra i più bei tramonti al mondo.
– Luoghi in cui perdersi:
Nopparat Thara Beach
Ao Nang Beach
Klong Heng
– Luogo-relax:
Sabai Resort
Nopparat Thara Beach
Muai 79/3 M3 Ao Nang 81000
Krabi
Qui affitto sempre un bungalow per un mese con cucina, in cui rilassarmi e scrivere in tranquillità, circondata da palme, piscina e ottimo cibo
Gestito con simpatia dai proprietari italiani Carla, Maurizio e Andrea
– Meditazione:
Corso di 10 giorni di Meditazione Vipassana
Gratuito, donazione volontaria
Dhamma Kancana
Kanchanaburi
Monkchat Meditation Retreat
Gratuito, donazione volontaria
1 o 2 giorni di ritiro
Dal lunedì al venerdì – 9.00-16.00
Wat Suan Dorg
139 Suthep Rd, Suthep
Mueang Chiang Mai District
Chiang Mai
– Guida della Thailandia:
Due settimane in Thailandia
di Andrea Bicini e Cabiria Magni
Viaggi Autori

La vera felicità si raggiunge solo quando non si tradisce la propria natura. Se, al tuo ritorno, sarai grato per tutto ciò che hai, avrai capito chi sei e avrai le idee più chiare su come ripartire, sulle cose da lasciare andare e sulle situazioni da accettare, allora perdersi in viaggio non sarà stato vano. Quelli attorno a te ne gioveranno: non c’è niente di più bello che avere accanto una persona luminosa e sorridente che ha ritrovato se stessa.
E tu, hai mai viaggiato da sola per ritrovare te stessa?
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