La scorsa primavera, a Salalah, mi sono ritrovata sola ad affrontare un problema e un momento difficile. Non avendo nessuno con cui confrontarmi, mi dedicai alla lettura di un libro della nota monaca buddista americana Pema Chödrön, “Vivi nella bellezza”. Mi ero resa conto di aver bisogno di un aiuto valido per aumentare la mia tolleranza al cambiamento e all’incertezza, rilassarmi senza voler controllare come stavano andando le cose e lasciarle andare, senza che la rabbia che avevo dentro mi avvelenasse la vita. I tentativi fatti fino ad allora per ritrovare la serenità erano falliti perché, anziché trarre vantaggio dall’ansia e dalla mutevolezza di tutte le cose, opponevo resistenza. Il libro della monaca buddista mi aiutò a vedere le cose sotto una prospettiva completamente nuova, contribuendo a impostare il mio cammino spirituale verso la strada dell’accettazione delle cose e delle persone così come sono, e l’abbandono degli schemi protettivi che mi ero costruita negli anni.
Ecco la mia selezione di frasi e passaggi tratti dal libro di Pema Chödrön, accompagnati da fotografie scattate in Myanmar, per aiutarti a fermare la rabbia, accettare l’impermanenza della vita e liberarti dalla sofferenza.

1. Accettati come sei
“E’ importante accettarci esattamente come siamo, non come vorremmo essere o come pensiamo di dover essere.
Coltivando l’apertura non critica nei nostri confronti o in quelli di qualsiasi cosa affiori, con stupore e piacere scopriremo di accogliere sinceramente la qualità indefinibile della vita e sentircela amica, come se fosse una maestra e un aiuto, e non più come una nemica.”
2. Impegnati a non arrecare danno per liberarti dalle vecchie abitudini
“La semplicità e la chiarezza di questo impegno ci aiutano a creare fondamenta incrollabili su cui basare la nostra forza interiore, che si manifesta nel coraggio di cogliere l’occasione di non agire nei soliti vecchi modi. L’impegno a non arrecare danno è molto preciso: l’unico modo per venirgli meno è parlare e o agire impulsivamente dando ascolto a una mente confusa.
L’impegno è una componente centrale del nostro liberarci dalle vecchie abitudini e paure. Esso implica un lavoro sulla mente, sui pensieri e sulle emozioni, per riconoscere quando stiamo cercando di sfuggire alla fondamentale incertezza della vita. Il primo impegno consiste nell’astenerci dalle parole e dalle azioni che danneggiano noi stessi e gli altri; ci libera rendendoci molto più coscienti delle nostre sensazioni, così che ogni volta che affiora l’impulso di mentire, calunniare o prendere qualcosa che non ci appartiene, evitiamo di farlo.”

3. Trattenerti dal parlare o agire impulsivamente ti consente di vedere le tue reazioni abituali
“Quando non siamo confusi dalle emozioni, sappiamo che cosa fa bene e che cosa ferisce.
Se partite dal presupposto di essere fondamentalmente buoni anziché pieni di difetti, quando vi vedrete parlare o agire impulsivamente o reprimere capirete sempre di più di non essere individui cattivi che devono evolversi, ma persone buone con abitudini provvisorie e modificabili che vi causano un mucchio di sofferenza.
Man mano che diventiamo più consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, e li guardiamo con benevolo interesse e curiosità, cominciamo a vedere come ci corazziamo contro il dolore e ci rendiamo conto di come quella corazza ci isoli anche dal dolore e dalla bellezza degli altri.
La nostra corazza è fatta di abitudini e di paure: cominciamo a lasciarle andare.
Allenandoci cone le irritazioni quotidiane, sviluppiamo la capacità di trattenerci quando il gioco si fa duro. Per non continuare a imboccare la solita vecchia via di fuga che consiste nel parlare o nell’agire impulsivamente ci vuole pazienza, è necessario capire in che modo ci facciamo del male.”

4. Bollire a fuoco lento è un modo per acquisire forza interiore
“Bollire a fuoco lento ci aiuta a sviluppare fiducia in noi stessi: la fiducia di poter sperimentare l’irritazione, l’assenza di fondamento, la sostanziale incertezza della vita, e lavorare sulla nostra mente senza agire in modi nocivi a noi stessi o agli altri.
Dobbiamo chiederci se siamo disposti a fare qualcosa di diverso:
– Non ne possiamo più dei nostri vecchi schemi ripetitivi?
– Vogliamo far spazio a nuove possibilità?
– La tentazione di fuggire è molto forte, ma siamo pronti a riconoscere quando ci coglie?
– Siamo disposti a prendere coscienza dei fattori scatenanti e a non reagire nel solito modo?
Con l’impegno a non arrecare danno, abbandoniamo l’abitudine a reagire in modi che procurano sofferenza. Prima, però, dobbiamo svolgere un processo di crescita, di acquisizione dell’abitudine. Questo processo, questa transizione, consiste nel sentirci a nostro agio con le nostre sensazioni, così come le proviamo. La pratica determinante per sostenerci in questo processo è la presenza mentale: un’attenzione sveglia e pienamente presente. La meditazione è una forma di presenza mentale.”

5. Abbi fiducia nella tua capacità di vivere senza un piano
“Continuiamo ad avere reazioni eccessive anche se non siamo esattamente di fronte a una questione di vita o di morte. Ci comportiamo come se la nostra stessa esistenza fosse minacciata, mentre al massimo rischiamo una multa per aver pagato in ritardo. Siamo come palline da ping-pong, fatte rimbalzare avanti e indietro dalle nostre avversioni e dai nostri desideri.
E’ ora di cercare una nuova alternativa.
Se riusciamo a restare aperti, potremo comprendere che non c’è sicurezza o certezza negli oggetti del nostro piacere né in quelli del nostro dolore, e che non c’è sicurezza o certezza nel vincere o nel perdere, nei complimenti o nelle critiche, nella buona o nella cattiva reputazione e neppure in qualsiasi cosa sia fugace e soggetta al cambiamento.
Trattenerci senza reprimerci, contemplare il nostro modo personale di essere catturati, riconoscere i nostri fattori scatenanti, la pratica non violenta del bollire a fuoco lento: sono tutti metodi per per permetterci di vivere liberi dai copioni, liberi dagli attaccamenti paralizzanti a ciò che vogliamo e ciò che non vogliamo, liberi dalle fissazioni e dall’egocentrismo. Se non agiamo in base al nostro anelito al piacere o alla paura del dolore, restiamo nel mezzo, che è indefinito e imprevedibile. Restare nel mezzo ci apre all’impermanenza, all’incertezza e al cambiamento.”

6. Il risveglio consiste nel lasciar andare
“E’ un processo di rilassamento nel mezzo – in quel centro ambiguo, pieno di potenzialità e di nuovi modi di vedere e di pensare – senza garanzia di essere soddisfatti o rimborsati per quello che succederà dopo. Giorno dopo giorno scoprirete di notare più in fretta quando siete arpionati e vi riuscirà più facile trattenervi.
Se continuerete questo processo, si verificherà una specie di muta o di cambio di pelle: lascerete cadere le vostre vecchie abitudini, smetterete di essere burattini manovrati dal piacere e dal dolore e cesserete di essere tenuti ostaggio dalle preoccupazioni mondane.”

7. I rompiscatole ti aiutano a coltivare la pazienza
“La compassione rappresenta una minaccia per l’ego. Quando cominciamo ad aiutare gli altri, quando arriviamo a metterci nei loro panni, quando aspiriamo a non chiudere la porta in faccia a nessuno, ci troviamo ben presto nello scomodo territorio della “vita alle mie condizioni”. L’impegno consiste nell’astenerci da parole e azioni che possano arrecare danno a noi stessi e agli altri, e poi fare pace con quelle sensazioni latenti che ci indurrebbero ad aggredire: promettiamo di entrare consapevolmente nel dolore del mondo per contribuire ad alleviarlo.
Chi sono le persone che davvero non vi piacciono e preferireste veder sparire?
Siate grati a ognuno di loro: sono i vostri guru speciali, che appaiono al momento giusto per farvi rimanere onesti.
Sono i rompiscatole che fanno parte della vostra vita a permettervi di rendervi conto che vi siete chiusi, che avete indossato una corazza, che avete nascosto la testa sotto la sabbia. Se non vi arrabbiaste con loro, se non foste stufi di loro, non riuscireste mai a coltivare la pazienza.
Se non incontrate mai un degno avversario, potreste credere di essere migliore di chiunque altro e ne critichereste con arroganza il comportamento nevrotico invece di fare qualcosa per attenuare il vostro.
Una cosa che potemmo fare in presenza di un rapporto difficile è mettere una foto della persona in un posto in cui la possiamo vedere di frequente e pensare:
Desidero il tuo sommo bene.
Oppure possiamo scrivere il nome della persona accanto al desiderio che possa essere al sicuro, felice e vivere in pace.
La nostra aspirazione è giovare all’altro e augurargli ogni bene. Questa aspirazione si basa sulla crescente fiducia nella bontà di fondo, nostra e altrui, nonché sulla disponibilità a lasciar cadere i nostri strati protettivi e cercare di vedere l’altro senza le nostre etichette e idee fisse. Cerchiamo di abbandonare la trama della storia relativa a come quella persona ci abbia fatto del male e sia in torto.
Indipendentemente da quello che è successo, da chi ha fatto che cosa a chi, facciamo tutto il possibile per dissolvere la nostra negatività. Questo non significa tornare insieme, anzi, spesso proprio il contrario, ma possiamo inviare all’altra persona il nostro perdono e il nostro affetto. Credetemi, questo ci fa stare molto meglio dell’avvelenarci con il rancore.”

8. Cambia la mente per cambiare il film della tua vita
“C’è un aneddoto che Ed Brown, lo chef zen, racconta a proposito dei primi giorni trascorsi con il suo maestro, Suzuki Roshi.
Ed Brown era il capocuoco presso il Tassajara Zen Mountain Center in California negli anni Sessanta, ed era molto noto per il suo carattere volubile. Una volta, furibondo, era andato dal suo maestro e si era lamentato dello stato della cucina: la gente che vi lavorava non metteva ordine bene, parlava troppo, era distratta e disattenta. Ogni giorno era all’insegna del caos. La risposta di Suzuki Roshi è stata semplice:
“Ed, se vuoi una cucina tranquilla, calma la tua mente.”
Se la vostra mente è espansa e priva di limiti, vi troverete in un mondo più disponibile, in un luogo infinitamente interessante e vivace. Questa non è una caratteristica intrinseca del luogo, ma dello stato mentale.”

9. Accetta il mondo così com’è
“Non c’è modo di sfuggire alla nostra esperienza, non esiste alcun luogo in cui andare che non sia quello in cui ci troviamo in questo momento. Arrendiamoci alla vita. Deponiamo le armi e accettiamo tutte le immagini, tutti i suoni, i profumi, i sapori, i pensieri e le perone in cui ci imbattiamo. E’ l’impegno a non respingere niente, espresso magnificamente dal maestro tibetano Dilgo Khyentse:
“La pratica quotidiana consiste semplicemente nello sviluppare una completa accettazione e una piena apertura verso tutte le situazioni, le emozioni e le persone, così da sperimentare ogni cosa in maniera totale, senza riserve e blocchi mentali, in modo tale che non ci si ritragga mai in se stessi, che non ci si concentri mai su se stessi.”
Che la vostra vita sia un mandala di nevrosi o di salute mentale dipende da voi. Perfino emozioni difficili come la rabbia, la bramosia, la gelosia e l’orgoglio fanno parte del vostro mandala, e potete accoglierle.
Come facciamo a sapere se evitare qualcosa o andargli incontro? La mia risposta è:
“Fate quello che vi viene naturale in quel momento.”
Se vi sembra che il primo impegno, quello di astenersi, sia il più utile, mettetelo in pratica. Ma se sentite di poter tenere mente e cuore aperti un po’ più a lungo nei confronti di qualcuno che vi irrita o vi sta facendo scattare l’impazienza, seguite l’istinto e fatelo.”

10. Siete pronti ad impegnarvi a non arrecare danno, a fare del bene agli altri, ad accettare il mondo così com’è?
“Possiamo sbraitare finché vogliamo quando vengono sconvolti i nostri piani preparati accuratamente, quando i nostri programmi saltano, quando le persone non arrivano al momento concordato, ma si presentano quando meno ce l’aspettiamo. Ma a un certo punto dobbiamo rinunciare e arrenderci alla vita, e rimanere aperti al numero illimitato di cose e persone che possono apparire nel nostro mandala.
Il dolore non è la fine del viaggio, come non lo è il piacere. Possiamo tenerli entrambi, e in realtà possiamo tenere tutto, ricordandoci che ogni cosa è una via di accesso al risveglio nel mondo sacro.”

I passaggi sono stati interamente tratti dal libro “Vivi nella bellezza – L’incertezza, il cambiamento, la felicità”, Pema Chödrön, Urra Ed.
6 Comments
Ciao mi sono trovata a leggere questo tuo post perché non so neanche io dove sono, cosa sto facendo. Il mio ragazzo che onestamente credo ancora di amare tantissimo, mi ha praticamente forzato a lasciarlo, per la seconda volta il meno di sei mesi mi ha detto che: “sono confuso, non provo lo stesso entusiasmo di prima e non so cosa voglio della mia vita”. Entrambe le volte sono state da shock, perché io ci credevo tanto, come mai prima nella mia vita. Io mi rendo conto che ho in carattere non facile, quando litigo mi piace chiarire subito a lui no e a volte per lui risultavo pesante, ma con lui mi ero stranamente addolcita ed ero stranamente positiva, ho sbagliato forte un paio di volte e anche lui, ma sembra che i miei errori pesino di più. Sarà che sono super precaria lavoro si e lavoro no, non granché da parte e altre cose, per lui l’apparenza era più importante, il denaro, si è importante e so che la vita a volte non è facile. Per lui il denaro era tutto. Lui mi parlava ogni volta come se l’errore fossi io e io non capisco perché ci devo stare così male. Sto provando in ogni modo a lasciar andare a perdonarmi, a perdonarlo ma si sta rivelando più difficile del previsto. Voglio lasciare andare, voglio potermi svegliare al mattino e riprovare il piacere di bermi un tea caldo, passeggiare con il cane e guardare in film senza piangere. Voglio lasciare andare ma non capisco il perché questa volta è così difficile. Ho fatto giorni in cui piangevo e non parlavo, giorni in cui ero arrabbiatissima e adesso mi sento di nuovo piena di tristezza. Ho chiesto aiuto anche ad una specialista e sto aspettando una risposta. Ne parlo con le amiche e gli amici ma la morsa mi stringe sempre il cuore. Vorrei parlare con qualcuno senza troppi giudizi e non sentirmi l’unica a 31 anni con il cuore in miriadi di pezzi.
Ciao Maria Luisa,
comprendo molto bene le tue parole piene di sofferenza in quanto ho passato anch’io ciò che stai passando tu ora.
Con gli anni ho compreso alcune cose molto importanti sule relazioni. Prima di tutto, se un ragazzo ti dice che è confuso e non prova lo steso entusiasmo di prima, è molto meglio lasciarlo andare. Anche se è difficilissimo, Anche se ci sembra di morire. Questo perché trattenere una persona non più convinta della relazione è come obbligarla e farle pressione per farle fare una cosa che non vuole. E questo alla lunga non può che portarlo/a a provare risentimento nei nostri confronti e prima o poi la relazione scoppierà comunque.
Un’altra cosa che ho imparato è che se una relazione non ci dà benessere, non è quella giusta per noi. Spesso però, non riusciamo a lasciare andare perché siamo ancorate alla speranza che prima o poi lui cambi. In realtà un cambiamento è molto difficile, e avviene solo quando sono loro a volerlo, e solamente quando provano un forte dolore che o cambiano o soccombono. Ma non tutti cambiano. La paura dell’abbandono e di restare sole è un altro motivo per cui rimaniamo attaccate a una relazione che ci fa soffrire.
Per iniziare, io ti consiglio, se non l’hai già fatto, di leggere il libro di Robin Norwood “Donne che amano troppo”.
E’ un libro che ti apre un mondo, che aiuta davvero a conoscere i motivi per cui continuiamo a soffrire per amore. E perché è così difficile lasciare andare.
Io sto per aprire il mio canale di meditazione su YouTube, soprattutto per aiutare ad accettare una situazione e poi a lasciare andare. Continua a seguirmi e posterò a breve un post sul lancio del canale.
Una specialista (meglio se donna) è sicuramente un aiuto indispensabile per uscire da questo momento difficile. Ma sarai poi tu, alla fine, a dover fare il passo finale di iniziare ad amarti e ricominciare finalmente a vivere. Con il tuo tè caldo, la passeggiata, il cane e tutte le cose belle della vita. Non siamo nate per soffrire.
Ti mando un forte abbraccio e se hai bisogno scrivimi ancora, anche alla mia mail personale se vuoi che trovi nei contatti su questa pagina.
Wow! ho appena acquistato il libro, lo leggerò..ma le foto del Myanmar? Mi hai fatto venire voglia di visitarlo….bellissimo articolo, bellissime foto! Grazie
Ciao Denise, questo libro di Pema Chodron è davvero bello e ispirante. Il Myanmar è un paese affascinante con un popolo gentile e ancora molto legato alla tradizione buddista, ti consiglio di visitarlo il prima possibile prima che venga occidentalizzato e perda le caratteristiche che lo rendono unico. Ad esempio, in Myanmar gli uomini vestono ancora con il longyi, un pareo lungo alle caviglie molto affascinate, e sicuramente più adatto ai loro climi dei nostri jeans. Qui puoi vedere un breve video dove mostrano come si indossa: https://www.youtube.com/watch?v=I-aHRGDt_do
Buona giornata!
Grazie mille, spettacolare:) ♡♡♡
😀 se vorrai andare in Myanmar, ti consiglio i nostri mesi invernali fino ad aprile, perché poi inizia la stagione delle piogge e potrebbe non essere piacevole viaggiare con i monsoni.