“Perché riflettere così sul futuro che verrà e stremare il tuo cervello in una vana perplessità? Non te ne curare e lascia ad Allah i suoi progetti… Egli non t’annovera tra i suoi architetti”.
Omar Khayyam (Le Rubaiyat)
Quella nella foto sono io a Phnom Penh, alle mie spalle il Mekong, intorno a me alcune bambine della scuola in cui ho prestato servizio di volontariato per otto mesi nel 2010. Questa fotografia mi fu scattata a ottobre, a pochi giorni dal mio arrivo in un paese che cambiò radicalmente, con la sua natura, il ritmo di vita lento e la lontananza da tutti e da tutto, il corso della mia vita.
Tutto era partito da lì, dalla richiesta del mio primo anno di aspettativa dalla scuola per coronare un sogno. Il sito Voglio vivere così!, il portale di chi sogna di cambiare vita ma non ha ancora deciso dove, come e quando, tempo fa mi chiese un’intervista in cui raccontare la mia storia, per aiutare chi, come me, avesse il desiderio forte di un cambiamento. Interessante: io che avevo passato almeno un paio di anni a leggere su quel sito le storie degli altri e a sognare un cambiamento, ora mi ritrovavo a raccontare la mia proprio lì.
Questa intervista la scrissi d’un fiato a gennaio, mentre mi trovavo a Tehran, in una mattina di neve. Ero in un internet cafè con il foulard in testa a coprirmi i capelli e una maglia lunga a coprirmi le gambe; alle mie spalle, il ritratto degli ayatollah Khomeini e Khamenei. Mentre scrivevo, una domanda mi era sorta: come ero arrivata fino lì?
Ecco la risposta.
CLICCA QUI per leggere l’intervista. E’ un po’ lunga, quindi leggila solamente se pensi che la mia storia possa in qualche modo darti la spinta che cerchi. Oppure, se ti piace mettere il naso nella vita di un’espatriata che sta cercando di cambiare vita.
Poi fammi sapere cosa ne pensi. E se hai domande su dove partire per fare un’esperienza di volontariato, sono disponibile per dei suggerimenti.
Ps. Una delle foto dell’intervista mi ritrae con ‘espressione perplessa accanto a un ragazzo, a un raduno clandestino di punk a Yangoon, nel Myanmar. Ero perplessa perchè ci andai per scattare delle foto interessanti, e alla fine furono loro a fotografare me col cellulare. La vita è proprio strana. E dunque bellissima.
12 Comments
Bello il post, bellissima l’intervista. A presto 🙂
Grazie Adele!
ciao carissima, bello aver visto alcune foto di te nel viaggi; bella l’intervista l’ho trovata schietta, sincera, incoraggiante.
Grazie Andre! E fammi sapere a che punto sei tu, con il tuo piano di fuga.
Ciao Elisabetta, ho letto la tua intervista, mi ha riempito il cuore. Fra l’altro ci sono parecchie cose che mi sembra avrei potuto dire io stessa. La cosa più bella è sapere che la vita è piena di strade impreviste e ognuno può trovare le soluzioni più giuste e congeniali per sè, abbandonando ogni pregiudizio. Grazie anche di avermi fatto scoprire questo sito, ricco di racconti incoraggianti. Me lo sapresti consigliare uno di quei libri che dici non dovrebbe mai mancare nei tuoi viaggi? ;).
Ciao Erica! La vita è bella proprio per questi imprevisti che la rendono unica. Ecco i miei libri ispiratori per questo mio anno sabbatico: 1. “Mollo tutto! E faccio solo quello che mi pare” di John Williams 2. “Puoi fidarti di te” di Raffaele Morelli 3. “Vivere, amare, capirsi” di Leo Buscaglia 4. “Tutta un’altra vita” di Lucia Giovannini 5. “Eat Pray Love” di Elizabeth Gilbert (il libro, non il film). Li ho tutti e cinque in valigia con me. Insieme a “La testa degli italiani” di Beppe Severgnini: ma quello è per tirarmi su di morale e ridere da sola quando mi prende la tristezza in viaggio 🙂
Grazie! corro a cercarli e ti dico cosa ne penso 😉
OK! Spero siano utili anche a te.
[…] questo proposito, cito qui la bella intervista di Elisabetta (per leggerla clicca su “fare ciò che amiamo è quello per cui siamo venuti al mondo”). Per fortuna internet ci offre grandi ricette per stimolare la nostra motivazione: siti, blog e […]
Ciao Eli Sunday!
ho scoperto questo tuo sito un po’ per caso (o magari no… nulla è a caso…) e poco per volta sto leggendo i tuoi post! Complimenti… mi piace molto come scrivi, ciò che trasmetti e il modo in cui condividi i tuoi pensieri e la tua energia! 🙂
Sono una ragazza di 27 anni che tutti i giorni fa la pendolare tra il mio paese in campagna e Torino, con la passione per i viaggi, il mondo, le culture e le lingue e… già stufa del posto fisso, un posto fisso in un’azienda che non mi rispecchia e che non sento assolutamente mio… proprio per questo ho già deciso di licenziarmi a fine luglio, buttarmi e cambiare tutto e partire verso i miei sogni… voglio dedicarmi a qualcosa che amo e che mi renda felice!
Ho deciso che partirò verso ottobre ma non ho ancora una meta bene precisa… al momento sono veramente molto attratta dalla Cambogia… e in particolare andare a prestare servizio di volontariato nelle terre cambogiane (per questo all’inizio ho scritto che probabilmente non è un caso se mi sono ritrovata a leggere questo tuo post sul volontariato in Cambogia 😉 ). Tu che sei stata lì 8 mesi hai dei suggerimenti per quel che riguarda associazioni e ong che si trovano in Cambogia? O hai comunque dei suggerimenti per quel che riguarda il volontariato internazionale?
Grazie di cuore
Claudia 🙂
Ciao Claudia!
Grazie dei complimenti, ma soprattutto complimenti a te per la tua scelta coraggiosissima!
Anch’io vengo da un paesino della campagna torinese e ti capisco: la pendolarità e il posto fisso di questi mesi in cui sono tornata mi rendo conto che annientano ogni energia vitale.
Io ti suggerisco di contattare l’ONG con cui ho svolto io il mio servizio di volontariato in Cambogia, ovvero il VIDES di Roma: http://www.vides.org/
Manda un’email a Sr Leonor o fai una telefonata e chiedi di parlare con lei, dicendole che hai letto del VIDES nel blog di Elisabetta che è stata in Cambogia. Poi fammi sapere com’è andata, anche solo con una email privata: sarei felicissima di sapere che qualcun altro è partito come me per un’esperienza che sicuramente ti cambierà la vita,
In bocca al lupo e un abbraccio!
[…] mi piacerebbe anche partire per un’esperienza di volontariato internazionale, vivere in prima persona il poter essere d’aiuto a qualcun altro e donare così parte di me […]